L’isteria della Zublena 2
La Zublena insiste e cambia strategia. All’infuocato comunicato stampa di ieri dove, seppur indirettamente, dava degli imbecilli ai sottoscrittori della petizione delle 11mila firme, vittime di plagio politico a fini elettorali, oggi ne propina un altro di tipo scientifico: Bolzano dice sì all’inceneritore. Fior fiore di esperti si sono concentrati nella città per confermare le sue tesi sulla bontà dell’impianto. In modo molto subdolo, l’assessore mantiene il suo precedente giudizio sui virtuosi. Spera che le tesi dimostrate diano una coscienza a chi, evidentemente, non ce l’ha e induca il comitato Valle virtuosa a smetterla di criminalizzare gli impianti di trattamento a caldo dei rifiuti. In definitiva secondo l’assessore all’Ambiente, oltre che imbecilli i partecipanti al comitato (e tutti noi) sono pure degli ignoranti. Secondo la Zublena infatti, nessuno, oltre i suoi esperti, è a conoscenza dei risultati prodotti da un trattamento a caldo e, quindi, la sua speranza è riposta in quello che lei considera il vuoto nelle virtuose teste e che, grazie al bolzanino workshop, si è finalmente colmato di sapienza.
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25 ottobre 2011 a 20:54
Siamo imbecilli perché ci facciamo condizionare dai partiti e siamo ignoranti perché non sappiamo come funzionano gli impianti, certo che Zublena ha una grande opinione di chi la pensa in modo diverso, fortuna che dovrebbe essere l’assessore di tutti. Mi piacerebbe che dopo tutti questi comunicati valle virtuosa si facesse sentire.
25 ottobre 2011 a 22:17
Assessori di tutti????ma quando mai….
Domenica sono stato un momento con quelli di Valle Virtuosa che raccoglievano le firme davanti all’arena della Croix noire…. un assessore passando ha detto che è tutta strumentalizzazione e successivamente mi ha chiesto come stava andando la raccolta firme.Dopo che gli ho risposto che andava bene la sua frase è stata: “almeno sapremo a casa di chi portare l’immondizia”…
Devono difendere a tutti i costi le decisioni di IDDU.
26 ottobre 2011 a 10:58
Non si posssono però neanche prendere per “oro colato” le opinioni dei Virtuosi… Non è facile stabilire chi ha ragione.
26 ottobre 2011 a 13:04
Quando non c’è contraddittorio le persone che pensano con la propria testa si chiedono: come faccio a stabilire chi ha ragione?
E allora perché non si consiglia all’assessore all’ambiente di consultare anche Stefano Montanari, che non rappresenta interessi finanziari né politici, ma ama semplicemente l’umanità e l’ambiente in cui siamo costretti a vivere? Vada la Zublena sul sito dello scienziato Montanari o legga i risultati delle sue ricerche, lo inviti ad un pubblico contraddittorio e solo dopo potrà dire di avere le idee chiare.
Il fatto stesso che tra il fior fiore degli esperti non ci sia stata neppure una voce contraria cosa significa? l’unanimismo puzza sempre di dolo, proprio come ogni inceneritore.
Di più: perché non si invita la Zublena a vivere (a spese della collettività) per sole 24 ore a poca distanza da un inceneritore o termovalizzatore che dir si voglia. In tal caso però si controlli che non usi la maschera antigas e che faccia obbligatoriamente attività fisica in loco.
Ultima cosa: l’assessore ha mai sentito parlare di precauzione? quello che serve ai genitori per tutelare la salute mentale e fisica dei propri figli, ad un insegnante di spianare la via del successo cognitivo ai propri alunni, ad un autista di non distrarsi o drogarsi, ad un assessore all’ambiente di limitare al massimo possibile l’inquinamento ambientale? Il massimo principio di precauzione che dovrebbe praticare la signora Zublena riposa pacifico e sorridente nella raccolta differenziata porta a porta che, se apprezzata da tutti i cittadini, porta ad un residuo non riciclabile di circa il 5% di tutti i rifiuti. Lo si fa in America, dove gli inceneritori che c’erano sono stati smantellati o sono in via di estinzione, in Germania, nelle Filippine, ma anche nei centri virtuosi di casa nostra, a Salerno, a Portici, a Pianopoli, a Capannori, ecc. ecc.
