Copio dunque sono!


Bruno Giordano gioca a fare il Napolitano di nos-atre! E copiando si copre di ridicolo. E’ che gli manca un ingrediente indispensabile per dare fondamento alle sue parole: l’autorevolezza. Sostiene che “un regime democratico non può funzionare senza partiti politici” (La Stampa), quando in realtà un sistema democratico non è proprio tale, se a governare sono sindaci come lui che proteggono assessori quali la Carradore già avvezza a problemi con la Magistratura. Il sistema dei partiti ha creato una casta di privilegiati (difficile dimostrare il contrario basti pensare ai numerosi benefit e agli stipendi da capogiro dei parlamentari, presidenti, assessori, consiglieri… e che ancora non sono stati toccati dalla crisi), una casta lontana anni luce dai problemi del Paese, avvitata su se stessa e ai giochi di potere. Sono queste le vere cause della disaffezione montante verso la politica. Come può un uomo come Giordano parlare dei valori morali e spirituali della Resistenza, quando con il suo spessore culturale svuota il senso profondo delle parole, alimentando l’antipolitica? Le sue parole per il xxv Aprile sono state scritte da qualcun altro, lette per obbligo, probabilmente nemmeno comprese.

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28 commenti su “Copio dunque sono!”

  1. marburg Says:

    Anche per copiare ci vuole testa che il nostrano Pappagone non ha proprio. Ho detto testa, non faccia…

  2. tenta Says:

    Bellissima vignetta satirica! La disaffezione verso la politica ormai é un dato di fatto, la gente é stufa diciamo pure rassegnata e non ha piu’ fiducia in nessun politico perché sono tutti quanti uguali, una banda di privilegiati che stanno al potere per farsi i fatti loro, arrichirsi e se ne fregano altamente degli ideali che prima scuotevano le folle. Uno schifo enorme e non venite a dirmi che quello li e meglio di quello là, sono tutti quanti schifosamente uguali.
    Cosa succederà in futuro boh? io a votare non ci andro’ mai piu’ poi fate voi!


  3. Dice tenta: “Uno schifo enorme e non venite a dirmi che quello li e meglio di quello là, sono tutti quanti schifosamente uguali….”

    Sì è vero, lo sono anche i boccaloni che credono, scrivendolo, a queste schifezze populiste e demagogiche…come ci ricorda il nostro buon Napolitano!

  4. bruno courthoud Says:

    cari politici TUTTI
    ma non vi siete mai chiesti perché questi “boccaloni” dicono, scrivono e credono in quel che vedono?


  5. Io non sono un politico, ma seguo la politica! E’ ancora una buona differenza, noh!? Ciò mi permette di ragionare anche diversamente e di fare variazioni sul tema ritrito dell’antipolitica sparata ai quattro venti da un uomo che si permette di offendere anche la prima carica dello Stato!

    Esattamente come non fanno coloro che indistintamente continuano a sparare sulla croce rossa che sta cercando di arrivare verso il pronto soccorso. Così – sparando alla cieca – si uccide anche l’autista. Si corre il rischio di essere degli sfasciacarrozze, come ribadisce anche Di Pietro.

  6. libero Says:

    Non so perché, ma Napolitano che stimavo moltissimo, incomincia a starmi sui coglioni, giuro non so come spiegarmelo, non è razionale, ma una cosa a che ha a che fare con l’intestino. Non faccio ironia sono proprio confuso.

  7. libero Says:

    Bruscia, si è sparato anche tanto sull’ex primo ministro che in quanto carica statale non è male, eppure questo non ha mai scandalizzato nessuno della sinistra. In Siria la prima carica dello Stato è Assad: non lo si può offendere solo in virtù del ruolo che ricopre? dai, questi sono formalismi che in America non toccano proprio nessuno! fa parte del gioco democratico o no?


  8. Se tutti usassero un linguaggio più civile sarebbe più facile cambiare le cose. Io sono un “politico” e lo rivendico con orgoglio perché, con i miei limiti, cerco di fare qualcosa per la società in cui vivo come fanno milioni di cittadini in questo paese che lavorano nei partiti o nei movimenti di cui è fatta questa democrazia e mi sento offeso se mi danno dello “schifoso”. La signora/signor Tenta non mi conosce abbastanza per permetterselo.

