Guardarsi intorno


Dalle pagine di facebook Erika Guichardaz comunica la sua grande stima verso il segretario locale del PD, Raimondo Donzel. Sullo stesso social forum Alessandro Pascale si dice orgoglioso di Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione. Entrambi credono nei rispettivi partiti, entrambi ne condividono l’organizzazione e la relativa gerarchia. Eppure il mondo occidentale sta andando culturalmente da un’altra parte: da una struttura verticale a una orizzontale. I segni ci sono e, come sempre agli esordi, spesso mal compresi dal vecchio ordine. Non ho nessuna ricetta in tasca e credo che i partiti debbano ancora svolgere un ruolo, ma è impensabile non tener conto della nuova rivoluzione culturale che i mezzi di comunicazione di massa stanno apportando sul piano della comunicazione e del comportamento sociale.

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29 commenti su “Guardarsi intorno”


  1. cara Patrizia,
    in tempi in cui il qualunquismo e la superficialità sono predominanti nell’affrontare l’argomento della politica mi stupisce alquanto questo tuo post, perchè ti reputo una persona intelligente e che svolge un utile ruolo di denuncia quotidiana dei misfatti che accadono nella nostra regione.
    La critica che ti faccio è questa: possiamo unirci al coro un po’ caciarone di chi chiede che se ne vadano tutti a casa, aspettando che arrivi un angelo celeste a guidarci verso il sol dell’avvenire, oppure possiamo rimboccarci le maniche, accettare di mettere a disposizione la nostra individualità in un progetto collettivo e provare a costruire un’alternativa politica parlando di contenuti e cose serie come ambiente, lavoro, pace, diritti e via dicendo. Ovviamente ognuno ha le sue proposte. Il PD ha le sue, l’Alpe le sue, Rifondazione ne ha altre e via dicendo. In tempi in cui tutti sparlano dicendo che “sono tutti uguali” siamo purtroppo spesso costretti a far notare che una differenza antropologica di fondo c’è tra chi fa politica per passione e chi la fa per interesse personale. Questo può spingere talvolta gente come me ad esempio a sponsorizzare il Ferrero, ex ministro della Repubblica, che spala fango dalle zone alluvionate, per far vedere simbolicamente e molto concretamente che i luoghi comuni spesso sono cazzate, e che un altra classe politica è possibile (oltre che necessaria). Detto questo, proprio per restare in tema, gradirei allo stesso tempo che si notasse ad esempio il fatto che io stesso, lungi dall’accettare gerarchie e organizzazioni verticali, sono promotore di un documento che propone una riforma della forma-partito attraverso l’uso di referendum interni (democrazia diretta), proprio per cercare di uscire dall’impasse che sembra bloccare l’interesse dei cittadini per i partiti. Lo trovi qua: http://www.rifondazionesevda.org/?p=2122
    Si può poi dire che non c’è più bisogno di una forma partito e che la forma partito non è sacra. Sono d’accordissimo. Un partito non è nient’altro che un mezzo, un modo per mettere assieme tante persone che condividono un progetto di società. Tutti i movimenti di contestazione dei partiti e della politica attuale si sono finora rivelati incapaci di diventare protagonisti della politica. Forse perchè ci si rende conto che ad un certo punto serve proprio mettere in piedi un’organizzazione di qualche tipo per unire le persone e le idee. Puoi chiamare questa cosa partito o come vuoi. ma di fatto è la messa a disposizione della propria individualità al servizio di un progetto collettivo. Solo l’unione fa la forza Patrizia. Chi non riesce ad accettare una perdita minima della propria individualità per fare politica fa una scelta rispettabile, ma deve rispettare chi invece sceglie di “sporcarsi le mani”, accettando spesso cose su cui magari non è d’accordo ma su cui lo è la maggioranza del gruppo con cui lavora. Soprattutto trovo sterile che ci si lamenti che i partiti non si rinnovino senza che poi si faccia nulla. Io non mi lamento e ci provo a cambiare il mio. Senza troppe lamentele ma con il lavoro quotidiano e umile. Non è una cosa entusiasmante ma va fatta. E spero che presto lo capiscano tutti gli italiani oggi disillusi dalla politica. Perchè la politica non è solo cosa nobile, ma è cosa anche bellissima. Sono certi politici che fanno schifo. ma finchè non ci si darà da fare per sostituirli quei politici tanto vale continuare a tacere e rassegnarsi. Ma a me questa cosa non piace, un po’ perhè credo che “chi lotta può perdere ma chi non lotta ha già perso”, un po’ perchè “I filosofi hanno [finora] solo interpretato diversamente il mondo; ma si tratta di trasformarlo.”
    Saluti