Auguri di una buona RESISTENZA da parte del sottoscritto calabrese, che prima o poi verrà a conoscere la vostra Valle e soprattutto verificare da presso la tenacia che vi contraddistingue per le lotte di cui siete con piena coscienza e virtù protagonisti.
26 ottobre 2011 a 18:09
Zublena: “Personalmente ho a cuore il problema . Come potrei non averlo? Sono innanzitutto una valdostana, una mamma, che vive vicino a dove sorgerà l’impianto e che non ha nessuna intenzione di cambiare casa, che vuole per i propri figli e per i valdostani un futuro dove i rifiuti non siano un’emergenza”
Berlusconi: “non ho mai pagato dei soldi per andare con una donna; lo giuro sulla testa dei miei figli”.
Cosa vuol dire aver a cuore i figli!
26 ottobre 2011 a 20:24
Mah, a me sembra che i vostri commenti siano solamente pieni di astio.
Non credo che fare di questo problema una battaglia politica sia di grande utilità ai valdostani, anzi si rischia di rendere solamente tutto più difficile. Paragonare la Zublena a Berlusconi? E’ ridicolo!
Questa è una scelta essenzialmente tecnica sul come gestire i rifiuti nel prossimo futuro.
Non credo neppure alla vostra solita tiritera-fumo su mafia, tangenti, interessi privati legati alla costruzione del pirogassificatore.
Credo solamente che la scelta sia basata su anni di studi (sul sito della regione ci sono migliaia di pagine in merito) e sia stata presa a ragion veduta da chi non solo poteva ma era in obbligo di prendere una decisione in merito.
Sono convinto che se fosse stata scelta una qualsiasi altra alternativa saremmo comunque qui con le raccolte di firme, polemiche varie, ecc. ecc.
In Valle esiste -ed è forte- il partito del no a tutto, del non fare nulla il cui principio ispiratore è “chi non fa non sbaglia”.
26 ottobre 2011 a 21:59
– “nelle aree di montagna l’incenerimento è sconsigliato in ragione degli impatti ambientali che esso determina”
– “l’incenerimento presenta numerosi inconvenienti, soprattutto ambientali, in quanto genera importanti impatti negativi sull’aria e sull’acqua ma anche sul piano paesaggistico; tali impatti sono aggravati, nelle aree di montagna, dalle condizioni naturali (rilievo e inversione termica) e sono maggiormente subiti a causa della fragilità del territorio”
– “l’incenerimento non esclude la necessità di uno stoccaggio definitivo, in questo caso di rifiuti pericolosi, più oneroso e con vincoli più restrittivi”
– “l’incenerimento annulla gli sforzi per la prevenzione e la riduzione dei rifiuti da raccogliere e per promuovere lo sviluppo di sistemi di raccolta differenziata che, alimentando le filiere di riciclaggio, permettono di ridurre il consumo di risorse naturali”
– “sul piano economico, gli investimenti relativi alla costruzione e al funzionamento di un inceneritore non si giustificano a fronte dei benefici derivanti dal recupero di energia”
– “l’inversione termica può comportare la stagnazione e la concentrazione delle sostanze inquinanti nell’aria del fondovalle, raggiungendo o superando anche i limiti di norma e, successivamente, nel corso della giornata, lo spostamento di questi stessi inquinanti verso i pendii rivolti a sud che sono, in generale, quelli più abitati e che presentano il potenziale economico più interessante per un’area di montagna. L’inversione termica deve essere presa in considerazione nel caso di ubicazione di un impianto di trattamento (soprattutto di incenerimento) o di discarica”
– “serve una gestione orientata ai piccoli passi, alla raccolta domiciliare delle frazioni riciclabili, al compostaggio, all’utilizzo di vuoti a rendere”
Domanda: a chi appartengono queste affermazioni?