  9. pierre Says:

    sicuramente i politici non sono tutti uguali, una parte è disonesta, un’altra parte non è disonesta ma non ha il coraggio di opporsi ai disonesti, e l’ultima parte è formata da persone oneste ed anche brave ma che però quando ci sono le elezioni non sono votate. qualche dubbio mi viene anche sulla capacità dell’elettorato di scegliere i migliori e non invece quelli che ti fanno i favori. Non andare a votare però è la cosa peggiore, aiuta solo i disonesti

  10. libero Says:

    Se tutti fossero più buoni non vivremmo nel mondo in cui viviamo, con i se, caro Protasoni, non si va da nessuna parte, occorre prendere la realtà per quella che è e poi da lì cercare prima di capire a fondo e poi tentare di cambiarla. la realtà oggi ci dice che la gente è stufa marcia di questo sistema politico e dei politici che ne fanno parte e fino a quando questi non faranno qualcosa di grande e significativo lo schifo aumenterà a dismisura, Grillo o non Grillo. Difendere la partitocrazia non porta a niente, anzi peggiora gli umori. Occorre molto coraggio e io questo non lo vedo a palazzo.


  11. @libero

    Se tutti avessero il tuo modo di fare nessuno si porrebbe dei dubbi o farebbe critiche, ma sarebbero incolonnati dietro a te a marciare verso quella realtà che ti ostini a propinarci, ma che non abbiamo ancora capito dove dovrebbe portarci. Ah, ma forse il tuo continuo accennare allo schifo degli uomini politici in toto, al Grillo o non Grillo, mi lascia perplesso; forse sarai anche tu pronto a propinarci il programma del M5S. Ma ti avviso, guarda che l’ho letto questo programma.

    A me sembra una lista della spesa. Un elenco di intenti, ma oltre quello non spiega affatto come procederebbe “se”… Alla faccia del populismo, sfido io che la gente gli dà credibilità. E non mi vorrete dire che quella non è demagogia alla berlusconi? Il problema è che questo, anche se minimo… piccolissimo, è uno specchio di quello che pensano gli italiani medi.

    Pensare… insomma. Una parola un po’ grossa, se ci si limita a leggere una lista della spesa senza analizzare una beata cippa. Poi tra una lista della spesa ed un’altra, si fanno sparate tipo l’uscita dall’Euro, il non pagare il debito pubblico, la cittadinanza negata agli stranieri (sparate molto molto democratiche) e che trovano l’assenso della gente comune (ovvio e naturale, vista l’esasperazione dilagante).
    Ma sono sparate infilate un po’ qua un po’ là…quasi con nonchalance, un tanto al chilo, ma che rimangono in testa a chi decide, alla fine, di votare per “protesta”.

  12. libero Says:

    Se tutti avessero le tue granitiche sicurezze che confinano nella miopia vivremmo in un paese dei balocchi tanto bello quanto finto, caro Bruscia. Non ho letto il programma dei grillini e di Grillo me ne fotto, lo considero un comico bravissimo a mettere il dito nella piaga, ma non un politico. Detto questo continuo a osservare con incredulità la recita ufficiale dei politici di professione (ma sempre più vicini alla comicità) che pare non abbiamo tastato il polso dell’italia che è assai frebbricitante. Non si tratta di valutare se si tratta di populismo o no, se Grillo è un demagogo o no, si tratta di capire perché il fenomeno è esploso, cazzo lo vuoi capire? Capire l’origine di questo malessere sempre più diffuso e creare un freno così forte da arginare il disastro. Invece no, si trovano solo giustificazioni, capri espiatori, si perde tempo, ci si sente offesi… ma cavolo com’è possibile che non capiate? caro Bruscia il tuo sarcasmo francamente mi fa cagare, continua così che sei peggio di Grillo.


