Digressione 28
Ci chiede lacrime e sangue da donare subito, ma la Casta non è disposta a nessun sacrificio. Questo non è bello. Questo non è giusto. E siamo stanchi di mantenere legioni di parassiti capaci solo di mandare in malora il nostro Paese. Siamo stanchi, sì! Adesso sappiamo che la Camera assicura un rimborso sanitario privato ai 630 onorevoli compresi i loro familiari. Nel 2010 deputati e parenti hanno speso circa 10 milioni di euro fra spese odontoiatriche, ricoveri e interventi in cliniche private, fisioterapia, psicoterapia, ecc ecc… . A noi tagliano sull’assistenza sanitaria e sociale alla casta rimborsano anche i massaggi!
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19 luglio 2011 a 12:35
Che siano tutti legati ai soldi lo dimostra anche il fatto che i consiglieri di Alpe più volte invitati da questo blog a dare un segno di solidarietà e di cambiamento e versare la metà dello stipendio per carità non a un’associazione di volontariato, ma al loro stesso partito hanno fatto orecchie da mercante. Figuriamoci chiedere di ridurre lo stipendio!!!!!!!!
19 luglio 2011 a 12:58
un buon padre di famiglia (in questo caso la politica), di solito dà il buon esempio ai propri figli. I nostri politici sono dei pessimi padri di famiglia: speculano, gozzovigliano e dissipano, poi chiedono ai loro figli (i cittadini) di saldare il conto.
19 luglio 2011 a 13:01
Questa proposta di Gilioli potrebbe essere un buon punto di partenza per una riflessione onesta http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/07/19/quanto-deve-guadagnare-un-onorevole/
19 luglio 2011 a 14:33
I problemi sono due, ben distinti.
L’uno è il costo della politica, che va ultraridotto perchè così attira chi cerca gli agi più di chi si batte per i valori.
L’altro, è il salvare il nostro paese dalla malora.
Certo tanti piccoli rivoli possono servire, ma soprattutto sono necessari i fiumi.
Ma l’opinione pubblica è sostanzialmente sorda al movimento dei fiumi, per cui se la prende con la politica, i cui costi vanno certamente ipertosati, ma che non incidono se non in maniera infima sulla voragine del debito pubblico.
19 luglio 2011 a 14:47
Vero, signor Borluzzi, ma un segno di vicinanza e solidarietà verso gli enormi sacrifici che noi comuni mortali siamo costretti a fare, sarebbe un bel gesto e in tempi di avversione verso la politica anche saggio. Non si tratta di demagogia, piuttosto di empatia verso i più deboli e costantemente bistrattati dagli errori della polica e dell’economia. Sono pochi colori che detengono il potere e sono moltissimi quelli che lo patiscono, io, se appartenessi al primo gruppo un po’ mi preoccuperei.
19 luglio 2011 a 15:17
Incidono in maniera infima? Non direi… La stima di 60 miliardi di euro/anno in corruzione non può essere disgiunta dalle varie cricche e dal malaffare che proprio da certa politica prendono spunto e coperture più o meno evidenti.
19 luglio 2011 a 16:12
come giustamente sottolineato da fiatosprecato, i cittadini devono sorbirsi anche i costi della corruzione, degli sprechi, delle mafie di vario genere, dei grossi capitali all’estero, tutti costi in vario modo legati alla casta della politica. Si profila la necessità impellente di una novella rivoluzione francese, con relative ghigliottine e tagliamento di teste (il tutto detto metaforicamente, ovviamente). Prima che sia troppo tardi, perché i discorsi sull’ininfluenza dei costi della politica sui costi globali, atti solo a giustificare la permanenza dei privilegi della casta, sanno tanto di difesa dell’ancien régime.
19 luglio 2011 a 16:33
Ci vuole un segno, sì. Ma dove potrà nascere? Sono nati comitati, ma non vedo la fiaccola per far avvampare l’incendio (metaforico). Io scenderei in piazza domani: manifestazione pacifica, civile, per dimostrare che siamo persone per bene, serie, responsabili, amanti del nostro Paese, pronte ai sacrifici e desiderose di un futuro sano per i nostri figli. Ma non per questo disponibili a farci prendere per i fondelli. Chi viene con me?
19 luglio 2011 a 19:56
A proposito di noi valdostani.
“In un Promemoria del 27 agosto 1925, il Comandante dei carabinieri di Aosta, capitano Gino Caballini, così afferma: “Tenuto conto delle speciali condizioni ambientali, pur essendo la situazione politica di questa valle non decisamente favorevole all’attuale governo, si può con certezza affermare che nessun pericolo presenta nei riguardi dell’ordine pubblico, essendo questi valligiani poco combattivi, alquanto indifferenti alle lotte politiche e facilmente adattabili”.
“Lo stesso comandante, un anno dopo, in un ulteriore pro-memoria evidenzia che: “La popolazione Valdostana, inquadrata nell’attuale momento politico, conserva la stessa profonda apatia che la contraddistinse per lo passato sotto i precedenti regimi”.
(Elio Riccarand – Storia della Valle d’Aosta contemporanea – 1919-1945).
Il regime è cambiato, i valdostani no.
19 luglio 2011 a 20:42
Il regime ha cambiato solo lo stile, la sostanza rimane quella.
19 luglio 2011 a 21:29
Ma fatemi il piacere, quasi quasi che mi scappa una pernacchia. Anzi no, magari la tengo per il commento di borluzzi!
19 luglio 2011 a 21:59
quasi quasi che ti scappa?
20 luglio 2011 a 12:13
unoqualunque, mi sa che sei bene introdotto. I tuoi commenti sono davvero esilaranti e di uno spessore intellettuale da far paura!
20 luglio 2011 a 14:29
Perché invece di pretendere che i consiglieri di ALPE versino metà della loro indennità non si sa bene a chi, nessuno si chiede quanto e a chi versano i consiglieri di Stella Alpina, Fédération, Popolo della Libertà, Union Valdotaine?
20 luglio 2011 a 17:47
L’ho spiegato chiaro e tondo, signor Mistinguet, che la proposta di dimezzare lo stipendio dei consiglieri Alpe aveva e ha lo scopo di dare un segno forte di cambiamento e di allontanamento da una certa casta, un segno niente più. La metà avanzata sarebbe andata a rimpinguare le casse del partito e, secondo il mio consiglio, servita per organizzare numerosi eventi di informazione e cultura. Insomma a rendere viva, anche fuori dai rispettivi consigli, la presenza di Alpe. Di quello che fanno gli altri partiti di maggioranza non mi importa dal momento che non vedo in loro nessuna possibilità di un riscatto.