Più e meno


Riceviamo dalla signora Cristina Betti e volentieri pubblichiamo.

Salve a tutti,

ultimamente siete passati nello stradone dietro la Cogne? Due mattine fa a momenti vado a sbattere per essere rimasta letteralmente sconvolta da l’ennesima bruttura umana. Sul muro, oltre la rotonda, campeggiano due scritte: “- troie e + fascismo” (scritto proprio con il + e il -) e poco dopo “odia le banche ama il fascismo”.

Ci ho riflettuto sopra un paio di giorni ma… non riesco proprio a trovare un nesso fra le troie, le banche e il fascismo, potete aiutarmi in questa mia lacuna storica?

Che amarezza…

Ah, proposta: f acciamo una gara fra i writers valdostani e, ai migliori, si dia l’incarico di rendere quel muro una lunga tavolozza dove poter esprimere la propria arte, oltre che a impedire a qualche idiota di scaricare i propri pruriti sui muri della città… Saluti a Patuasia!

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17 commenti su “Più e meno”

  1. giancarlo borluzzi Says:

    Ci sono idioti rossi, ultrarossi, bolscevichi e via marxisteggiando che riempiono di scritte falcemartellare il sottopasso all’estremità nord di via padre Lorenzo che percorro sovente.

    Il fascismo è terminato da oltre 68 anni, il comunismo da meno di 22, per cui, se una persona vede sorgere in se dei pruriti per scritte antidemocratiche, sarebbe bene si concentrasse sui riferimenti a degenerazioni politiche recenti, non a quelle triplamente più lontane nel tempo.

    Sempre supponendo abbiano valore le scritte sui muri, faccio presente che il termine troia ha, soprattutto in Valle, anche il significato di “gonzo che vende le proprie convinzioni politiche fingendole coincidenti con quelle di chi è più grosso per trarne vantaggi materiali”.

    Sulle banche: anch’io capisco poco cosa c’azzecchino, perchè le banche devono esistere e, per eventualmente ottimizzarle in un’economia di mercato, sarebbe necessaria un’opera di convincimento che non può comprendere i messaggi lasciati sui muri.

  2. Paul Says:

    Il fascismo, egregio Borluzzi (filo leghista e anti-UV, il massimo della contraddizione…), in Europa è terminato da circa 30 anni e non 68… veda la Spagna (in Grecia e in Portogallo nel 1974). Per cui, dal momento che facciamo parte dell’Unione Europea, forse il problema ancora un po’ ci tocca…

  3. giancarlo borluzzi Says:

    Egregio Paul, proprio perchè liberale e dotato di buon senso sono avversario di un’UV che dichiara le sue radici in scritti simil-nazisti in cui si parla di superiorità (per intelligenza) di una ipotetica razza autoctona rispetto all’ipotetica razza degli altri italiani residenti in regione.

    Però ora mi devi dire perchè chiami me filo-legista: tu hai scritto mentre eri ubriaco perchè io detesto tutto di tutto di tutto di tutto di tutto di tuttissimo della lega.

    Cristina Betti parla di scritte apparse in Italia e quindi ha senso il mio dire che il fascismo è terminato nel 1943.
    In Grecia/Spagna/Portogallo quello che tu, acriticamente , chiami fascismo è comunque terminato prima del marxismo, per cui ti sei dato la zappa sui piedi. Capita alzando il gomito.

    Ma ora giustificati per la tua dimostrazione di falsità evidenziata dandomi del filoleghista, offesa somma alla mia persona.

  4. unoqualunque Says:

    Eh, borluzzi, la “piccola” differenza è che in italia il fascismo ha fatto un bel po’ di morti e di danni, il comunismo no. Quindi, almeno in italia, voi ex fascisti non riuscirete mai nel subdolo intento di rendere pari il comunismo ed il nazifascismo.
    Certe nostalgie nere sono dure ad andarsene?

  5. giancarlo borluzzi Says:

    Caro unoqualunque, sei un fanfarone: avevi assicurato che non avresti più scritto… comunque, essendo tu rossonero, è normale soffrire di fanfaroneide.

    Mi spieghi cosa ti fa scrivere “voi fascisti”: a chi ti riferisci e cosa ti fa collegare tale termine a tali “voi” ?

    A me personalmente non interessa pareggiare esperienze storiche del passato, mi basta sapere che Stalin e il comunismo hanno sulla
    coscienza 20 milioni di morti, ben più di quelli della “controparte”, e sono morti (quelli causati della barbarie rossa) susseguitisi fino a data ben più recente.

    Io non ho alcuna nostalgia, io guardo sempre e solo avanti, è il tuo partito che, nei suoi deliri, ha nostalgia di un passato locale che vorrebbe resuscitare.