  13. @libero
    Il sottoscritto non possiede nè tiene in tasca la verità e non ha quelle granitiche certezze che tu vuoi addossarmi. Cerco solo di evitare di adeguarmi all’adagio che a te piace tantissimo: “Non tutto il male viene per nuocere”. Insomma per te c’è necessità del fuoco purificatore da alimentare continuamente per fare capire alla gente sin qui “ignara” (?) cosa sia successo. Ma dove eravate anche voi sino ad ora?

    Siamo alle macerie e tu continui ad esporci che tutta la classe politica è marcia e schifosa senza distinzione. Cercare di accreditarti a noi tutti di essere il super partes di turno, non convince nessuno. Non credi che gli strumenti per ridare credibilità possano essere altri? Che poi, vogliamo dirla tutta? Grillo si definisce antipolitico, ma agogna (perlomeno i suoi aderenti) ad avere voti per andare a governare secondo certi intendimenti. Non ti sembra un pochettino contradditoria come cosa…caro libero?

    E senza alcun sarcasmo, io dico che:
    O fai politica… ed allora programmi, azioni, campagne preelettorali e quant’altro hanno un senso.
    O fai antipolitica…ma devi, però, restartene fuori dal “giro”. Ovvero essere un extraparlamentare ed agire di conseguenza. Troppo bello fare il battitore libero! Ma dubito che nell’ultimo caso la gente, il popolo (qualcuno direbbe i Cittadini) gli darebbe quel credito che al momento gli da. E’ solo una questione di pelo.

    I discorsi di antipolitica di Grillo convincono la gente che la politica è solo ladrocinio e, quindi, occorre eleggere nonpolitici, perché i politici sono ladri e delinquenti…ma….
    …fare politica non significa “rubare”, ma capacità di governare… e qui Grillo (o chi per lui) si contraddice… da antipolitico diventa per forza “politico” nel momento stesso che lui propone delle liste per le elezioni.

    Insomma, si continua a giocare sui termini

  14. libero Says:

    Vedi Bruscia non credo che nessuno si definisca antipolitico, perché, come sai bene, la politica si fa ovunque, la differenza che tu non vuoi cogliere è che è QUESTA politica che non va giù, che non crea più quella fiducia che dovrebbe avere e questo a causa di chi? Di Grillo? No, ma di quei signori che sulla politica hanno banchettato fino ad oggi. Che ci siano delle sfumature fra gli schieramenti non ha rilevanza. Prima di ritornare alla politica sono necessari dei cambiamenti profondi nel sistema dei partiti, solo dopo si tornerà a credere. Ma al momento alla sana autocritica che fa crescere si preferisce agitare lo spettro del populismo, della demagogia. Si grida alle streghe, sperando di sviare da se l’attenzione e questo offende l’intelligenza, seppur poca, degli italiani.


  15. Se tu credessi che il sottoscritto sia ad un livello di così basso oscurantismo culturale – vedasi la caccia alle streghe – se tu credessi che io stia pensando ad un qualsiasi ingenuo trucco per sviare l’attenzione da un problema, che ribadisco esiste, ma non nella misura tranciante da te riferita….allora anche io mi vedrei costretto a sentirmi offeso.
    Ripeto, non dobbiamo mettere sullo stesso piano furfantesco tutta la classe politica. Perchè sparare sempre nel mucchio? E’ come se tu dicessi ad esempio che tutti i siciliani sono mafiosi. Con i fulgidi esempi di “siciliani” morti nel combatterla, mi parrebbe assai difficile che tu possa assentire.

  16. libero Says:

    L’attuale campagna contro Grillo io la interpreto come una caccia alle streghe. Ripeto Grillo è solo la cartina di tornasole di un malessere molto esteso, prendersela con lui senza cercare le cause non porta da nessuna parte, anzi quel malessere lo alimenta. Ed è quello che sta succedendo. Ripeto fare le differenze è insignificante, occorre un cambiamento radicale, sopravviverà quel partito che questa cosa comprende. Non sono io, meschino, a dirlo.

  17. unoqualunque Says:

    E’ vero, non tutti i politici italiani sono ladri ed indubbiamente il pd ha meno ladri di altri partiti. Però tutti i partiti parlamentari (nessuno escluso) hanno condiviso e sdoganato comportamenti, modi di pensare e di agire che hanno contribuito a rendere antipatico tutto il sistema.
    E se sei parte integrante di un sistema non puoi riformarlo efficacemente

  18. giancarlo borluzzi Says:

    Quanto George W. scrive non è centrato.

