
Nella Biblioteca regionale gli utenti non sono liberi di navigare dove vogliono: alcuni siti sono cancellati. Fra questi, guarda caso, c’è Patuasia!
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This entry was posted on 25 giugno 2012 at 15:09 and is filed under Censura, Cultura morta, Folclore valdostano, Indignazione, Mala Amministrazione, Mala politica. You can subscribe via RSS 2.0 feed to this post's comments.
Tag: Biblioteca regionale, Censura, Valle d'Aosta
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25 giugno 2012 a 16:03
disturba i lettori, i frequentatori della biblioteca? Ne approfitto per far presente ai responsabili che pare che in biblioteca non sia reperibile questo testo di Maryse Vuillermet, originaria di Ayas e insegnante a Lione: “Mémoires d’immigrés valdotains: du val d’Aoste au Jura”, edizioni L’Harmattan, 2002. Si è sempre in tempo a provvedere. In libreria pare non sia mai comparso.
25 giugno 2012 a 18:27
Sarebbe bello avere una spiegazione “ufficiale”. Così, per farsi due risate.
25 giugno 2012 a 20:09
Il mare valdostano è ultimamente molto agitato. La navigazione vi è pericolosa, a volte impossibile!
25 giugno 2012 a 20:32
E’ senz’altro un problema “tecnico”!
26 giugno 2012 a 12:07
La censura causa cecita’.
27 giugno 2012 a 23:59
alla fine dei conti cosa si censura? la maggior parte della popolazione ormai naviga dalla propria abitazione (o con altri mezzi, vedi iphone, ecc ecc).
quindi penso che più o meno tutti i valdostani hanno accesso a patuasia, senza per forza dover navigare dal proprio ufficio (per chi lavora in regione).
quindi la censura di patuasia in regione penso sia dovuta ai filtri che vengono inseriti (per evitare che i dipendenti possano navigare su siti extra-lavorativi) piuttosto che per oscurarla (che senso avrebbe?)
28 giugno 2012 a 08:19
Beata ingenuità…
28 giugno 2012 a 13:48
In regione non censurano TUTTI i siti extralavorativi, ma solo ALCUNI. Chissà come mai. In ogni caso, sì, è davvero ingenuo credere che la gente che vuole seguire Patuasia non possa farlo da qualunque dispositivo non collegato con la rete regionale. Basta che, anche dal suo posto di lavoro, qualunque lavoratore regionale si connetta a Internet con qualche chiavetta, qualche smartphone, qualche tablet dotato di connettività, e il gioco è fatto.
28 giugno 2012 a 21:40
Bisker ho un parente che lavora in un ente pubblico (non regionale ma comunale).
mi ha affermato che questi filtri non sono così perfetti, non censurano tutti i siti extralavorativi e censurano anche dei siti utili per l’attività lavorativa… insomma non sono filtri “perfetti”…
in ogni caso ripeto che non avrebbe senso censurare Patuasia apposta visto che tanto ognuno può accedervi dai computer domenistici.
30 giugno 2012 a 12:34
Confermo quanto affermato da Paul.
Nella stupidità censoria dell’amministrazione e dei suoi filtri rientrano anche diversi siti (blog di commercialisti e professionisti dell’amministrazione) che quando ci sono novità legislative o casistiche concrete urgenti sono i primi a riportare commenti e interpretazioni molto qualificati. Commenti che poi ritrovi sul Sole 24 Ore o altre testate specializzate solo settimane dopo.
A me è capitato decine di volte.