Verbo: intimidire
Il termine intimidazione ha fatto capolino nella nostra Regione poco tempo fa con la vicenda dei due importanti imprenditori calabresi presi di mira da alcuni esponenti della ‘ndrangheta. Eppure il termine dovrebbe essere ben conosciuto in Valle a prescindere dalle implicazioni calabre. Quando un politico unionista, in occasione della raccolta firma per il referendum sul pirogassificatore, grida agli astanti di non firmare cosa fa? Intimidisce. Quando altri politici, sempre unionisti, passeggiano fuori dai seggi per controllare l’elettorato cosa fanno? Intimidiscono. Le telefonate isteriche in campagna elettorale e i numerosi sms che ricordano quel piacere dato e quel favore chiesto cosa sono, se non delle vere e proprie intimidazioni? Quando solo alcuni blogs vengono oscurati di cosa si tratta? Il controllo oppressivo sulle teste di tutti che cosa significa? Ci sono delle differenze è vero: nel primo caso l’intimidazione di tipo tradizionale, fa ancora uso della scrittura, forse perché considerata meno rintracciabile; nel secondo si affida alla comodità della tecnologia. Alle pallottole dei calabresi si contrappone il posto con data di scadenza degli unionisti. Il metodo di fondo è lo stesso, cambiano i particolari che si fanno più “civili”, ma la parola: intimidazione ha lo stesso sapore acido.
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9 gennaio 2012 a 09:40
di intimidazioni nei piccoli paesi se ne vedono ogni giorno, ogni giorno davvero! per primi vengono i metodi di creazione delle liste per le elezioni comunali, sempre più pesantememente influenzate dalla politica dominante aostana: si va dal dover chiedere permesso alle alte sfere regionali per inserire in lista qualcuno il cui gradimento in casa UV è dubbio, alla presenza e martellamento costante, casa per casa, nei mesi precedenti le elezioni, di assessori regionali. infatti ci sono paesi in cui qualcuno, da Lassù, ha deciso che l’amministrazione non allineata, pur avendo lavorato bene, deve cambiare radicalmente e diventare unionista e allora via, casa per casa a profetizzare “chiusure di rubinetto” dei soldi regionali se non si aderisce alla lista imposta da Aosta. Poi ci sono i metodi di assunzione delle società fintamente private, in realtà partecipate quasi al 100% dalla regione e dai comuni (funivie, vari carrozzoni regionali ecc.) che se ne fottono allegramente dei contratti collettivi di lavoro e lasciano a casa chi sta loro sulle palle, anche se è sempre stato un eccellente lavoratore, per assumere invece amici, parenti, individui accondiscendenti a tutto, “graditi” insomma, anche se non propriamente eccelsi come qualità (persone senza patente per guida in stato di ebbrezza… per fare un esempio).
E poi c’è il pesante mobbing verso chi, amministratore comunale o di una delle sopracitate società partecipate, la pensa diversamente dal Pensiero Unico e ha la sfortuna o di essere stato eletto in una delle assurde liste miste che si fanno nelle piccole realtà o di lavorare a stretto contatto con l’ente pubblico .. La pressione psicologica e personale prosegue per mesi e mesi, finché, il dissenziente di turno, esasperato, si decide a dimettersi o addirittura si ammala (e ce ne sono ora e ce ne sono stati diversi, in un passato mica tanto lontano !!). Tanto il suo ruolo era quello di portare voti, o di assecondare i desideri dei piccoli arroganti e ignoranti capetti locali, mica di poter lavorare seriamente e onestamente….
9 gennaio 2012 a 18:18
è la triste realtà valdostana: l’ho conosciuta troppo bene!
10 gennaio 2012 a 00:32
è vero in parte.
però su certi aspetti esagerate un po’ e fate parecchio terrorismo.
poi ovvio ci sono casi e casi, ma non potete insinuare che in tutti gli ambiti si creino queste situazioni.
io conosco ad esempio persone con idee non allineate al partito di maggioranza (anzi che sono di altri partiti e si sono anche esposte direttamente) che lavorano o sono amministratori di enti pubblici o società partecipate e non hanno nessun problema.
10 gennaio 2012 a 10:05
@ Paolo
Davvero? Fai qualche esempio significativo, dai!
Per intanto, rimarchiamo il fatto che per te chi denuncia le intimidazioni è, lui, un “terrorista”: sento tanfo di UV…
10 gennaio 2012 a 10:53
Sono d’accordo con @dzei
Il problema non sono quei pochi o tanti “che lavorano o sono amministratori di enti pubblici o società partecipate e non hanno nessun problema” ma quell’unico che deve sottostare a vessazioni e/o intimidazioni con l’unica colpa di essere dalla parte “sbagliata”. Come ho detto più volte, c’è un mucchio di brava gente in giro. Concentriamoci sugli altri però.
10 gennaio 2012 a 13:58
“quell’unico che deve sottostare a vessazioni e/o intimidazioni con l’unica colpa di essere dalla parte “sbagliata”.”
Cioè, potreste fare “qualche esempio significativo, dai!”
10 gennaio 2012 a 17:30
Dzei io non sono ne dell’uv ne di qualsiasi altro movimento politico.
però è evidente che voi esagerate un po’ con le vostre insinuazioni.
pare che tutti quelli che non siano uv o contrari siano costretti a subire vessazioni ed intimidazioni.
c’è diversa gente ad esempio che lavora nell’amministrazione regionale o comunale o è amministratore di qualche società che non è dell’UV (o è dichiaratamente di un altro partito) e non ha di certo questi problemi che voi descrivete.
poi che che ci siano dei casi in cui succede non lo metto in dubbio, ma il “mobbing” esiste di fatto anche per altre ragioni oltre che alla politica (ad esempio antipatie tra colleghi, ecc ecc).