    More solito, vuole insinuare che i partiti non sono tutti uguali ma ce ne sta uno (il suo) dalle virtù taumaturgiche.

    In realtà, il dubbio amletico attiene alla necessità di avere dei partiti.

    Sono stato a fine anno all’estero due mesi e non ho avuto modo di seguire in diretta il passaggio da Berlusconi a Monti nonchè i primi passi di quest’ultimo.

    Ma credo di aver poi recuperato in conoscenze e sono divenuto non tanto un fan di Monti (cui conferisco solo una morbida fiducia perchè non mi pare sufficientemente determinato) quanto un tifoso del concetto di Governo tecnico.

    Solo quest’ultimo può affrontare i problemi senza le devianze dell’essere pilotati dai sondaggi (che esprimono le preferenze emotive di chi nel 95% dei casi non comprende le tematiche, specie se economiche, e quindi non dovrebbe contare niente) o di seguire ideologie che chiudono gli occhi davanti alla quintessenza delle necessità effettive per squallida demagogia.

    Certo Monti è un personaggio apprezzabile nominato da un Presidente della repubblica globalmente accettabile.
    Ma come pensare di avere sempre Governi tecnici nominati da chi può non essere un Monti/Napolitano?

    Il Parlamento da contrappeso?
    Sì, se si elimina la sua visione partigiana della politica, visione che imbastardisce questo o quel partito che prescinde dalle necessità della nazione per interesse elettorale.

    Considero dunque positivo il Governo tecnico, ma esiste un problema di perpetuazione del medesimo e di necessario ok al suo operato che dovrebbe venire da qualcosa di diverso rispetto alla rappresentanza parlamentare attuale di questi partiti.

    In tale ottica, l’insinuazione bruscica di un PD panacea di ogni male è l’elogio di una politica che sarebbe doveroso accantonare.

  19. bruno courthoud Says:

    Una cosa è comunque certa: votare per uno qualsiasi dei partiti dell’attuale partitocrazia, in particolare con questa legge elettorale, significa dare il proprio voto a QUESTO modo di fare politica e di amministrare (corruzione, sprechi, malaffare, collusione con mafie di tutti i tipi, evasione fiscale, ecc.). Non so cosa si possa fare, visto che ci vorrebbe un segnale forte che ovviamente la partitocrazia non dà. La situazione è comunque grave, e qualunque persona minimamente seria e non compromessa con la quale mi capiti di parlare, laureata o con la quinta elementare, mi risponde: “Non vado a votare. Per chi votare?” Anche qui da noi, non solo in campo nazionale. Il primo dovere di un buon padre di famiglia (un amministratore) è infatti dare il buon esempio. Che esempi abbiamo? Rollandin, Milanesio, Berlusconi, D’Alema?


  20. Omicidio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo

    In questo ossessionante marasma di antipolitica dove pare e sembra che tutto sia perduto, e “dimenticato”…
    il sottoscritto ritiene doveroso rivolgere un pensiero commemorativo a Pio La Torre, in ricordo della barbara uccisione sua e di quella di Rosario Di Salvo, proprio nel giorno in cui ricorre l’anniversario della loro morte.

    Siciliani e politici onesti, morti per mano di quella mafia che stavano combattendo. La Torre aveva chiesto con insistenza e poi ottenuto quell’incarico in Sicilia, alla segreteria regionale del maggiore partito d’opposizione, il Pci, per riprenderne in mano le sorti e “bonificarlo” da una situazione di diffuso incancrenimento consociativo col sistema di potere democristiano. Ecco la differenza per cui partiti e politici non potranno essere tutti accomunati nello stesso “pastone”. Ce ne sono anche di quelli che avessero punti d’ombra, riusciranno a fare pulizia già al proprio interno. Anche oggi è la nostra prassi etica.