  6. Patrizio Says:

    Il fascismo non è mai morto, in realtà, o vi siete dimenticati chi ci governa a Roma? Causalmente il giorno che è stato eletto sindaco Alemanno ero a Roma, e dalle auto e dai pullmini carichi di festanti supporters dell’ex manganellatore tiburtino sporgevano decine di braccia tese nel nostalgico saluto. Le scritte lungo la strada dell’area Cogne fanno piuttosto ridere nella loro insulsa demenzialità, non fa invece ridere per niente quella citata recentemente da un indignato lettore de La Stampa il cui autore qualifica come ‘infame’ chi ha lottato per liberare l’Italia dai nazifascisti (eh si, caro Borluzzi, i neri della RSI non erano solo ‘fasci’ ma anche, e di più, veri e propri nazisti italiani che non per un ideale ancorché sbagliato di Italia si battevano, bensì per far servizio agli invasori ss). Quanto ai responsabili di siffatta provocazione murale, io credo si tratti dei marmocchi di Casa Pound, voi che ne dite?


  7. La Resistenza non solo è un valore di tutti, ma è anche un insegnamento affinchè i giovani d’oggi e quelli di domani sappiano fermare qualsiasi guerra devastante e sanguinosa come lo è stata la seconda guerra mondiale e sappiano anche battersi per la libertà e per la democrazia, messe a dura prova da molti governi, a partire da quello di Berlusconi e ora anche dai suoi alleati….

    Inoltre oggi bisogna che in tutte le scuole d’Italia si approfondisca non ipocritamente quest’argomento, affinchè la memoria della Resistenza non muoia nelle pagine della Storia e si eviti che molti giovani vadano per le strade gridando “Heil Hitler” o scrivano “bestialmente” : – troie e + fascismo” (scritto proprio con il + e il -). Perchè… quello che mi chiedo è perchè? Solo qualche anno fa non avremmo potuto nemmeno immaginare che i valori della Resistenza italiana sarebbero stati ignorati come fanno i media del regime berlusconiano e tutti coloro che come Gcb trovano ancora patetica l’idea di associare il fascismo al nazismo. E vero o no che il fascismo è stato una dittatura illiberale, e che ha istituito le famigerate leggi razziali? E invece lui continua a demonizzare il più possibile un altro movimento politico che si è sostanziato in quegli avvenimenti drammatici, con prove di coraggio, di dolore, di eroismo e soprattutto di solidarietà.

    Quell’altro movimento politico nasce quale sentimento spontaneo di ribellione negli animi degli amanti della libertà e della verità, dei perseguitati ed incarcerati, dei sopravvisuti e dei parenti delle vittime dell’insensata e barbara opera di fascistizzazione della nazione iniziata negli anni venti.

    Quell’altro movimento politico, peccato per chi fa finta di non sapere, si è concretizzato inesorabilmente nella lotta armata degli anni quaranta fino al riscatto dalla invasione nazifascista, trovando il suo coronamento più pregnante nella scuola di solidarietà civile che permise la riconquista della libertà, della concordia e della speranza di futuro all’intera nazione, ispirando i padri della Repubblica nella elaborazione della Carta Costituzionale, che oggi, non a caso, è ritenuta la più moderna tra tutte le costituzioni liberali del mondo.

    E’ indegno e vergognoso, non si può tollerare che i valori fondanti della nostra Repubblica siano calpestati in questo modo. E’ indegno e vergognoso che anche in Valle d’Aosta si sia sopito quello spirito antifascista che aveva contraddistinto anche il movimento dell’Unione valdotaine. Spero e credo un nuovo risveglio di certi valori in un rafforzamento della resistenza contro questa destra che ormai non riesce nemmeno più a mascherarsi. Leggete ciò che scrive gcb e vedrete che non voglio avere ragione ad ogni costo, è lampante!
    Bisogna prendere spunto dalla Resistenza per costruire le basi, le fondamenta di un mondo migliore, e io dico di un mondo quasi perfetto.

  8. giancarlo borluzzi Says:

    @ George W. Bruscia.

    Mi mancavi.

    Purtroppo il tuo scritto è una mousse di luoghi comuni, propaganda e attacchi a io me che avrei preferito veder accompagnati dall’indicazione puntuale delle mie frasi che motivano i tuoi strali.

    In trepida attesa di tale delucidazione, ti rivolgo una domanda, seria e non provocatoria, che spero tu non fugga: costantemente le persone come te parlano di un’Italia libera & democratica grazie alla “lotta armata degli anni quaranta fino al riscatto dall’invasione nazifascista etc.”, con ciò volendo attestare come fondamentale l’azione dei partigiani nella resistenza, azione in difetto della quale l’Italia attuale non sarebbe mai nata.

    Ciò premesso, a me non quadra la tua interpretazione settaria perchè la storia/guerra, mondiale e non italiana, ha indiscutibilmente preso una piega ben chiara e senza retromarce grazie in primis al longest day.

