Bruno? Che due palle!
Dalla prima all’ultima lettera si svela il personaggio, Bruno Milanesio. Nel primo scritto sulla Stampa invitava, con toni morbidi da chierico, i concittadini a inviare le critiche sulla NUV (Nuova Unversità Valdostana), purché civilmente firmate. Non si sottraeva al confronto, anzi lo auspicava con quel tono a volte paternalistico di chi sa comprendere e perdonare. Dopo le prime valutazioni ricevute, tramite la rubrica: Lettere alla Stampa, e che non potevano non comprendere anche la sua discutibile figura di amministratore-unico-senza-meriti-professionali, ecco che oggi conclude il carteggio con un: che palle! Signor Milanesio, se permette, “che palle” solo noi abbiamo il diritto di esclamare, non lei che guadagna, per un ruolo che forse non darà mai frutti, ben 90.000 euro lordi l’anno di soldi nostri! La sua maleducazione fa chiarezza su chi è lei veramente. Sono bastate poche lettere per toglierle la maschera di “intellettuale borghese” di nos-atre che senza fatica si è cucito addosso e rivelare la sua natura arrogante e irrispettosa del vecchio politico. Non è un papillon che fa l’uomo! E non è una facile rima che fa cultura.
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19 Maggio 2012 a 13:47
Facciamogliele venire così grosse da farle scoppiare, così magari si toglie finalmente di mezzo e ci lascia in pace!
19 Maggio 2012 a 18:01
La lettera di Patrizia Nuvolari alla Stampa era ottima. La reazione di Milanesio dice tanto, se non tutto…
19 Maggio 2012 a 20:47
Ho letto la lettera di oggi sulla Stampa e un personaggio di così tanta responsabilità risponde in quel modo alle critiche? Un bello spessore culturale non c’è che dire.
20 Maggio 2012 a 00:14
La seconda lettera chiarisce e illumina la falsità della prima e, se ce ne fosse stato bisogno, dà conto della qualità, capacità, modo di essere, della nostra classe di “politici” e “amministratori”. Ma siamo un paese civile? I fatti odierni di Brindisi ci dicono di no, a prescindere dagli autori della strage, che forse sono molto più vicino ai nostri “politici” di quanto non si pensi.
20 Maggio 2012 a 09:36
Arrogante e pieno di boria. Queste sono le caratteristiche di chi arriva in posti di potere non per meriti oggettivi, ma perché messo lì dalla politica intrallazzona. Ne vogliamo ancora di tipi così?
20 Maggio 2012 a 10:37
Lavoyer non risponde, Carradore neppure, Milanesio dice: che palle, Subet querela, Empereur consegna pizzini, la Torre è sotto processo, Marguerettaz con avviso di garanzia e strane amicizie ecc ecc… e Rollandin condannato per truffa contro la Regione, la stessa che oggi governa. Ma davvero vogliamo continuare con queste brillanti persone? Siamo noi, solo noi a decidere se essere liberi o complici!
20 Maggio 2012 a 15:41
Premesso che mi suona strano il fatto che venga posto a general manager di un’operazione producente lauree chi non ne ha mai conseguita una; premesso ancora che tale general manager non può soggettivamente dire “che palle!” in quanto i cittadini hanno diritto di conoscere sul polo universitario tutto e non qualche briciola; la mia riflessione è però un’altra, nel blog non ancora echeggiata.
Voglio dire che ci sono tre “grandi opere”, tali sicuramente per gli impegni di spesa.
Di queste, l’ospedale non si discute in quanto tale, ma per le sue assurde caratteristiche, non cioè un’opera ex-novo ma una ristrutturazione/ampliamento sulla quale il tacere è bello.
Le altre due sono il top dell’assurdo, cioè l’aeroporto e il polo universitario.
Bruno Milanesio va criticato per aver accettato di fare il regista di una “grande opera” (grande buco nell’acqua, dovrei dire) che, come pure l’aeroporto, è funzionale solo a quell’autarchia in prospettiva di cui l’UV straparla nel suo statuto dicendo di puntare alla sovranità della Valle.