    Trenta anni fa, la mattina del 30 aprile del 1982, Pio La Torre, deputato del Pci e padre della legge che ha introdotto il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni dei mafiosi, era a Palermo e si stava recando alla sede del partito in una Fiat 132. Con lui c’era l’amico e collega Rosario Di Salvo. Uno squadrone di macellai mafiosi, su due grosse moto li accostarono ad un semaforo e li massacrarono. Come è facile vedere, eravamo alla vigilia del 1° Maggio.

    Vorrei fare presente senza alcuna polemica, ma pretendendo un certo rispetto come si usa tra gentiluomini che il sottoscritto quando scrive non solo è centrato (n.r Gcb)…ma anche concentrato sulla realtà dei fatti.

  21. bruno courthoud Says:

    Beati i paesi che non hanno bisogno di martiri. I quali saranno ufficialmente celebrati e ricordati, ma non modificano lo stato delle cose (altrimenti saremmo un paese di santi).


  22. (altrimenti saremmo un paese di santi)
    …Meglio santi che ciarlatani.

    29 aprile 2012
    Beppe Grillo sul ring della politica sferra colpi a raffica. E oggi nel suo tour elettorale palermitano non ha fatto eccezione e, forse ispirato dal luogo, ha azzardato un parallelo-choc tra la mafia e i partiti: «La mafia non ha mai strangolato i suoi clienti, si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un’altra mafia che strangola la sua vittima».
    «Vogliamo nomi e cognomi di chi sta portando al macello il Paese», ha poi detto il comico genovese ipotizzando una sorta di lista di proscrizione.

    E infatti, ha aggiunto: «Facciamo un processo con una giuria popolare e poi mandiamoli a fare i lavoratori socialmente utili».

    http://www.unita.it/italia/l-ultima-di-beppe-grillo-br-la-mafia-non-strangola-vittime-1.406241

  23. libero Says:

    Inseguire il personaggio Grillo su qualsiasi cosa dica è la moda del momento e fa il suo gioco, sai come se la spassa lui! Fanno più audience le parolacce, le battute che le informazioni su cosa è realmente il Movimento 5 stelle e perché affascina così tanto. Cosa fanno gli attivisti e cosa pensano, in poche parole, cercare di conoscere quali sono le reali misure del nuovo fenomeno politico è troppo arduo, meglio fermarsi sugli spropositi, peraltro ben studiati, di Grillo. Riprendo le parole del giornalista Davide Stasi de Il Ribelle, che non si può leggere se non si è abbonati: “Dunque, se ci si vuole fare un’idea del M5S, bisogna spegnere il televisore, gettare i giornali e anche smettere di leggere il blog di Grillo. Sostituendo questo con lunghe e belle chiacchierate con i suoi attivisti, candidati ed eletti. Solo così si avrà un’idea della serietà di chi sembra destinato ad assurgere al ruolo di nuovo futuro antagonista del sistema.”


  24. @ libero,
    condivido quello che hai scritto però leggo che in giro c’è un “tantino” di nervosismo. Ma com’è che Grillo passa la giornata a insultare tutti e appena uno dice che ha detto una cazzata partono gli squadrisiti traduttori. Cos’è, esiste l’infallibilità ? Non è che saranno un po’ permalosetti. Se sono permalosetti però, ci dovrebbero pensare qualche volta, prima di insultare chiunque e sempre.

  25. giancarlo borluzzi Says:

    @ George W.

    La Torre e Di Salvo erano visti dalla mafia come nemici e per questo sono stati uccisi. Ciò è successo nel 1982 e tale brutto fatto non può essere invocato per attestare il PD quale partito nuovo o particolare trent’anni dopo.

    Il virus è dato dal fatto che i partiti vivono per catturare voti in ogni modo e senza che ci sia un parallelismo tra il numero dei voti e la bontà dei messaggi partitici.

    Un Governo tecnico non deve rendere conto a nessuno ed è costituito da persone preparate.
    Quando Bersani dice che nel 2013 il pallino deve tornare ai partiti, con demagogie, sondaggi e PD cinghia di trasmissione del sindacalismo sul tavolo della politica, allora il tuo segretario dimostra di chiudere gli occhi davanti ai pregi del Governo tecnico solo per tenere in piedi il suo partito strutturato in modo elefantiaco e per il quale pretende quattrini pubblici (la CCCP non esiste e quindi non può aiutare) in barba alle esigenze del paese.