    Alessandro Pascale

  2. patuasia Says:

    Perché il mio post stupisce? E’ il classico sasso gettato nello stagno, infatti non sono andata oltre il gesto del lancio per lasciare la parola agli altri. Personalmente non ho le idee chiare, avverto un forte cambiamento e avverto una forte rigidità nell’accettarlo (vedi alla voce Renzi). La soluzione, come ho scritto, non la conosco, neppure la intuisco. Non giudico. Mi permetto solo di osservare le onde e porre domande. Spero che questo sasso generi molti cerchi.

  3. Dzei Says:

    In una democrazia parlamentare esclusivamente rappresentativa e in uno stato di fatto centralizzato, come in Italia, i partiti sono una necessità. Così com’è inevitabile che si approprino del potere, tutto, e cerchino di spolpare il cittadino fino all’osso, la c.d. partitocrazia. Da cui la sfiducia e il disprezzo crescente che suscitano. La soluzione è nel riportare il potere al cittadino inserendo livelli di governo intermedi – il federalismo, ma non quello di Bossi, quello vero – E nell’uso della democrazia diretta. In Italia esistono bensì i referendum, ma sono solo abrogativi, esigono un quorum e i loro risultati sono spesso disattesi, complice la Corte Costituzionale, anch’essa parte del sistema centralistico. Il federalismo senza il referendum “libero” non basterebbe, visto il rischio di riprodurre in piccolo i difetti del centro. Quest’ultimo strumento permette infatti di “rimettere in riga” il politico appena si illude di fare di un mandato limitato un salvacondotto per ogni sua azione, senza peraltro eliminare le assemblee elettive, senz’altro utili quando propriamente controllate. Immaginiamo per esempio un referendum in VdA su una proposta di legge riguardo, chessò, i costi della politica oppure il pirogassificatore, con valore di legge se approvato, in cui il quorum non esista (si contano i sì e i no, chi ne ha di più vince e pace agli assenteisti). In sei mesi metteremmo già a posto molte cose e persino gli omertosi unionisti sarebbero obbligati a cercare di convincere invece di imporre, il che significherebbe studiare e imparare ad argomentare. Pensate: in sei mesi avremmo grandemente contribuito al risparmio pubblico, alla salute generale e avremmo dato un significativo contributo alla lotta contro l’analfabetismo.

  4. Luca Vegetti Says:

    Ma Alessandro, tu hai molta ragione in tutto quel che dici. Però.. il post mi pare solo che dica che al vecchio modo di fare politica, quello del partito, se ne affiancano di nuovi, più “orizzontali”. No? Insomma io non ci ho visto nessun qualunquista “tutti a casa” 🙂 Come tu dici, diversi partiti portano diverse proposte; quindi cercano di guadagnare una posizione di potere (su una scala per forza verticale) per realizzare ciò in cui credono. Tuttavia nasce un modo di fare le cose orizzontale, basso. Ad esempio certi gruppi ambientalisti, che fanno e diffondono ciò in cui credono molto prima che tutto ciò si traduca in un partito “in corsa”. Insomma, pervertendo il detto di Marx, “i politici fin’ora si sono limitati a promuovere il cambiamento dall’alto; è ora di cambiarlo fattualmente in basso”.
    P.s. per quel che può valere da totale esterno, complimenti per la proposta di riforma del tuo partito.


  5. Niente si può liquidare, in politica, con leggerezza.
    Cerco di proseguire sulla falsa riga di questo thread di Patuasia, per vedere se qualcuno messo meglio di me in quanto a modernità dei “costumi politici”, riuscisse a spiegarmi come si può fare politica senza essere un partito, o movimento, o associazione, politica, cioè che si “ispira a un’idea politica” comunista, marxista, socialdemocratica, liberale, fascista che sia. Governare qualsiasi Paese o città o impresa e perfino un condominio deve necessariamente avere un’ispirazione di colore politico. E’ chiaro che se l’Italia degli anni ’20 non fosse andata in mano a Mussolini forse ci saremmo evitati tre guerre in venti anni, così come è chiaro che la Thatcher ha pensato di risolvere i guai del suo Paese con un’idea assolutamente diversa da quella che in quel momento governava le Repubbliche del Nord Europa.

