Comune sarà lei!
Il punto di vista del senatore unionista Antonio Fosson è altrettanto delirante di quello del suo compagno di partito, Joseph Rivolin ecc ecc. Dice il medico dalle pagine interne del Peuple: ” Invitare a non votare per una scelta tecnica e complessa per il cittadino comune è legittimo. E astenersi dal voto è quindi in questo caso particolare più che mai e senza alcun dubbio un diritto!”. Cioè, dal momento che i cittadini non capiscono una beata minchia di incenerimento dei rifiuti e sono generalmente degli imbecilli è meglio che restino a casa. Anzi, grazie alla loro ignoranza hanno maturato il diritto di non assumersi nessuna responsabilità che implichi la loro vita. Il diritto sacrosanto di stare zitti. Di non votare. Heil Fosson!
Explore posts in the same categories: Battaglia, Cultura morta, Degrado morale, Delirio, Disgusto, Disonestà, Mala politica, Referendum, Uomini politiciTag: Antonio Fosson, Le Peuple valdotain, Referendum pirogassificatore, Valle d'Aosta
You can comment below, or link to this permanent URL from your own site.
10 novembre 2012 a 15:45
Con la resistenza abbiamo conquistato il diritto ad esprimerci, adesso vogliono nuovamente togliercelo.
p.s. a complemento di quanto detto prima a proposito di inceneritori e Rollandin, aggiungo che, se pensassimo, in Italia, ad un inceneritore ogni 100.000 abitanti, il suolo italiano dovrebbe essere cosparso di circa 500 inceneritori (quale affare per qualcuno!). Riprendendo quanto ho già detto, l’affermazione di Rollandin che ci dice di guardare al vicino Piemonte non aggiunge nulla, si tratta di un riferimento a realtà demografiche che NON sono tra di loro paragonabili. Vien da dirgli: allora portiamoli in Piemonte i nostri rifiuti, vista la loro modestà entità, di cui siamo sempre stati una modesta appendice. Ma non ne avremmo bisogno, anche senza il tubo di scappamento o cloaca a cielo aperto che voglio fare digerire a noi valdostani come un male necessario, anzi addirittura come un bene.
10 novembre 2012 a 15:52
C’è da restare sbalorditi! L’impudenza di questo tizio che paghiamo profumatamente per sedersi su uno scranno del Senato è senza confini. Lo sa che siamo noi, gente comune, che gli paghiamo quel po’ po’ di indennita ecc. ecc. che riceve ogni mese? Così tratta i suoi “datori di lavoro”? Siamo alla teoria della razza superiore rappresentata dai politici. Siamo, lo avrete capito da un bel pezzo, in pieno regime autoritario. Qui si vuole che regni la tecnocrazia ad ogni livello per far passare lisce-lisce le scelte delle lobbies economiche e delle cricche politiche. Solo più i “tecnici” possono governare e aver voce in capitolo. C’è la tecnocrazia che comanda nelle istituzioni comunitarie (in primis nella Bce), da un anno a Roma abbiamo il “governo dei tecnici” perchè i partiti non sono capaci neanche di mettere i bambini a nanna…Ora, anche in Valle, abbiamo i nostri “tecnici” (veterinari, ingegneri nucleari) che sanno cosa si deve fare. Per favore, non disturbate il manovratore!
10 novembre 2012 a 15:55
Teniamo conto che stiamo parlando di principi, ovvero di cosa è giusto e cosa non lo è, non di cosa è più conveniente o meno per sostenere le proprie tesi. I referendum sono strumenti di controllo e di verifica. Vengono chiesti da chi è convinto che, su un determinato argomento, il “Palazzo regionale” non abbia rispettato la volontà prevalente nella Regione Valle d’Aosta. I promotori devono dimostrare che questo è vero. Quindi è indispensabile che la maggioranza dell’elettorato si pronunci. Il quorum serve esattamente a questo. Così almeno l’hanno inteso i padri costituenti quando hanno previsto questa istituzione. Per me è giusto che sia così.
Chi si astiene (per scelta) deve sapere di non contare un “cacchio” alle elezioni, così come è giusto che continui a non contare un “cacchio” se non vota al referendum. Ma è solo il mio parere.
