Luci da truzzo
Se la vicina Torino mostra al mondo le sue luci da artista, Aosta pubblicizza quelle dei truzzi. Cioè espone al mondo la volgarità, l’ignoranza e il basso quoziente intellettivo di chi ci amministra. Una città che vanta monumenti romani unici può addossare su uno dei suoi gioielli come è l’Arco di Augusto, una scritta augurale della Confcommercio? Beh, se è normale posare, e per lunghi anni, accanto alle Porte Pretoriane dei cassonetti per l’immondizia perché no? La valorizzazione del patrimonio culturale da noi si fa così. Con la giunta comunale e il Soprintendente ai Beni culturali che abbiamo non possiamo andare oltre i limiti di un QI ridotto. Se l’Arco è stato eretto per testimoniare la grandezza di un imperatore, la scritta posata alla sua base dimostra la nostra totale imbecillità
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2 dicembre 2012 a 16:53
La penso esattamente come te. Ma ad un certo punto m’era venuto il dubbio che si trattasse di arte moderna, incomprensibile aila mia debole mente!
2 dicembre 2012 a 17:20
Macchè il pupillo di Milanesio come sindaco di Aosta per svegliarla e renderla gradevole bandendo le volgarità, è necessario Clint Eastwood!
Quando è stato sindaco di Carmel (nome completo: Carmel by the Sea) ha dato una positivissima svolta estetica alla cittadina che reputo essere la più elegante del pianeta: nulla può essere posto alla vista dei passanti senza l’ok di apposita commissione. Qualunque manifesto è bandito e la scritta della Confcommercio riceverebbe una solenne risata da tale commissione.
2 dicembre 2012 a 17:40
Sono d’accordo anch’io, ma non possiamo fare niente come cittadini? Dobbiamo subire ogni genere di bruttura? Perchè non pensare ad una raccolta firme o qualcosa del genere?
2 dicembre 2012 a 17:55
Mi è venuta un’idea e io l’ho già fatto. Tempestiamo di mail l’assessorato al turismo . Facciamoci sentire.
2 dicembre 2012 a 18:17
Ma avete letto le risposte di Sagaria? Arroganza pura. “Ci siamo rivolti a politici che contano, non ci serve niente di scritto”. Fanculo le regole e quello che pensano i cittadini. Sarebbe bello sapere chi sono questi politici che contano, per poterli premiare alle prossime elezioni.
2 dicembre 2012 a 19:23
e la Sovrintendenza? Si è dimesso anche domaine?
2 dicembre 2012 a 19:49
Il soprintendente non so quali meriti abbia mai avuto per ricoprire un ruolo simile, infatti si vede dai risultati: una città brutta e con i monumenti violati senza problemi, vedi il Teatro romano, Porta Pretoria, Arco d’Augusto e, come giustamente fa notare il signor Nemo, chissene frega di noi cittadini. Contano i politici che contano! Allora seguiamo l’indicazione della signora Paola e scriviamo una e-mail all’assesore al Turismo e commercio.
2 dicembre 2012 a 20:46
Soprintendenza: Domaine non si è dimesso ma si fida di quel che gli passa Salussolia, sempre pronto ad ubbidire ai desiderata dei potenti…..
2 dicembre 2012 a 20:47
Sono d’accordo con te – le luminarie con le due scritte “Confcommercio” ai due ingressi del centro di Aosta sono squallide; quella all’Arco di Augusto, poi, è offensiva per il monumento e per l’intera città, visto che l’Arco ne è uno dei simboli.
Secondo me, la valutazione sul gradimento di alcune iniziative pubbliche per la città (aiole sulle rotonde, luminarie, etc.) dovrebbe essere soggetta a una valutazione di gradimento da parte non tanto di una commissione ma dell’intera cittadinanza, seguendo l’esempio di quelle aziende che, dopo avere fornito un servizio , ne chiedono all’utente una valutazione .
2 dicembre 2012 a 22:28
Salussolia, come sei caduto in basso anche tu … . Domaine, prima di diventare Soprintendente per volontà divina, si occupava di agricoltura, due discipline molto affini, soprattutto da queste parti. Ma su quasi tutti i dirigenti della Sovrintendenza ci sarebbe moooolto da dire: Apollonia, De Gattis, … . La capacità e la competenza sono di casa. Ai tempi di Prola veniva comunemente chiamata “refugium peccatorum”. Prola è morto, i peccatori son rimasti.
2 dicembre 2012 a 22:36
Allora di Domaine si può dire “Braccia rubate all’agricoltura” senza paura di sbagliare!
4 dicembre 2012 a 13:08
Il Soprintendente non ne sapeva nulla, i politici interpellati non ne sapevano nulla, i funzionari nemmeno. I casi sono due: o siamo di fronte ad una classe politica ed amministrativa ignorante e becera, oppure non vedo, non sento, non parlo. Secondo me valgono entrambe le ipotesi che, purtroppo, si sommano tra di loro. Sentite però le affermazioni di Sagaria, opto per la seconda.
4 dicembre 2012 a 16:05
Ma si potrebbe sapere chi sono i “politici che contano” che in barba alle regole hanno autorizzato questa vergogna? E complimenti anche a Sagaria per la “sobrietà” della risposta e per l’evidente mancanza di scrupoli.