Risposta: Commissione europea – Direzione generale Ambiente
“Guida per la gestione dei rifiuti in aree di montagna” – ISBN 92-828-9155-0
26 ottobre 2011 a 22:52
E quindi li portiamo a incenerire da un’altra parte?
26 ottobre 2011 a 23:33
La discarica di Brissogne può contenere, quarto lotto compreso, ancora 500 mila tonnellate. Con le attuali quantità annue di 45 mila tonnellate, che sono frutto di una raccolta differenziata al 41%, avrebbe ancora circa 11 anni di vita. Ma il limite di legge entro il 2012 è il 65% (26 mila ton/anno). La Comunità montana Grand Combin raggiunge già il 57%. Con la raccolta dell’umido, che solo la nostra Regione non fa, supererebbe il 75% (19 mila ton/anno). Questa percentuale è dunque alla portata dell’intera Valle. Col 75%, la discarica durerebbe oltre 25 anni. Ma, visto che ci sono numerosi comuni italiani che superano l’85% (Ponte nelle Alpi è addirittura al 90%), non si vede perché non dovremmo puntare a quello. Con l’85% (11 mila ton/anno), la discarica durerebbe oltre 40 anni.
Questi sono gli obiettivi che la Regione si deve porre. Poi, fra alcuni anni, quando avremo raggiunto queste percentuali e la discarica sarà ben lontana dalla saturazione, potremo scegliere le modalità più opportune per smaltire i rifiuti indifferenziati residui. Ma una cosa deve essere chiara: già con il 65% di indifferenziata (26 mila ton/anno) previsto per legge entro il 2012, l’ipotesi inceneritore è da scartare, perché completamente antieconomica. Gli inceneritori, per avere un ritorno economico decente, devono trattare almeno 100 mila ton/anno, che in Valle non ci sarebbero neppure se vi buttassimo dentro tutta la spazzatura prodotta, differenziata compresa.
C’è poi dell’altro: a oggi non esiste in Italia un impianto commerciale di pirogassificazione che tratti rifiuti indifferenziati, umido compreso, come si vorrebbe fare da noi. Questo è un dato inconfutabile. E gli inceneritori a griglia sono troppo “rifiutivori”: la nostra spazzatura è troppo poca.
Dunque, poiché la Valle ha solo 128 mila abitanti e una produzione di rifiuti pari a quella di un quartiere di Torino, non vedo dove starebbe lo scandalo se, per quel poco di indifferenziato rimasto, si facessero accordi col vicino Piemonte, magari per alimentare i cementifici che, attualmente, bruciano pet-coke, molto più inquinante del combustibile da rifiuto (CDR).
Lancio una provocazione: se fossimo una provincia del Piemonte, ci sarebbe tutto ‘sto casino per costruire un inceneritore in Valle?
26 ottobre 2011 a 23:59
in provincia di Alessandria non vedono l’ora di fumarsi i nostri rifiuti.
27 ottobre 2011 a 00:11
Con le battutine non si va da nessuna parte.
Bruciare combustibile da rifiuto (CDR) nei cementifici al posto del pet-coke, molto più inquinante, migliorerebbe la qualità dell’aria di quelle zone.
Bruciare rifiuti ad Aosta in un inceneritore peggiorerebbe, tanto o poco, la qualità dell’aria.
… vanificherebbe gli sforzi per incrementare la raccolta differenziata.
… produrrebbe scorie tossiche da smaltire all’estero, alla faccia della chiusura del ciclo in Valle.
27 ottobre 2011 a 07:45
pur d’accordo con i virtuosi, mi piacerebbe sapere da loro, che ci sono stati, in buona compagnia (consiglieri regionali e assessora fantasmina), cosa diavolo si è detto a Bolzano. possibile che nessuno ci racconti cosa è emerso in questo benedetto convegno?? perché, sennò, dovremmo continuare a raccogliere firme come molti di noi, stanno facendo (compreso chi scrive questo commento)?