    Come fai allora a pensare che se metti delle persone senza colore politico, senza un’idea su come governare una società, magari solo provvisti di onestà, o di quell’idea abbastanza confusa sulla partecipazione di tutti i cittadini alle decisioni del governo, ipotizzi solo un gran casino. Oppure, visto che politici abbiamo oggi, fai del semplice populismo. Facile, in questo momento.

    Ora, è di moda prendersela con i politici, quelli che Beppe Grillo chiama “i nostri dipendenti”. Senza esagerare, è vero che un problema c’è. La maggior parte di loro – sempre con qualche lodevole eccezione – non ha la minima idea di quali siano i veri problemi e questo deve rendere senz’altro piuttosto difficile governare efficacemente un paese. D’altra parte, è anche vero che l’ignoranza dei politici è solo un sintomo di un problema fondamentale: la società moderna è talmente complessa che è diventato quasi impossibile gestirla.

    Certo, l’autoreferenzialità della politica attuale non facilita il problema. Immagino che quando la regina Maria Antonietta di Francia disse che se il popolo aveva fame poteva mangiare briosce, lo fece perché non aveva la minima idea di cosa succedesse fuori della reggia di Versailles. La storia della delle briosce di Maria Antonietta è quasi certamente una leggenda, ma rende bene l’idea del problema dell’autoreferenzialità in politica. Il sottoscritto crede nella politica, quella con la P maiuscola, fondata sulla partecipazione della gente. Per poter partecipare alle scelte politiche ci vogliono strumenti di partecipazione. I partiti, nella concezione del sottoscritto, sono appunto strumenti di partecipazione. Gli strumenti possono naturalmente essere altri, ma nella politica italiana i partiti sono lo strumento principe.

    Piaccia o meno, il Pd è oggi, purtroppo, l’unico partito esistente in Italia. Almeno nel senso che dico io e che sta scritto nella Costituzione Italiana. Il Pd è l’unico partito ramificato su tutto il territorio nazionale in
    cui gli iscritti e i simpatizzanti possono discutere liberamente, litigare, schierarsi, esprimersi anche pubblicamente, eleggere i propri dirigenti locali, provinciali, regionali e nazionali, scegliere i propri candidati attraverso primarie interne. Tutti gli altri sono partiti padronali, in cui il nome del capo è addirittura scritto nel simbolo, oppure partiti-chiesa- setta in cui si entra per diffondere il Verbo e non elaborare proposte politiche e programmatiche.
    Saluti

    Giorgio Bruscia


  6. Condivido sostanzialmente l’intervento del signor Bruscia (eccetto ovviamente l’ultimo paragrafo glorifico del PD).

    X Luca: non discuto che ci siano diversi modi di fare politica, alcuni dei quali “orizzontali”. Quel che dico è che questi movimenti non sono finora riusciti a strutturarsi in modo adeguato per partecipare a questo tipo di democrazia rappresentativa che è presente in Italia. Si può anche accettare l’idea di non porsi tale obiettivo, per carità. Legambiente fa politica ugualmente senza prendersi il pensiero di entrare direttamente in Parlamento. però è chiaro che le decisioni di fondo vengono prese dal Governo, e come tale l’obiettivo deve essere quello di arrivare a gestire il potere. Poi, per la mia sensibilità di comunista, ritengo che l’obiettivo del potere non debba essere fine a sè stessa ma debba servire a riformare lo Stato nella maniera della maggiore democrazia diretta possibile. Ma questo è un altro discorso. Quel che volevo dire è che la “ricetta giusta” per far politica non esiste. Sicuramente il modello migliore di un’organizzazione è quello il più possibile democratico, ma una volta constatato ciò si possono fare 3 cose:
    1) provare a far nascere tale nuova “organizzazione” dal basso, cercando di estenderla a livello nazionale e cercando al contempo di mantenere “l’orizzontalità” più ampia possibile (riuscire a farlo senza eleggere rappresentanti e quindi scadere un classico partito la vedo dura, ma auguri)
    2) entrare in un partito esistente e cercare di riformarlo introducendo questi meccanismi “democratici”
    3) non fare niente

    ps: grazie per i complimenti al documento. Mi fanno molto piacere 😉


  7. Cominciate a fare a meno di questi e poi ne riparliamo.
    http://www.libero-news.it/news/776209/E-paghiamo-63-milioni-di-euro-ai-partiti-morti-e-sepolti.html

