I lustrini dell’inganno
Per questioni di strategia politica applaudo alla scissione unionista. Se hai di fronte un esercito compatto il primo obiettivo è quello di dividerlo, poi lo attacchi ai fianchi. In fondo la politica è una forma civile e senza spargimenti di sangue di farsi la “guerra”. Dunque, ben venga fra noi la nuova formazione politica, ma attenzione a non lasciarsi ingannare dai lustrini verbali che decorano il suo ingresso. Trattasi di un partito nato vecchio e non solo dalla scelta del nome, ma anche e soprattutto dal metodo. Per prima cosa non dobbiamo dimenticare che gli attuali “progressistes” hanno votato il bilancio di previsione per il triennio 2013-2015 di cui uno di loro era il relatore. UVP è una formazione voluta da politici uscenti da lustri unionisti per protestare contro l’autorità indiscussa del loro Imperatore: sono duchi che anelano a conquistare più spazi. Le armi sono le parole convenzionali usate sempre in questi casi per abbindolare l’esercito: dialogo, nuovo, partecipazione, merito, cambiamento, apertura, confronto, fiducia, ricostruzione, alternativa…, ma sono parole in palese contraddizione con la fonte: vecchi e usurati politici. Avrebbero un senso concreto e indiscutibile solo se queste fossero nate e proferite da un movimento spontaneo di cittadini. Così non è. La novità in politica, che piaccia o meno, è il M5stelle. E’ un’eventuale lista civica di Valle virtuosa, movimento cresciuto dal basso e da un problema reale capace però di abbracciare una più ampia filosofia di vita. Se le parole, di cui sopra, dette da Caveri, Rosset, Gerandin (che dà le dimissioni perché costretto a farlo) e Viérin hanno il sapore inconfondibile dell’inganno, sulla bocca di Fabrizio Roscio, Lorenza Palma, Carola Carpinello, Paolo Meneghini, Jeanne Cheillon…, per citare solo alcuni fra i virtuosi più impegnati, acquistano il profumo della verità.
Explore posts in the same categories: Politica valdostana, Riflessione, Uomini politiciTag: Andrea Rosset, Associazione Valle virtuosa, Carola Carpinello, Elso Gerandin, Fabrizio Roscio, Jeanne Cheillon, Laurent Viérin, Lorenza Palma, Luciano Caveri, Movimento 5 stelle valdostano, Paolo Meneghini, Politica valdostana, Union Valdotaine Progressiste, Valle d'Aosta
You can comment below, or link to this permanent URL from your own site.
4 gennaio 2013 a 11:40
concordo su tutto!
4 gennaio 2013 a 12:51
Permettimi di dissentire sui grillini. Un movimento che fa capo a un personaggio che afferma, testualmente, “chi mi dà dell’antidemocratico vada fuori dai coglioni” non è affatto diverso da tutte le altre forze politiche presenti sulla piazza. Con la possibile eccezione di Valle Virtuosa, che però ancora non si è fatta conoscere in ambito politico.
4 gennaio 2013 a 12:52
Le parole usate sono convezionali così come lo sono questi unionisti che si spacciano per salvatori della Patria: Caveri salvatore della patria? E Laurent figlio di Dino lo zar? Con tanto di zarina e delfino ai lati? ma fatemi il piacere. Questi vogliono usurpare il trono e basta! Viva i 5 stelle e viva alla sperabile lista civica di valle virtuosa, questi sono i cambiamenti di cui abbiamo bisogno!
4 gennaio 2013 a 13:02
Gerandin costretto a dimissioni? e perchè?
4 gennaio 2013 a 15:17
Per una questione formale, lui è presidente del Celva in quanto presidente della Comunità montana in quanto assessore del suo comune in targa unionista se non farà più parte di questo partito credo che le dimissioni siano inevitabili.
4 gennaio 2013 a 15:33
Sono rimasto colpito dalle parole di apertura di Donzel (in fondo me le aspettavo). Che cosa abbia di diverso questo scalpo di leone, dal leone a quattro zampe, non lo so. Del PD non c’è proprio da fidarsi. Tra il suo parlare e il suo razzolare c’è di mezzo il mare.
4 gennaio 2013 a 15:44
Che ha detto? Me lo sono perso.
4 gennaio 2013 a 16:15
Non ha detto di NO all’apertura esplicita dell’Uv n. 3.
4 gennaio 2013 a 16:20
O meglio ha detto NI, un ni per lo meno molto ambiguo (riportato su La Stampa dei giorni scorsi).
4 gennaio 2013 a 17:19
Ma oggi , la politica a che serve? Domande e risposte preparate quando si va in Consiglio, 90% di elargizioni su cose già decise e scontate in giunta, zero disegni globali sul nostro futuro. Centinaia di dirigenti che fungono al ruolo politico salvo la firma finale. Migliaia di gabelle tecniche da rispettare che di fatto lasciano una sola strada d seguire. Ripongo la domanda. Ma oggi, la politica a che serve, a chi funge?
4 gennaio 2013 a 20:21
http://edizioni.lastampa.it/aosta/articolo/lstp/29448/
4 gennaio 2013 a 21:46
vedremo a maggio.
4 gennaio 2013 a 22:01
non si può però rinuciare alla politica, bisogna cambiarla, abbiamo delegato troppo… e per troppo tempo…
d’accordo sul post, anche se il comico da un po’ fastidio..la base è quella che conta..
4 gennaio 2013 a 22:19
non hai citato il sindaco di hone, luigi bertschy, che a me pare politico valido che si è dato molto da fare nel suo comune. mia opinione eh! ma in lui non vedo un inganno.
5 gennaio 2013 a 01:45
si scindono sempre di più per catalizzare il voto sui partiti regionalisti, ormai ce n’è per tutti i gusti …