Squalificati e squallidi


Il signor Mario Badino aveva scritto una lettera al Presidente della Republica, lettera cofirmata da 200 persone, per chiedergli  se l’invito al non voto da parte di alcune forze politiche fosse legittimo. Il Quirinale ha risposto.

La Costituzione, nel disciplinare i rapporti tra singoli e i pubblici poteri, prevede anche una serie di prestazioni puntuali e di comportamenti qualificanti, il cui adempimento, per la sua necessarietà e rilevanza sociale, viene considerato un dovere. Tra gli altri, il dovere di voto, definito civico dall’articolo 48, comma secondo. L’adempimento di tale dovere è affidato peraltro più alla coscienza, appunto civica, degli elettori che alla obbligatorietà del relativo comportamento, non assisita da efficaci sanzioni giuridiche.” Quindi il Quirinale conferma ciò che abbiamo detto e cioè che votare è un dovere civico. Non è obbligatorio, ma è un comportamento qualificante. L’invito all’astensione per il voto referendario, da parte dei nostri politici di maggioranza, è quindi da intendere come l’invito ad assumere un atteggiamento squalificante. E simile comportamento non può di certo elevarsi a diritto come volevano far credere. Da politici squalificati e squallidi che possiamo avere?

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23 commenti su “Squalificati e squallidi”

  1. Bisker One Says:

    L’Imperatore, nel dirsi meravigliato per il comportamento di Viérin, continua a insistere sulla legittimità del suo “invito” al non voto e ad accusare di incoerenza gli eletti del Partitone che a votare sono andati. Se l’Italia non fosse un paese dove tutto funziona alla rovescia, parole simili da parte di uno che occupa ben 2 cariche (presidente della giunta e prefetto, nel caso in questione senza le maiuscole) varrebbero la decadenza immediata da entrambe le cariche. Ma, purtroppo, siamo in Italia…

  2. bruno courthoud Says:

    E’ il Prefetto, alias Presidente della Giunta, che avrebbe dovuto dimettersi, non Laurent Viérin. Non abbiamo un Prefetto che ci garantisce di fronte alla Costituzione. Vogliamo le sue dimissioni, subito.


  3. diciamo che se si dimettevano tutti era meglio……………………

  4. romano Says:

    Non conosco i termini esatti del quesito rivolto da un cittadino al Presidente Napolitano. Sarebbe interessante sapere se si riferisse, per esempio, al caso specifico di un referndum. Mi permetto solo di precisare che l’articolo 48 della Costituzione si riferisce ai rapporti “politici” (titolo IV della Costituzione RAPPORTI POLITICI) e si riferisce in particolare agli “elettori” chiamati ad eleggere i propri rappresentanti in Parlamento o nelle Amministrazioniterritoriali.Siamo cioè nel campo delle “elezioni” politiche o amministrative che siano e in tal caso la Costituzione parla di “dovere civico” al voto. Nel caso, invece, del “referendum”, disciplinato da un altro articolo della Costituzione ed esattamente il 75 non si parla affatto di dovere civico al voto, ma si dice solo che la legge “determina le modalità di attuazione del referendum” e che la proposta è approvata se c’è stata la partecipazione della maggioranza degli aventi diritto e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. Cordiali saluti. Romano dell’Aquila

  5. Mario Badino Says:

    I termini in cui ho posto il quesito sono i seguenti: ho contestualizzato la mia richiesta facendo riferimento al referendum del 18 novembre e all’invito al non voto da parte di forze politiche della locale maggioranza di governo. Il testo della lettera è qui: http://mariobadino.noblogs.org/post/2012/11/13/lettera-al-presidente-della-repubblica-sullinvito-allastensione-al-referendum-di-domenica/
    Con mia grande soddisfazione, la risposta del Quirinale non ha fatto alcuna distinzione tra elezioni politiche e referendum. E’ del resto il Quirinale a citare l’art. 48 con riferimento al referendum, dal che si evince che, anche in questo caso, proprio di «dovere civico» si tratta.

  6. serGio Says:

    Ma perchè il deputato locale non ha ancora posto una interrogazione al ministro dell’interno per il comportamento assunto dal Prefetto della Valle d’Aosta?

  7. bruno courthoud Says:

    Sarebbe doverosa, dopo la ovvia risposta del Quirinale.

  8. romano Says:

    Non so quale funzionario del Quirinale abbia redatto la risposta al signor Badino, di cui non metto minimamente in dubbio la buona fede ed il suo impegno civico, ma resto dell’idea che la lettura ed il senso degli articoli 48 e 75 della Costituzione siano inequivocabili. Art.48, elezioni, dovere civico al voto; art.75, referendum, libertà dei cittadini ad esprimersi come meglio credono, compresa l’astensione. Romano Dell’Aquila

  9. bruno courthoud Says:

    Evidentemente ha ritenuto (personalmente sarei dello stesso avviso) che quella dell’art. 48 è una norma di carattere generale, applicabile a qualsiasi elezione, compreso il referendum. Che cosa di meglio di un’interrogazione parlamentare per sapere che cosa ne pensa anche il Ministero dell’Interno?