    Se si vuole far tornare la politica tra la gente è necessario togliere di mezzo i soldi, questa è la prima cosa; cominciando dai finti rimborsi elettorali (finanziamento ai partiti già bocciato da un referendum brillantemente aggirato), proseguendo con gli stipendi, i benefit ed i vitalizi (le varie proposte presentate al parlamento bocciate quasi all’unanimità chissà come mai).
    Proseguiamo poi con il vincolo dei mandati (massimo due e poi mai più), l’ineleggibilità per i condannati, la possibilità di richiamo dell’eletto a metà mandato (chi fa cazzate deve poter essere spedito a casa), il referendum anche propositivo senza quorum.

    Da qui occorre iniziare, queste cose a mio modesto parere sono la base dalla quale partire per parlare di demos cratos.
    I partiti attuali non hanno interesse ad apportarle, ecco perchè è necessario andare oltre. Bisogna entrare nelle stanze della politica per portare fuori le porcherie che succedono e che si fanno, denunciarle e far aprire gli occhi alla gente; senza se e senza ma, senza compromessi ne altri interessi (un cittadino informato è la peggior sciagura per i politici della repubblica delle banane a cui ci siamo (ci hanno) ridotti).

    Perchè non iniziate a chiedere queste cose al vostro di dentro? Potreste risparmiarci parte di questo sporco lavoro. 🙂


  8. Scusate, ma mi sembra che qualcuno abbia una idea piuttosto vaga di quel che vuol dire democrazia (demos cratos). Un partito rappresenta unicamente un gruppo di pressione, o l’indicazione di un obiettivo. La democrazia diretta è un sogno e penso sia addirittura irrealizzabile, e qualora invece lo fosse la rappresentazione sarebbe comunque quella di partiti, cioè di gruppi di pressione accumunati da una medesima idea.

    Che fenomeni come il grillismo nascano al ritmo di dieci al giorno in tutto l’universo mondo, non cambia l’interrogativo che io pongo e cioè: “quando si tratterà di affrontare, per fare un esempio, la crisi economica del Paese cosa farebbe un pres. del cons. grillino? Metterebbe la patrimoniale o no? Ridurrebbe il welfare in nome dell’emergenza nazionale, o no? Cercherebbe di chiudere i sindacati in un recinto affinche non rompano le palle, o no? Sarebbe favorevole alla tobin tax, o no?

    Per fare delle scelte, bisogna avere un’idea politica, o quantomeno filosofica che poi diventa comunque politica. Qualsiasi sforzo si possa fare per restare nel campo della semplice onesta corretta amministrazione, quando devi fare delle scelte, la tua idea di stato e di società, forzatamente, esce e condiziona la tua scelta.


  9. Ad esempio, ma proprio solo per fare un piccolo esempio, per quanto riguarda la crisi penso che i cittadini islandesi abbiano aperto una strada che si è dimostrata percorribile e creato un precedente pericoloso per l’intero sistema finanziario e per l’FMI che ormai ha commissariato l’Italia.

    Comunque, a parte questo, sei d’accordo con quello che ho scritto o no? Inizierai dal tuo di dentro o no?

    Oppure per voi è sempre e solo tutta demagogia e non rispondete mai?

  10. Tsardon Says:

    Per favore Bruscia ma che ideale c’è nei partiti italiani ! quello che conta è solo aver la panza piena! Ma smettiamola con questi discorsi servili! Guardate in faccia la realtà e come avete ridotto questo paese, iniziate con togliervi i lauti stipendi, benefit e vitalizi, e poi forse qualcuno crederà nella vostra buona fede. Non basta cambiare nome al partito per lavarsi da ogni colpa! Cambia la carrozza, ma i cavalli non cambiano mai! Anche voi avete contribuito a creare questo disastro di paese e di debito!

  11. fiatosprecato Says:

    La democrazia diretta un sogno? Irrealizzabile? Mi pare che quanto successo in medio oriente con la nascita di movimenti spontanei attraverso la rete dimostri l’esatto contrario. L’informazione rende il cittadino “pericoloso” per certa politica. C’è bisogno di buoni esempi, di rotture col passato e con le cattive abitudini. Quando un partito “tradizionale” lo capirà sarà sempre troppo tardi.