Università e aeroporto sarebbero strutture necessarie a ogni Stato sovrano e sicuramente questa è la finalità sottintesa degli unionisti e del loro geometra general manager.
21 Maggio 2012 a 13:25
Evitando commenti con il “senno di poi” e assicurandovi invece un interessante approccio, provate a rileggere questi articoli…
http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/politica/inchiesta-citta/potere-aosta/potere-aosta.html
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/06/22/verde-ricca-quasi-infelice.html
21 Maggio 2012 a 14:01
Cara Patuasia,
il problema è che noi siamo chi ci dirige.
Le persone sopracitate sono state messe lì da un voto!
Quindi o gli elettori diventano dei Cittadini oppure alla prossima tornata elettorale troveremo i soliti noti nella camera dei bottoni.
Purtroppo non sono molto ottimista.
21 Maggio 2012 a 15:19
belli gli articoli, sto salvando tutti quelli su certi malcostumi montagnani in una cartella apposita, ho perso il conto dei files che ci sono … Un po’ mi dispiace, quando dico che vado in VDA mi dicono tutti “bella la montagna ma che gente che ci vive…”, non mi fa piacere 😦
21 Maggio 2012 a 20:37
Nessuno ce l’ha con Milanesio, povero lui, è stato scelto per un incarico così importante solo per sdebitarsi del suo appoggio elettorale al partito di maggioranza relativa in Vallée. Quindi anche lui deve, non solo rendere conto all’empéreur ma, dallo stesso, prendere ordini e basta come sanno bene tanti unionisti che non si possono azzardare a contraddirlo. Quindi il primo punto, come ben evidenzia Romano dell’Aquila nella sua lettera del 10 u.s., è quale Università in Valle. Quali facoltà e con che respiro o vogliamo scimmiottare altre sedi ben più agguerrite di noi e con già una loro storia alle spalle? Vogliamo, se siamo in grado di realizzarla, un’università di eccellenza internazionale sulla montagna con docenti di alto lignaggio che attragga sempre il fior fiore degli scienziati ed i migliori studenti. Ha ancora ragione, noi lo abbiamo sempre sostenuto, chi crede nella cultura foriera di successo per il futuro dei giovani e per lo sviluppo del territorio in cui sorge un polo universitario. Ma, attenzione, se pensiamo di realizzare un’università per i valdostani che dovrebbero, invece, scegliere la facoltà perché credono nella loro scelta professionale e non perché è comoda, è vicina a casa e tornano ogni sera a casa dalla mamma. Guai se così fosse. Il giovane ha necessità di affrancarsi dai genitori per camminare da solo nel mondo globalizzato, perché il mondo non si ferma a Pont-Saint-Martin. Non possiamo altresì limitarci alla piccola convenienza del negozietto di quartiere che avrà qualche panino in più da vendere o al proprietario che potrà affittare il suo alloggetto, magari in nero come, purtroppo, succede già molte volte. Se l’amministratore della NUV srl ha ancora qualcosa da dimostrare a se stesso faccia pure, ma non ci coinvolga, per favore. Sinceramente non credo che qualcuno porti a buon fine la sfida della nuova università in Valle perché non ci sono i soldini e sono tanti e non sono ancora state chiarite tante problematiche, seppur richieste più volte. Restiamo aperti al confronto pubblico, tante volte annunciato ma sempre disatteso.
21 Maggio 2012 a 22:23
Mah, tutto lascia pensare ad una università (o diplomificio) per i valdostani, o meglio per mamma regione. Fuori valle le persone serie e qualificate ridono della nostra sedicente università. Ma le idee chiare non si dovrebbe averle prima di cominciare a buttare tutto per aria? Un’altra grande occasione persa e tanti soldi buttati nel cesso (per la gioia di Milanesio e Rollandin). Se non sono dei megalomani, io sono convinto che per loro va bene così, ma non possono dirlo ad alta voce. Intanto non ci sono i soldi e non si sa se e quando arriveranno.