  10. patuasia Says:

    Signor Dell’Aquila ci ha rotto le scatole con questi distinguo: partecipare alle scelte collettive è un dovere e chi non ne ha voglia delega chi ne ha.

  11. libero Says:

    Dell’Aquila è un costituzionalista? Non mi risulta, credo invece che il funzionario che ha risposto alla lettera sia più affidabile e competente.

  12. Troçkji Says:

    guardate che il quirinale è la sede della presidenza della repubblica…. ignoranti!!!!
    avrà risposto napolitano, che è il presidente, no?, ma quale funzionario….

  13. patuasia Says:

    Signor Trockji, dove vive? Quando scrivevano a Stalin non rispondeva mica lui.

  14. Troçkji Says:

    il vento dell’ironia non le scompiglia i capelli, vero signora patuasia? era una battuta per sdrammatizzare un pò questo “dotto” dibattito tra finissimi cultori di diritto costituzionale….

  15. patuasia Says:

    Nel vento dell’ironia io danzo, ma la sua non era una battuta e, se lo fosse stata, non faceva ridere, tantomeno sdrammatizzava il dibattito che non è drammatico affatto. Il senso delle parole che scrive lo conosce?

  16. Troçkji Says:

    bon, allora è confermato, la sua boriosa prosopopea mi ammazza (di noia), come quella di stalin ha fatto tanti anni or sono (con le pallottole però)
    una cosa vi accomuna, non sapete ridere di voi stessi, il vostro ego smisurato vi riempe a tal punto che non permette neanche ad un sorriso di uscire
    guardi che neanche augusto ha un ego così, uhà, uhà, uhà….

  17. patuasia Says:

    Allora signor Troçkji ammette che sono meglio di Augusto. 🙂

  18. Troçkji Says:

    senza alcun dubbio, signora patuasia, la preferisco… 🙂

  19. Dario Rinco Says:

    Credo sia ancora in essere il Testo Unico delle Leggi Elettorali D.P.R. 30 marzo 1957, n 361 e successive modifiche:
    Art. 98
    “Il pubblico ufficiale, l’incaricato di un pubblico servizio, l’esercente di un servizio di pubblica necessità, il ministro di qualsiasi culto, chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare, abusando delle proprie attribuzioni e nell’esercizio di esse, si adopera a costringere gli elettori a firmare una dichiarazione di presentazione di candidati od a vincolare i suffragi degli elettori a favore od in pregiudizio di determinate liste o di determinati candidati o ad indurli all’astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 600.000 a lire 4.000.000.”

    Legge 25 maggio 1970, n. 352.

    Art. 51
    “Le disposizioni penali, contenute nel Titolo VII del testo unico delle leggi per la elezione della Camera dei deputati, si applicano anche con riferimento alle disposizioni della presente legge.

    Le sanzioni previste dagli articoli 96, 97 e 98 del suddetto testo unico si applicano anche quando i fatti negli articoli stessi contemplati riguardino le firme per richiesta di referendum o per proposte di leggi, o voti o astensioni di voto relativamente ai referendum disciplinati nei Titoli I, II e III della presente legge.
    Le sanzioni previste dall’articolo 103 del suddetto testo unico si applicano anche quando i fatti previsti nell’articolo medesimo riguardino espressioni di voto relative all’oggetto del referendum.”

  20. bruno courthoud Says:

    Quel che è successo è gravissimo e nessuna voce si è levata. La legge NON è uguale per tutti, anzi.

  21. patuasia Says:

    Quello che è successo è gravissimo, l’indignazione è stata tanta, ma poche sono state le voci che hanno denunciato l’invito all’astensione da parte del Prefetto. Che dicono i partiti di minoranza? Una denuncia alla magistratura per l’ atto compiuto da un pubblico ufficiale e quindi un vero reato, non rientra nelle loro competenze? Anche per questo motivo siamo stanchi di politici pigri e codardi.

  22. bruno courthoud Says:

    Ma questo reato, gravissimo in quanto mina l’essenza stessa della democrazia, non dovrebbe essere perseguibile d’ufficio, senza necessità di denuncia? E chi dovrebbe o potrebbe denunciarlo? Siamo ancora in tempo? Qualcuno sa risponderci?

  23. giusto Says:

    ai miei tempi a scuola mi hanno insegnato che votare era un dovere di ogni cittadino e pure un obbligo. Inoltre l’invito a non votare in alcuni casi è semplicemente una limitazione alla democrazia e si presta a manovre subdole di convenienza. Quindi si vada a votare comunque, al limite si voti scheda bianca.


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