Come ho sempre sostenuto, anche in tempi non sospetti, solo alzando il livello culturale si dà la possibilità ai cittadini di capire e distinguere e, perciò, di scegliere nel modo corretto chi ci deve rappresentare e come. Si deve sapere che non si fa cultura esponendo ai cittadini che l’astensione esprime una volontà legittima. Quello che sostengo può sembrare un paradosso, ma con questi punti di vista, queste lettere pubblicate a gogò, la Valle d’Aosta sta pagando il prezzo della mancanza di una maggioranza (di destra) con una cultura della legalità e il minimo senso delle isituzioni. Ormai è chiaro che il punto di vista del senatore unionista Antonio Fosson e l’altrettanto delirante del suo compagno di partito, Joseph Rivolin, dimostra quanto questa genia di politici sia sempre più lontana da quell’ altro punto di vista…il più importante: “Quello dei cittadini.”
10 novembre 2012 a 16:04
In alcuni cantoni elvetici gli elettori vengono chiamati ad esprimere il loro voto su ogni nuova legge o emendamento approvata dal governo cantonale, sia questa controversa o no. La partecipazione al voto di solito è intorno al 40%. Si sta ora considerando la sperimentazione del voto per via elettronica, con la speranza di aumentare la percentuale” Da noi, invece, si invita la gente a stare a casa….. Dalla Svizzera (e non solo da quella) ci separano pochi chilometri in linea d’aria ma anni luce in termini di partecipazione popolare e di libertà.
10 novembre 2012 a 16:33
Che la materia è complessa per il cittadino comune è indubbio. Che la stessa materia sia chiara per il consigliere regionale invece solleva in me qualche perplessità, visto il livello medio di istruzione.
10 novembre 2012 a 16:55
Se non erro la sorella del Senatore Fosson, Anna, è socia della Baltea Service, società che fa parte dell’ATI che ha vinto l’appalto per la costruzione e la futura gestione del pirogassificatore. La madame è anche a capo della direzione comunicazione e cerimoniale della Presidenza della Regione ed è anche moglie di tale Piero Bal, noto professionista di Sarre.
Il dossier presentato a suo tempo dall’associazione ALP era molto esaustivo.
Vi stupite ancora delle parole del senatore?
10 novembre 2012 a 17:08
Questa è gente che prende 10430 euro netti al mese e che, ogni tanto, deve abbaiare per il proprio padrone.
Quello pelato che divide i soldi e li distribuisce ai propri sgherri per capirci.
11 novembre 2012 a 08:38
Allora secondo questo ragionamento il cittadino comune non dovrebbe neanche votare alle elezioni regionali o politiche… cosa ne capisce di tasse, pensioni, lavoro, economia, infrastrutture…
12 novembre 2012 a 12:20
@Giorgio Bruscia
I principi – se rappresentano cosa è giusto e cosa non lo è – non sono mai stati e non saranno mai immutabili. Pensate a quanto è cambiato il principio “non uccidere” nel tempo e quanto è diverso ancora oggi se ci spostiamo nel modo (se cambiamo cultura). Anzi i principi sono per natura relativi alla cultura e alla morale corrente. Che – essendo corrente – ha corso molto da quando i padri costituenti l’hanno pensata. Il quorum e il numero necessario di firme per proporre un referendum non rappresentano più la cultura politica e la morale corrente. Andrebbero ripensate. Purtroppo la generazione dei dirigenti politici contemporanei non è in grado di pensare un principio se non attraverso la lente della convenienza personale (rappresentativa, per carità). Pensate al calvario della legge elettorale. E allora teniamoci pure i decreti luogotenenziali. Per principio, naturalmente. Il quorum va tolto: se vuoi essere libero, partecipi, sennò ti adegui. Io eleverei la partecipazione, questa sì, a principio assoluto.
12 novembre 2012 a 12:51
@Mistinguet
Sia Anna Fosson (sorella del senatore) che il marito Piero Bal sono soci della Baltea Service. Ad agosto 2012 ottennero da aostasera.it la rettifica per un articolo che – nell’inchiesta dei Giovani Comunisti valdostani di Rifondazione comunista – li citava come “amministratori” nel tentativo di mostrare l’intreccio tra politica e affari. A bhè, se non sono amministratori, ma soci allora è tutta un’altra storia.
L’inchiesta è molto interessante. Nel blog di Patuasia la conoscono certamente tutti, ma per chi non l’avesse letta: http://www.rifondazionesevda.org/?p=2478