  12. tagueule Says:

    @Giorgio Bruscia

    Egregio Giorgio Bruscia,
    lei non si rende conto, nel suo ultimo intervento, che pone sul piatto della discussione esattamente la stesa critica alla quale l’elettorato sottopone il PD. Così come lei si chiede cosa farebbe un presidente del consiglio grillino, così molti elettori si chiedono cosa farebbe un presidente del consiglio del PD. Metterebbe la patrimoniale? Ridurrebbe i costi e i privilegi della politica? Affronterebbe il problema della burocrazia? Taglierebbe fondi per la ricerca? Taglierebbe il bilancio della pubblica istruzione? Farebbe una legge sul conflitto di interessi? Metterebbe un limite all’eleggibilità di consiglieri e deputati? Lei dà per scontate le risposte degli elettori di centro-sinistra. E questo “dar per scontato” è un’evidente sintomo di ottusità politica. Non sottovaluti un partito dato tra il 3 e il 5%. Il PDS anni fa l’ha già fatto questo errore lasciando che la Lega occupasse spazi di inquietudini popolari alle quali il centro-sinistra non ha dato risposta.


  13. sul fatto che ci siano persone che campano di politica senza aver mai lavorato è cosa spregevole. Sono d’accordo sul limite dei due mandati, e fosse per me lo stipendio di consiglieri e parlamentari dovrebbe essere troppo distante da quello di un operaio specializzato o di un professore liceale (e state pur certi che alle prossime elezioni, sia politiche che regionali, porterò questa proposta ai candidati). Ok in linea di massima anche per l’ineleggibilità per i condannati (anche se bisogna capire per quali reati. Lei si sentirebbe di escludere uno che è stato messo in carcere e condannato per una protesta civile, magari un dottore che ha violato le leggi di denuncia degli immigrati? Occhio alla demagogia…) e per la riduzione in generale dei privilegi pensionistici e via dicendo.
    E’ ora però di smetterla con questa tiritera dello stop al finanziamento pubblico ai partiti politici (così come ai giornali). Il finanziamento è SACROSANTO perchè se non ci fosse ad avere i soldi necessari per fare politica di massa resterebbero solo i padroni milionari come Berlusconi, Marcegaglia, Montezemolo e via dicendo. E poi finirebbe che anche le forze di sinistra sarebbero costrette, per far fronte a questi milionari, a richieste di finanziamenti privati, così come fanno in America, dove Obama non può fare le riforme che vorrebbe perchè vincolato dagli interessi di banche e multinazionali che l’hanno finanziato in campagna elettorale.


  14. ovviamente alla terza riga ho dimenticato un “non”: “lo stipendio di consiglieri e parlamentari non dovrebbe essere troppo distante…”


  15. Come avevo previsto e immaginato il tema proposto da Patuasia si è rivelato solo uno specchietto per le allodole. Naturalmente devo riconoscere come Alessandro Pascale sia stato l’unico interlocutore con cui il sottoscritto abbia potuto scambiare opinioni attinenti con il tema proposto. Altri invece non hanno fatto che seguire il metodo stantio e “palloso” della polemica gratuita, della presa per i fondelli, della critica senza costrutto e soprattutto satura di scetticismo e di populismo. Non capisco perchè persone intelligenti come Alessandro che scrivono e professano una politica ancora piena di valori, si ostinino a contrastare altre persone come il sottoscritto che altrettanto ostinatamente cerca di esporre gli stessi suoi valori raggiungibili, magari, con minor enfasi. Condivido sostanzialmente l’intervento di Alessandro Pascale che senza dubbio è coerente con l’idem sentire di tantissime persone a cui stanno a cuore le necessità e le urgenze attuali del Paese.

    Ora rivolgendomi agli altri interlocutori di strada che qui vogliono ridicolizzare il Pd – invece di prospettare dialoghi concreti e corretti – utilizzando la posizione di questo o quell’uomo politico, dico che sono liberissimi di farlo, ma non è una operazione corretta. Il discorso è molto complesso e la risposta necessaria dovrebbe essere molto articolata. Provo a rispondere con la necessaria sintesi, usando l’accetta. Se, da esterni, volete legittimamente confrontarvi con il Pd, dovete farlo sulle posizioni di sintesi che esso esprime, che vengono approvate dagli organismi dirigenti o sulle proposte di legge che vengono depositate nei luoghi deputati e sull’attività politica sempre puntuale.