27 ottobre 2011 a 09:06
Acquistare spazi altrove non mi sembra scandaloso… se c’è chi te li vende…
27 ottobre 2011 a 09:32
Data: 26/10/2011
18:46 RIFIUTI: VALLE VIRTUOSA, PIROGAS SI CONFERMA SCELTA ERRATA
(ANSA) – AOSTA, 26 OTT – ”Visto il contesto e le risposte ottenute riteniamo che il convegno di Bolzano, lungi dall’annullare i dubbi sugli effetti negativi che si potrebbero verificare a lungo termine sulla salute delle persone che abitano nei dintorni degli inceneritori di nuova generazione, abbia dimostrato che la scelta di costruire un pirogassificatore in Valle d’Aosta sia ingiustificata”. E’ quanto dichiarano, in una nota, i rappresentanti del Comitato Valle Virtuosa che hanno partecipato nella citta’ altoatesina ad un incontro di approfondimento su ‘Incenerimento e qualita’ dell’aria’.
Queste le motivazioni: ”dal punto di vista economico, visto il numero ridotto degli abitanti, i rifiuti da incenerire, dopo aver effettuato la differenziazione perseguendo gli obiettivi di legge (il 65% entro il 2012), sarebbero troppo pochi (25.000 t/anno) per giustificare un tale investimento; dal punto di vista tecnico la tecnologia di pirogassificazione, nonostante i vantaggi prospettati da chi ce la propone, non ha un’affidabilita’ consolidata e paragonabile a quella degli altri tipi di inceneritori, ecco perche’ e’ cosi’ scarsamente adottata (in Italia non esistono pirogassificatori funzionanti a regime); dal punto di vista ambientale nessuno dei tecnici presenti ha potuto sostenere che le emissioni dell’inceneritore, per quanto contenute, non contribuiscano a peggiorare la gia’ scarsa qualita’ dell’aria”.
Tornando al convegno Valle Virtuosa sottolinea inoltre che ”i contesti in cui andrebbero ad operare gli impianti di smaltimento rifiuti di Bolzano e di Aosta sono molto diversi: Bolzano si trova al centro di una valle piu’ vasta e larga della Valle d’Aosta, fiancheggiata da montagne molto piu’ basse; il convegno trattava di inceneritori basati su tecnologie collaudate mentre ad Aosta se ne vuole costruire uno sperimentale basato sulla gassificazione dei rifiuti; la popolazione della Valle d’Aosta e’ meno di un quarto di quella della Provincia di Bolzano; nella Provincia di Bolzano viene effettuata la raccolta differenziata dell’umido ed esiste un centro anaerobico per il suo trattamento”. (ANSA).
27 ottobre 2011 a 09:38
L’obiettivo finale, comunque, non è la combustione dei rifiuti rimasti, ma deve essere Rifiuti zero, con l’eliminazione anche della parte indifferenziata da mettere in discarica o da bruciare.
Non è utopia: Ponte nelle Alpi, 8500 abitanti, 90% di differenziata, ci sta riuscendo (vedi http://www.youtube.com/watch?v=URcAb6k4z_M): il 10% di indifferenziata è praticamente plastica eterogenea, che viene in buona parte convertita in granulato di plastica per fabbricare nuovi manufatti. Non siamo ancora all’obiettivo Rifiuti zero, perché qualcosa va ancora in discarica, ma si parla di percentuali a una cifra sul totale della raccolta in quel comune.
E sufficiente che chi ci amministra abbia la volontà di spingere al massimo il recupero dei rifiuti.
Un inceneritore, invece, andrebbe nella direzione opposta: continuare a produrre rifiuti senza promuoverne il riutilizzo.
27 ottobre 2011 a 09:58
Vorrei una precisazione da lacrunadellago, non è polemica, ma vera curiosità: come recupera i pannolini Ponte nelle Alpi, e le confezioni di biscotti in poliaccoppiato, e le paia di sci e i divani rotti, che non sono “plastica eterogenea” e non possono essere “granulati”. Ribadisco che mi occupo di raccolta rifiuti in VdA e sono alla ricerca di una risposta realistica.