    Non entro in giudizi su partigiani/resistenza, ma dico che possono essere considerati degli elementi acceleratori, affiancanti un processo che si sarebbe comunque concretizzato anche senza la loro esistenza.

    Tu, da propagandista che dispiega identicamente le sue “verità” a quanti Guareschi bollava nei suoi “obbedienza cieca, pronta, assoluta” come a quanti usano il cervello, vorresti accreditare i tuoi riferimenti come la conditio sine qua non per l’Italia caratterizzata dall’attuale Costituzione, ma tali riferimenti, al di là delle interpretazioni di comodo, sono un contorno rispetto all’entrata in scena dei combattenti stars’n’stripes, determinante fiorentina da 4 etti.
    Senza i tuoi riferimenti l’Italia si differenzierebbe dall’attuale solo per avere un 25 maggio, o 25 giugno, al posto del 25 aprile.

    Cosa rispondi a questa interpretazione, che riconosce le buone fedi ma non accetta come determinante ciò che è stato solo coadiuvante?

    Aggiungo: ho scritto perchè stimolato da quanto George vive dentro al suo animo in modo manifestamente intenso, ma questi sono temi che reputo superati e, comunque, tali da non stuzzicarmi per nulla.
    Sono contro i totalitarismi di oggi, non per l’analisi di quelli, rossi/neri/verdi/gialli, dell’altro ieri.

  9. unoqualunque Says:

    x borluzzi, con il voi mi riferisco a lei, ex post-fascista (va bene così?). Cos’è lei guarda “sempre e solo avanti” poiché vuole nascondere il suo passato, forse se ne vergogna?
    Poi in quanto a fanfaronate, credo che lei non sia secondo a nessuno, basta leggere una qualsiasi delle sue (noiose e ripetitive) lettere alla Stampa che credo le pubblichi per disperazione!

  10. bruno courthoud Says:

    Come far capire alla sinistra, a Giorgio Bruscia, agli unionisti, a tantissimi, che la “resistenza autonomista” ha combattuto sì il fascismo (poco, a dire il vero) e il nazionalismo italico imperante, solo ed esclusivamente per sostituirlo con un micronazionalismo locale? Hanno forse paura e timore, in proposito, di “rivedere” la storia e rileggerla con occhi più critici e più attenti? Senza togliere alcun merito, ovviamente, a chi ha combattuto il fascismo.


  11. Sarei soddisfatto se Bruno Courthoud mi potesse spiegare in quale passo del mio scritto io abbia mai pensato e accettato il fatto che la “resistenza autonomista” è esistita solo ed esclusivamente per sostituire il nazionalismo italico imperante con un micronazionalismo locale. Io parlo di Resistenza, quella che ricorda il 25 Aprile1945 e che segna il culmine del risveglio della coscienza nazionale e civile italiana che lottò contro le truppe di occupazione naziste tedesche e contro i loro fiancheggiatori fascisti della Repubblica Sociale….i repubblichini! Un sentito ringraziamento a Bruno per avere almeno riconosciuto che gente comune, militari, ragazzi, donne e anziani hanno combattuto contro il fascismo.

  12. bruno courthoud Says:

    In nessun passo, signor Bruscia, ma parlando genericamente di Resistenza, si accomunano tutte le resistenze (tutte encomiabili, tutte degne del massimo rispetto!), anche la “resistenza autonomista valdostana” che aveva già, fin dall’origine, le finalità di cui ho detto. E’ comunque un problema ormai devoluto alla storia e agli storici, non alla politica. E’ comunque sotto gli occhi di tutti, oggi, che la vera matrice della “resistenza valdostana”, confluita nell’UV, ha prodotto una chiara politica micronazionalista (mi vien da dire microfascista!) e, in campo nazionale, ha prodotto la Lega, dai contorni chiaramente di destra, direi della peggiore destra (borghezio). Forse a suo tempo il PCI, pur di tenere lontana la DC, ha fatto male a dar credito all’UV (a Caveri senior), altrettanto male poi, in tempi più recenti, assecondando i voleri dell’UV. Col senno di poi, ovviamente. Ma ora sarebbe bene prendere decisamente e una volta per tutte le distanze da quei tempi e da quegli errori. Ma la “ragion di partito” nol consente. (La “ragion di partito” giustifica sempre tutto ed è sempre disposta a qualsiasi compromesso o inciucio).
    Sarebbe stato altrettanto encomiabile, se, analogamento a quanto fatto durante la Resistenza, TUTTI i partiti e i movimenti si fossero coalizzati contro il nuovo nemico, Berlusconi e il berlusconismo, che ci ha appestati per quasi venti anni, con l’obiettivo primario di abbatterlo. Così non è stato, per altre ed inconfessabili “ragion di partito”. La storia si ripete inesorabilmente, probabilmente non ha mai insegnato e non insegnerà mai nulla.