    Con tutto ciò LaTorre e Di Salvo non c’entrano proprio nulla: George W., i tuoi giudizi non sono centrati perchè non sai concentrarti sulla realtà dei fatti.

    E lascia stare il M5S: è un altro discorso.


  26. Non che tra il nazionalismo italico (e di qualsiasi nazione) e quello autonomista ce ne sia uno meglio dell’altro… sempre spazzatura è. In Francia in questo periodo di campagna elettorale stanno facendo indigestione di sonore porcate franco-fasciste e francamente credo che molti francesi abbiano un po’ la nausea. La grandeur e l’impero e le colonie provocano il vomito a tanti, anche bianchi francesi. Basta non siano dei trogloditi, come certi nostalgici italiani.

    Negli ultimi anni di revival fascista, con Berlusconi, Fini e Bossi, la televisione per lobotomizzati, l’Italia ha dimenticato i valori su cui si é fondata la Repubblica per rievocare mitologie patetiche, che parevano sepolte. Razzismo e deliri localisti della peggior specie si sono visti alimentati dall’idiozia della politica nazionale, con chiari fini populisti e di antipolitica.

    Più che discendenti dall’impero romano, questi signori sono dei buffoncelli, come i lepeniani così tanto amati dal nostro nostalgico Gcb. Solo che da noi stanno al governo, controllano le tv, hanno fior di giornali e soldi. Dovremmo fare qualcosa per curare meglio la nostra reputazione e coerenza politica. Anche perché quelli come me che stanno in Valle d’Aosta faticano a farsi ridere in faccia un giorno si e l’altro pure, per gli scandali inenarrabili collezionati dai discendenti dei Celti, dei Salassi e dei Romani che marciavano con il fascio.

  27. giancarlo borluzzi Says:

    Caro George W., criticami pure, ma su fatti reali.

    Mi definisci nostalgico: ma di cosa? Mi addossi caratteristiche che non posseggo e ti colleghi all’illazione per esternare giudizi senza senso: io non sono nostalgico di nulla e del ventennio non me ne importa niente.

    Mi incavolo quando falsificate i fatti: se tizio cade in mare e caio lo salva, sempronio arrivato in spiaggia a salvataggio compiuto non può definirsi salvatore.
    Fuor di metafora, mi riferivo, nell’ordine, a Italia, Usa e resistenti arrivati a cose praticamente fatte.

    Io lepenista? Non condivido la proposta di Marine sulla nazionalizzazione delle banche.

    Non sono xenofobo (porto i profughi africani della casa aostana della Caritas al bar e ho avuto una storia con una filippina dalla pelle stranamente scura), ma neppure il FN lo è.

    Apprezzo il coraggio di tale partito nella difesa della Nazione francese, come vegetariano non ho gradito vedere J. M. Le Pen mangiare rane al mio tavolo, reputo positivamente il fatto che per entrare in ogni loro manifestazione si deve pagare (è autofinanziamento) e per uscire si passa davanti a militanti che tengono una coperta piegata in modo atto a ricevere denari per pagare la manifestazione.

    Nel 2003 portai nella mia auto il vice di Le Pen (Bruno Gollnisch, europarlamentare, sposato con una giapponese con cui visse in Giappone e docente universitario di letterature orientali) da Piacenza ad Aix Les Bains; mi disse che avrebbe gradito una lingua francese parlata da tutti, ma questo sulla base di una libera scelta personale, deridendo le finzioni/imposizioni valdostane.

    Contattai l’Ansa aostana affinchè recepisse tale dichiarazione di un iperfrancese, Ansa che si definì interessata all’intervista e telefonai a Gollnisch dalla sede Ansa in Aosta, il suo direttore recepì la dichiarazione ma non ne fece un lancio sul momento perchè si definì “stanco” e neppure nei giorni successivi dicendo che Gollnisch doveva fare la dichiarazione all’Ansa di Parigi: insensatezza, gli accordi erano ben chiari e diversi.

    Questo per chiarire il peso delle illazioni di George W. e per esporre fatti che chi vuole (non Mistinguet) può leggere.


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