    Il Pd, credo che sia indispensabile per tutto il centrosinistra e in Valle d’Aosta senza il Pd non si va da nessuna parte. Nessuna conquista o conferma sociale può esere fatta senza il Pd. Per questo cercare di azzoppare il Pd ad ogni occasione, come fanno i forumisti “non amici”, è stupido prima ancora che autolesionista. Tutti quanti dobbiamo cercare di recuperare i voti finiti nell’astensione e nel qualunquismo dell’antipolitica. E non ricuperare i voti altrui per fare meramente l’interesse di bottega e non quello generale Questi voti si recuperano con la buona politica, non con la cattiva politica. Se non si recupera uno spirito serio e collaborativo non si va da nessuna parte. Io resto dell’idea della “vocazione maggioritaria”, perchè non basta vincere, ma occorre poi governare.

    Oltretutto governare in un periodo di vacche magre rende debole anche lo strumento populista spesso usato da molti movimenti anche di sinistra. In un periodo di crisi come questo il populismo può tornare utile solo a chi ha una cultura di opposizione. Esattamente opposta alla nostra che è votata al governo del Paese.
    Saluti

  16. tagueule Says:

    Caro Bruscia,
    non mi sembra che il mio commento ridicolizzasse nessuno. Ma devo ammettere che, con il suo ultimo post, lei si ridicolizza da solo dandosi dell’allodola: se fosse stato uno specchietto e lei lo avesse capito avrebbe dovuto ignorarlo. Non crederà che qualcuno si senta toccato dal non essere nelle sue preferenze? “Senza il PD non si va da nessuna parte”: non mi sembra che sia un principio politico di altissimo livello. E se così fosse, se fosse vero che senza il PD non si va da nessuna parte, allora cosa aspetta a portarci al settimo cielo? Cosa aspetta a guidare il governo regionale e a trasformare questa regione nella perla delle Alpi? Caro Bruscia, in un sistema politico basato sulle alleanze, come avrà verificato negli ultimi anni, anche Scilipoti ha potuto dire: senza Scilipoti non si va da nessuna parte. Che lei valga politicamente più di Scilipoti lo deve ancora dimostrare: con i fatti. A me degli “organismi dirigenti” non me ne può fregare di meno: mi interessa che l’organismo dirigente si faccia carico delle necessità della società civile: il lavoro e la cultura, la scuola e la scolarizzazione, l’etica e la politica. Sull’autolesionismo: è un concetto che mi ricorda il discorso un altro grande statista nel negare la crisi economica. Forse anche lei non accetta la critica? A me sembra che lei, più che al governo, sia votato al potere. Leggo segnali precisi.

  17. erika Says:

    cara patrizia,
    sono abituata a esprimere la mia stima o ringraziare le persone con cui lavoro. Oggi il segretario regionale del mio partito, domani il dirigente del mio ufficio, ieri il presidente della pro loco di cui faccio parte o il ragazzo che porta la bandiera a ogni commemorazione dell’anpi… e questo lo faccio nella vita privata come in quella lavorativa.
    Ora quindi non deve stupire e mi dispiace che tu la veda in questa modo, vedrai che sul mio profilo tante volte troverai non solo messaggi di stima, ma anche la rabbia e l’espressione di sentimenti meno nobili.
    A presto.

    Erika


  18. Scusi taguele, ma quando mai ho imposto la mia persona alla sua attenzione come protagonista della politica reale ? Io non devo dimostrare nulla, tanto meno a lei che è in malafede! Pertanto che le interessi o meno, a me di Scilipoti e conniventi, non me ne può fregà de meno. C’è un fatto però e glielo dico….

    ….si rimane sempre più profondamente colpiti dalle rigorosissime ed argomentatissime analisi politologiche del nostro inconsapevole taguele. Meno male che c’è, altrimenti saremmo costretti a vivere nell’oscurità dell’ignoranza.

    Egregio taguele, ma la mattina che prende a colazione? Per avere questa lena contro il Pd forse si nutre di carbonada ? In questo Paese negli ultimi 90 anni, quelli che si riconoscono nel Pd hanno potuto governare solo per 8 anni. Non è possibile aver combinato tanti disastri. Faccia un esame di coscienza sereno. Ragioni con tranquillità e vedrà che le cose sono completamente diverse.

    E nei posti dove il Pd ha potuto governare con tranquillità, da sempre la qualità della vita è nettamente superiore a qualsiasi regione d’Italia. Un pò di obiettività non le farebbe male. Non ragioni da tifoso. Questo è il pericolo che incombe sull’italiano medio. Siamo tifosi anche in politica. E ora ci dica almeno, una volta per tutte, per chi vota. Non ci faccia macerare nel dubbio.