  13. El Pì Says:

    Nessuno risponde alla signora Betti però..

    “- troie e + fascismo”: critica da casapound a Berlusconi

    “odia le banche ama il fascismo”: critica di casapound ai finanziamenti pubblici alle banche in crisi

    Poi vabbè, inutile ricordare il fatto che le camicie nere siano state, a loro volta, le troiette dei grandi gruppi economici degli anni 20-30..


  14. @ giancarlo borluzzi il 3 ottobre 2011 a 20:08 Dice:
    George W. Bruscia. Mi mancavi.

    In trepida attesa di tale delucidazione, ti rivolgo una domanda, seria e non provocatoria, che spero tu non fugga: costantemente le persone come te parlano di un’Italia libera & democratica grazie alla “lotta armata degli anni quaranta fino al riscatto dall’invasione nazifascista etc.”, con ciò volendo attestare come fondamentale l’azione dei partigiani nella resistenza, azione in difetto della quale l’Italia attuale non sarebbe mai nata.
    ************
    Come potrai notare, io non volgo mai le spalle, eh, eh, eh….
    Si! La Resistenza o meglio la “guerra di liberazione” deve essere un valore comune, senza ombra di dubbio! Anche se ci sono varie problematicità o delle ombre su cui fare luce! Credo fermamente, che la guerra di liberazione deve diventare un valore condiviso da tutti (anche se attualmente non lo è purtroppo). Come non ricordare le polemiche sorte in Valle d’Aosta in relazione alle celebrazioni ufficiali del 25 Aprile 2011 durante le quali – a seguito dell’intervento di un giovane rappresentante dell’Anpi – l’esercito, le forze dell’ordine e le autorità civili hanno abbandonato la cerimonia.

    Credo perciò che sia necessaria una liberazione della Memoria da parte di chi come me ne vuole affermare i valori. Ecco i miei punti:
    1° – Sono d’accordo sul mettere in risalto tutte le componenti che parteciparono alla liberazione, come i militari italiani che non si arresero ai tedeschi: settori dell’esercito, della marina, dei carabinieri, di coloro che passarono il fronte e risalirono l’Italia inquadrati con gli anglo-americani
    2° – Riconosco che senza gli anglo-americani la Liberazione avrebbe avuto immani difficoltà. E molte persone oggi, e il sottoscritto è tra questi, sono ancora grati agli alleati di aver dato un contributo più che determinante per liberare l’Italia.
    3° – Continuo a condannare i repubblichini e coloro che li giustificano nascondendosi dietro all’alibi che erano giovani uomini che fecero una scelta sbagliata! Se avessero vinto loro noi oggi non saremmo qui a vivere in pace e democraticamente.

    A queste condizioni la guerra di liberazione sarà “obbligatoriamente” patrimonio comune, dato che chi combatté contro i tedeschi e i fascisti era dalla parte giusta! Altrimenti si rischierà di farla cadere nel dimenticatoio, una volta morti gli ultimi testimoni che l’hanno attuata.

  15. Robert de claude Says:

    le “troie” la danno , le banche non “li” danno e il fascismo é stato un danno.


  16. Grazie El Pì,
    stavo giusto pensando di riproporre i miei quesiti, grazie della tua risposta, in tre righe mi hai risposto senza mettere di mezzo l’ideologia.
    A parte i “pruriti” che potrebbe darmi a livello storico tale scritta, il prurito più grande è proprio quello estetico.
    Ma accidenti, se ognuno di noi esprimesse il proprio dissenso al sistema a caratteri cubitali, sui muri della città, cosa ne verrebbe fuori?
    Neri, rossi, verdi, nero rossi, e quanti sarebbero a imbrattare i muri?
    Il resto… la storia parla da sola, basterebbe ascoltarla, e basta.

  17. giancarlo borluzzi Says:

    @ cristina betti.

    Oggi sono transitato dal passaggio a livello di via Carrel, ma non ho visto tali scritte: qual’è lo “stradone dietro la Cogne”, visto che poi sono passato a sud dello stabilimento per giungere al sottopasso a nord del quartiere Dora?

    Mi sa che la Signoria Sua ha una pelle selettiva in quanto soffre di pruriti se morsa da vespe, ma non dopo punture di api.
    Cioè, la parola fascismo crea quei pruriti che la miranda visione di falci&martelli non causano.

    Ma non è forse l’unica singolarità, visto che può ascoltare senza problemi un tipo di storia, ma pare necessitare di amplifon affinchè i padiglioni recepiscano anche l’altra metà della luna politica.

    Sull’imbrattamento murario: qui concordo al 100%, ma si vedono tante altre cavolate in città, da chi attende di martedì un quarto d’ora col motore acceso per entrare al park ospedaliero a chi in moto rompe i timpani e via cavolando.


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