No inceneritore!
Domani, sabato 15 ottobre, inizia la raccolta firme per il REFERENDUM contro il progetto di un inceneritore in Valle d’Aosta. Domani è anche la giornata degli indignati, Patuasia vi invita dunque a portare la vostra indignazione in via Aubert (angolo Biblioteca) per dire no alla decisione presa dalla Giunta che va contro alla salute di tutti. Le firme saranno raccolte anche martedì 18, sempre nello stesso luogo, mattina e pomeriggio.
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14 ottobre 2011 a 18:55
Andrò a firmare!
14 ottobre 2011 a 20:50
Una firma per fermare l’inceneritore!
15 ottobre 2011 a 09:04
Il referendum è logico e necessario.
16 ottobre 2011 a 21:21
Il referendum, su una tematica così tecnica, poteva non essere la soluzione ideale… Magari meglio un ampio dibattito tra tecnici apartitici..
Ma in queste condizioni è l’unica arma utilizzabile per contrastare il Berlusconi della Vallée…
19 ottobre 2011 a 11:43
Gent.ma Patuasia,
…LE PAROLE SONO IMPORTANTI!!!…diceva Nanni Moretti in una celeberrima scena di Palombella Rossa.
…..specie nell’ambito della comunicazione mediatica, macro categoria nella quale il suo blog ha giustamente collocazione
proprio per questo motivo, la titolazione del post ed il suo contenuto sono da considerarsi, nel migliore dei casi, un errore veniale; nel peggiore dei casi una deliberata scelta faziosa e fuorviante della terminologia adottata.
il referendum, che considero uno strumento legittimo della vita democratica di un Paese, vuole fermare la costruzione di un Pirogassificatore, soluzione tecnica adottata differente dall’inceneritore.
parlare di voto contro l’inceneritore è erroneo, non consente alle persone di informarsi correttamente e la mancanza di informazione o la disinformazione, come lei spesso ha avuto modo di ricordare nei suoi post, sono tecniche liberticide che nulla hanno a che vedere con lo stile trasparente e purista di patuasia.wordpress.
19 ottobre 2011 a 14:26
Cara Bricolla, siccome le parole sono importanti, ma non bisogna giocare alle tre carte, ecco la definizione di priogassificazione: “La pirogassificazione è un processo chimico di ossidazione del materiale organico, esattamente come la combustione, che avviene in particolari condizioni che consentono di sfruttarne al meglio l’energia e ricavare altre specie chimiche particolari. Occorre far notare un punto importante prima di cominciare: la pirogassificazione non sostituisce la combustione nè la termovalorizzazione per come sono intese. Consiste in un trattamento chimico da cui si può ottenere energia elettrica e calore, convertendo la biomassa in altre sostanze la cui combustione risulta più semplice e meno inquinante, come il carbone e gli idrocarburi, che possono a loro volta essere bruciati per ottenere calore. In questo modo si ha uno sfruttamento più intenso e completo dell’energia contenuta nei legami molecolari della materia organica, con emissioni all’uscita più facilmente controllabili.”
Siccome si brucia e si ottengono gas e ceneri, tutto ciò si può chiamare propriamente INCENERIMENTO.
La cacca si può chiamare feci, ma sempre merda è.
19 ottobre 2011 a 15:07
Sig. Marburg,
non è mia intenzione entrare nella polemica e non ho dato nessun giudizio di merito sulla bontà o meno delle scelte fatte, ma come si evince dall’estratto dell’articolo, oggetto di un sapiente uso della funzione copia-incolla, la pirogassificazione e l’incenerimento non sono assolutamente la stessa cosa. Concordo con il fatto che siano entrambi dei trattamenti a caldo, ma ciò non toglie che siano due sistemi tecnicamente profondamente diversi.
proprio come ha giustamente fatto lei, scrivendo la parola “pirogassificazione” su un qualunque motore di ricerca, è possibile cercare di capire qualcosa in più su di una scelta che saremo presto chiamati a fare; quindi perchè mai indurre le persone ad informarsi sull’argomento sbagliato?
19 ottobre 2011 a 15:33
Signor La Bricolla, forse ho peccato di faziosità o di superficialità, ma la parola inceneritore che lei trova così fuorviante, nei fatti concreti e cioè nel trattamento a caldo dei rifiuti, non lo è così tanto. Mi sembra che la proposta alternativa sia l’esatto contrario e cioè il trattamento a freddo, se peccato ho fatto credo che a macchiare la mia anima sia una macchiolina ina ina. Personalmente io sono contraria anche a questa soluzione convinta che una buona raccolta differenziata possa risolvere il problema rifiuti di quello che è un quartiere di Milano.
25 ottobre 2011 a 14:05
Buongiorno a tutti, arrivo sempre in ritardo, ma cerco di documentarmi. Il Referendum è per una proposta di legge (propositivo e non abrogativo) che escluda ogni trattamento a caldo di rifiuti sul territorio valdostano. Vale quindi sia contro un inceneritore/termovalorizzatore, che contro un pirogassificatore. Anche il pirogassificatore produce ceneri e fumi, forse meno pericolosi, ma ci sono poche certezze perché non mi risulta che esistano in Italia pirogassificatori di RSU (rifiuti solidi urbani indifferenziati).
Saluti
Luigi
25 ottobre 2011 a 15:17
Come penso ognuno avrà fatto qualche ricerca e dato una guardata in giro. Sia l’ArrowBio che il THOR, questo è di tecnologia italiana, sembrano abbastanza efficaci e credibili. Il THOR è ancora in fase di sperimentazione in due impianti, uno a Capo d’Orlando e l’altro in una cementeria del Nord, sembra che sarebbe una specie di toccasana dato che potrebbe essere usato addirittura per svuotare discariche. Che dire? Il problema è sempre lo stesso: la scarsa sensibilità del governo a soluzioni efficaci e innovative per non parlare d’altro.
Parliamo di pneumatici fuori uso ad esempio: se accatastassimo le 400 mila tonnellate che generiamo in Italia ogni anno, ne verrebbe fuori una piramide grande come quella di Cheope. Questo enorme flusso di rifiuti pone seri problemi ambientali e sanitari: circa il 25% dei pneumatici a fine vita, infatti, viene ancora abbandonata nelle discariche, dove permane per oltre 100 anni, favorendo il rilascio di sostanze inquinanti e l’insorgere di incendi. Ma una soluzione esiste, si chiama Tygre ed è finalizzata a trasformare i pneumatici fuori uso in risorse, abbinando il trattamento di termovalorizzazione per la produzione ed il recupero di energia, alla produzione di un materiale di indiscusso valore di mercato.
Le conoscenze scientifiche ci sono, come anche le tecnologie, per avere un ambiente compatibile con il progresso umano. Ma giustamente, ci si chiedeva il perchè si adottano quasi sempre costosissime soluzioni per arginare il problema dei rifiuti, quando invece ci sono impianti dai costi contenuti e che rendono sicuramente di più in termini di sicurezza ambientale. Credo che la risposta sia scontata e che tutti ben conosciamo: – esclusivamente volontà politica –
Ritengo che l’ignoranza dei governanti, relativa al problema rifiuti, sia una causa marginale; preponderante è, invece, la volontà di mettere in campo cifre da capogiro, un “oceano” di soldi nel quale facilmente si può perdere traccia di illeciti e responsabilità. In Italia e in Valle d’Aosta esiste la cultura delle opere faraoniche e spesso improduttive, dove facilmente può annidarsi l’impunita corruzione della classe dirigente e/o politica.