27 ottobre 2011 a 10:56
Per Luigi: ribadisco che Ponte nelle Alpi ha ancora una piccola percentuale di rifiuti che finiscono in discarica, ma mette in atto continue azioni per minimizzare questa quantità. Riguardo ai pannolini, dal 2009 l’amministrazione comunale promuove e finanzia l’utilizzo di quelli lavabili. Non ho cifre in merito, ma penso che l’assessore all’ambiente Ezio Orzes possa fornirle senza problemi.
Dalla domanda di Luigi, comunque, risulta chiaro che il problema rifiuti è risolvibile definitivamente solo se tutti i produttori collaborano, creando oggetti con materiali facilmente riciclabili.
Le risorse del nostro pianeta non sono infinite e bruciarle non è un’azione saggia. Gli inceneritori vanno contro la cultura del riuso che, inevitabilmente, dovrà prima o poi affermarsi come unica possibile soluzione.
27 ottobre 2011 a 13:21
@lacrunadellago:la valle d’Aosta ha 128.000 residenti ma ha 128.000 +X ( villeggianti abituali, turisti effimeri,transitanti) produttori di rifiuti. Purtroppo non conosco il dato, ( quanti abitanti produttori di rifiuti ci sono in Valle ?)sappiamo che la produzione di rifiuti così come quella delle emissioni di inquinanti, non ha un andamento lineare, é soggetto ad oscillazioni anche importanti dovute come sappiamo alla variazione delle presenze nelle varie località di turismo. Ho cercato dati sul sito dell’ARPA
http://www.arpa.vda.it/index.cfm?ambiente=1,110,0,0
ma sono fermi al 2004, forse non so cercare bene, in ogni modo le tabelle non danno l’andamento mensile, penso sia interessante saperlo, anche se, ovviamente i nostri big engeneers ne avranno tenuto conto nella scelta e progettazione dell’impianto.
I dati però sono deludenti perché ci dicono che nei tre anni mostrati, nonc’é stata riduzione ma aumento nella produzione di rifiuti.
Qualcuno ha dati dal 2004 ad oggi? Grazie!
27 ottobre 2011 a 14:27
I dati degli ultimi tre anni (2008, 2009, 2010) sono disponibili nelle pagine dell’Osservatorio rifiuti: http://www.regione.vda.it/osservatoriorifiuti/rapporti/default_i.asp
Nei rapporti annuali si indica anche l’incidenza del turismo sulla produzione rifiuti: i turisti equivalgono a circa 25.000 abitanti.
La produzione pro capite annua di indifferenziata è abbastanza costante (circa 330 Kg) negli ultimi tre anni.
La raccolta differenziata è passata dal 39,8% del 2008 al 41,6% del 2010.
Nel 2002 la raccolta urbana era di 67.400 tonnellate, nel 2010 ha raggiunto le 76.900.
27 ottobre 2011 a 17:13
Grazie per i dati, lacrunadellago!
Passo un link che, forse, non sarebbe male inviare a tutti gli assessori all’Ambiente, Ing. Zublena compresa:
http://www.ewwr.eu/pre-home
http://www.ecodallecitta.it/menorifiuti/index.php
27 ottobre 2011 a 22:32
Alla Zublena forse sfugge che OGNI processo di combustione produce, oltre ad innumerevoli altre schifezze, anche i famosi IPA: Idrocarburi Policiclici Aromatici.
Esempi? Il Benzene, l’antracene, il benzo[a]pirerene… Tutti questi composti, essendo bioattivati dal nostro organismo, sono dei potentissimi alchilanti del DNA, quindi cancerogeni!!
Assessore, guardi e impari: http://www.youtube.com/watch?v=78rQTNIw_H4
Grazie!
28 ottobre 2011 a 13:15
@Frank, ti sei linkato ma meriti un plauso: considerata la tua giovane età bisogna riconoscere che sei già un ottimo divulgatore! Accipicchia, ma giocavi al piccolo chimico fin nella culla o hai incontrato un buon docente alle superiori?