  19. libero Says:

    Mi sembra che come tifoso caro Giorgio non stai indietro a nessuno. Qui non si stanno facendo le pulci al Pd, ma alla politica nel suo insieme e mi sembra che abbia ragione patuasia quando dice che bisogna saper ascoltare le ragioni degli altri, invece di incensare sempre e solo la propria squadra. Al prossimo giro il partito dei vincitori sarà quello degli astenuti, bel risultato no?


  20. Caro libero c’è una spiegazione semplice semplice al fatto che io come tifoso non stia indietro a nessuno. Se tu non lo avessi notato, gran parte dei personaggi che scrivono qui, sono scientemente contrari ad ogni posizione da me assunta. Di principio e senza prescindere. senza soppesare e valutare il fango che continuano a gettarti addosso.

    E’ vero, quello che scrivi ha spunti di verità, e come dici tu, bisogna sapere ascoltare gli altri. Ma all’infuori di te e pochissimi altri, non vedo altrettanta attenzione – non dico condivisione – ai concetti esposti. Se non erro, persino tu e Patuasia siete stati costretti a svariate precisazioni su notizie errate scritte in risposta da alcuni nick. La malafede ha fatto sì che questi signori non si siano presi nemmeno la briga di leggere e verificare.

    E poi lasciamelo dire: qui non si fanno le pulci al Pd, ma solo al Pd.
    La mia risposta al precedente messaggio di taguele è parte di quel campionario di una serie incredibile e numerosa di altre mie precisazioni “dovute” per inesattezze altrui. Le critiche e le polemiche fatte nei confronti del partito di maggioranza, sono scontate. Per chi governa è normale e giusto che debba accettare il “mugugno”. La locuzione latina: ius murmurandi (nel senso di “mugugnare”), si spiega più propriamente con la libertà di manifestare (in genere contro il potere), quale residua libertà concettuale lasciata all’individuo. Se non si è sicuri sulle notizie da scrivere, si evita di farlo.

    Pertanto ascoltare va bene, ma dialogare con sordi arroganti, che hanno sempre ragione, ti fa crescere una certa sicurezza interiore, sapendo della tua preparazione personale.


  21. Sono contento che Giorgio e Alessandro possano continuare a parlare tra loro, intanto la società civile guarda altrove. Rimarrete a parlare tra di voi e forse vi capirete anche. Auguri

    Comunque ad Alessandro che si ostina a considerare sacrosasnto il finanziamento pubblico ai partiti, dico che adesso è chiaro a tutti che non ha capito quello che è successo nel referendum del 1978 e, come la dirigenza del suo (e degli altri beninteso) partito, continua ad ignorare le risposte dei cittadini.
    Come pretende poi che i cittadini gli credano quando propone referendum interni? Democrazia dal basso? Ridicolo! Non è credibile, esattamente come la politica che esprime il suo e gli altri partiti.
    Poi sembra che i grillini ce l’abbiano particolarmente con il PD o i “partiti di sinistra”, ma come si fa a non avercela con costoro? Qualcuno me lo spiega?


  22. Sig. Bernabè, viviamo in un Paese in cui ci sono cose ben più importanti che non vengono rispettate. Alludo in primo luogo alla Costituzione Repubblicana, stuprata ogni giorno dai poteri forti. Stanno per fare l’ennesimo massacro sociale, c’è la disoccupazione giovanile al 30%, il debito pubblico schizza al punto che non si come si riuscirà a pagarlo e lei mi viene a dire che il problema è finanziamento pubblico ai partiti?
    Si immagini l’inflessione alla Totò: “Ma mi faccia il piacere!”

    Se facessimo come dice lei rimarrebbe solo il PDL a fare politica indisturbato. Confindustria, finanza, mafie e Vaticano finanzierebbero i partiti che non solo perpetuerebbero le devastazioni sociali in corso, ma le aggraverebbero senz’altro, come d’altronde si apprestano tutti a fare con la legge di stabilità in vista.

    Quando avremo risolto questi piccoli problemi e ristabilito un po’ di equità sociale e non ci sarà più bisogno di organizzazioni politiche per me potremo anche togliere ogni centesimo.

    ps: io non becco un centesimo nel fare politica. Sono parte della società civile. Se lo ricordi

  23. tagueule Says:

    Ammetto: ho provocato. E non era il mio obiettivo. Non mi interessa provocare reazioni del tipo “ma la mattina che prende a colazione? Per avere questa lena contro il Pd forse si nutre di carbonada ?”. Rispondo serenamente: io non faccio politica e mi posso permettere qualunque idea bislacca, anche il sillogismo. Chi fa politica invece non può. Quindi il sillogismo – In questo Paese negli ultimi 90 anni, quelli che si riconoscono nel Pd hanno potuto governare solo per 8 anni. Non è possibile aver combinato tanti disastri – è povero. E’ troppo poco per chiedermi di essere rappresentato da tanta inadeguatezza. Non sto a farla lunga, ma vorrei ricordare che la scelta di D’Alema di non fare la legge sul conflitto di interessi (una scelta sola, signor Bruscia,: bastano 5 minuti di governo per quella scelta, si immagini quanti disastri da 5 minuti ci sono in 8 anni) ci ha messi nelle mani del centro-destra per diciotto anni ! ! Una generazione. Le chiedo allora: chi paga il conto politico di quella scelta? Infine (e poi taccio per sempre): “nei posti dove il Pd ha potuto governare con tranquillità, da sempre la qualità della vita è nettamente superiore a qualsiasi regione d’Italia”. Caro Bruscia ha scelto la persona sbagliata per fare quello che è andato in gita in Emilia Romagna: ho vissuto a Roma con sindaci Rutelli e Veltroni e a Bologna con Cofferati e Delbono: tolto Cofferati, se li prenda pure in Valle d’Aosta tutti e tre. E vediamo se le condizioni di vita migliorano.


  24. @Taguele
    Ora anche io rispondo serenamente: “Io faccio politica esattamente come la fa lei, e le dico che coscientemente – stante le medesime condizioni – non mi posso permettere qualunque idea bislacca, come lei pretende di esporre. Non ho cariche, non ricevo una lira, pardon euro, sono solo una persona che soffre al vedere quanto enorme sia “l’ignoranza” che oggi inizia a sovrastarci.Perciò cerco di essere una persona responsabile e come tale non posso sempre demandare ad altri la soluzione dei problemi che potrebbero interessare la mia vita. Troppo comodo, troppo semplice, e troppo menefreghista proseguire il suo sentiero esistenziale. Vedo che lei è sufficientemente informato come il sottoscritto, per altro, per esprimere dubbi e critiche su uomini politici. Dunque taguele, la Società ha urgente necessità di uomini che propongano idee, progetti e fattività; non di qualunquisti e populisti che sono solo capaci di provocare e criticare a vanvera.

    Si dice che la democrazia sia un pessimo sistema, ma che non ce ne sono di migliori. Perciò taguele la alimenti: cultura,cultura, cultura…e non nel senso aristocratico del termine, ma “conoscenza”!
    La conoscenza come elemento fodamentale dello spirito critico…. e la “conoscenza” è potere – asseriva un grande filosofo del quale non ricordo il nome. Ah, come sono ignorante!


  25. Io penso che oltre agli ignoranti, sono da temere anche gli imbecilli; l’ignorante quando è onesto si evolve e quando è gretto si chiude nel proprio interesse egoistico, ma l’imbecille si fa incantare come i serpenti. Anzi come un allocco.

    Io non so se ci risolleveremo mai da questo disastro, ma so che una vergogna, come quella che abbiamo vissuto in questi anni non la dimenticheremo più, neppure in Valle d’Aosta.

    Io capisco che l’ignorante non possa capire la gravità di una legge che attenui la pena del falso in bilancio, ma che un uomo qualsiasi possa farsi prendere per il culo come con la storia della nipote di Mubarak, questa è una vergogna che non passerà mai più.

    Ormai anche se dal punto di vista politico ci volesse una legislatura per cancellare berlusconi, penso che ci vorranno due generazioni per dimenticare che in Italia fu votato questo ciarlatano e che la Valle d’Aosta, con i suoi dirigenti politici, abbia fatto “piedino” con questo mistificatore

  26. bruno courthoud Says:

    questa volta il primo NO all’attuale partitocrazia lo ha detto (o meglio lo hanno fatto dire) addirittura a Napolitano: che botta ai partiti, di maggioranza e di opposizione!


  27. Bentornato Bruno!

  28. bruno courthoud Says:

    Grazie!

  29. patuasia Says:

    Felice di averla ancora con noi, signor Courthoud.


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