Lotta gravida
Che gli animali siano più saggi degli uomini non è una novità, che gli uomini li sfruttino per i loro piaceri pure. Nonostante siano trascorsi migliaia di anni dalla scoperta del fuoco, l’animale resta oggetto di intrattenimento e là dove questo accade denuncia la nostra pochezza intellettuale in fatto di spettacoli: se c’è una cosa pallosa, ma pallosa da morire è la Bataille des reines! La vacca getta la spugna e si ritira dal gioco appena intuisce di essere più debole dell’avversaria, in genere lo capisce nel giro dei primi cinque minuti e dopo quattro di reciproca osservazione. Questa saggezza, unita a un po’ di polvere, si ripete a coppie per un giorno intero e manda in visibilio qualche migliaio di spettatori. Sono certa però che le bovine, potessero, sceglierebbero il tepore di una stalla a ruminare in pace. Che il gioco sia cruento o meno, il fatto di utilizzare gli animali per un trastullo non è né nobile né sportivo. Provate a immaginare un incontro femminile di wrestling (anche questo spettacolo non è cruento) in cui le donne debbano essere incinte per combattere, non provate un brividino? Un imbarazzo? Allora perché le mucche che non hanno voce per decidere, dovrebbero lottare gravide, ma anche no, per il piacere di noi umani? Gli animali sono accorti e ci lasciano in pace, proviamo a farlo anche noi.
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13 luglio 2011 a 14:53
Anche su questo post, l’assenza della solita mitraglia di commenti è quanto mai sospetta. Vai a toccare le Batailles des Reines!
13 luglio 2011 a 15:42
non vale neanche la pena rispondere.
In un post critica le ballerine in una sagra perchè non sono tradizionali.In questo post critica le batailles che invece appartengono alla tradizione.
Il fatto di farle combattere gravide è proprio per ridurna l’aggressività.
13 luglio 2011 a 16:01
Per quanto riguarda il maltrattamento agli animali: ma avete mai visto una corrida? Io una sola volta e ho trovato lo spettacolo disgustoso, indegno e incivile, assolutamente più cruento e bestiale di quanto pensavo.
Sulla battaglia valdostana tra mucche: non ci sono mai andato, astrattamente mi piacerebbe andarci non per vedere le mucche, ma per guardare e fotografare le espressioni di chi assiste a tali “divertimenti” ante-medioevo.
( Aspetto gli strali di michelchamen).
13 luglio 2011 a 16:56
Leggo spesso e volentieri questi questo blog, ma l’ultimo post mi lascia perplesso. Non entro nel merito della noia che prova guardando le Batailles de Reines (ognuno è libero di scegliere, per carità), ma è quantomeno troppo facilistico denigrare un qualche cosa che non si conosce troppo. Pertanto la invito a seguire le Batailles de Reines, non come semplice spettatore della domenica ma come persona intelligente – non v’è dubbio – e attenta. Scoprirà che dietro a questo mondo “bistrattato” ci sono tradizioni e regole ferree, ma soprattutto l’istinto animale che prevale. In questi giorni – e nell’ultimo mese, per la precisione – le mucche valdostane hanno raggiunto gli alpeggi: chi le ha seguite in questa fase della stagione ha potuto vedere come i combattimenti tra regine siano spontanei e assolutamente non causati dall’uomo. La mandria sceglie in questo modo la sua regina, che sarà rispettata anche senza il tradizionale bosquet. Il fatto che spesso alcune Batailles tra compagne di stalla finiscano senza lottare è l’esempio più classico di come questa tradizione sia rispettosa del mondo animale.
Se poi si vuole boicottare questa attività perchè anti-medievale.. Beh, signori, la mia idea è sempre quella di toccare con mano prima di condannare… Se toccaste con mano il mondo delle Batailles de Reines – ripeto, non da avventori casuali della domenica – forse cambiereste idea…
13 luglio 2011 a 16:58
Per chiudere: come dice giustamente Michel Chamen, l’essere gravide è una condizione obbligatoria per la partecipazione delle bovine alle Batailles. Ma prima che si sproloqui sul caso, si sappia che la dolce attesa mette le bovine nella condizione di non rischiare la vita del proprio vitello, il che rende le Batailles assolutamente incruente…
13 luglio 2011 a 17:14
Pensare che la Bataille così come è oggi, sia una manifestazione “tradizionale” significa avere un concetto di tradizione un po’ curioso. Michel, vai a vedere il sito degli Amis e vedrai che: “Le “batailles programmate” sono organizzate dall’ Association Régionale Amis Batailles de Reines mediante concorsi pubblici ad eliminazione diretta, su di un’ area appositamente scelta ed adeguata e contro un’avversaria assegnata a sorteggio”. Naturale e tradizionale n’est-ce-pas? Di vero ci sono solo gli scontri tra le bovine durante l’inarpa. Il circo di interessi e scommesse che circonda la fa assomogliare sempre di più ai combattimenti dei cani e dei galli… ma qui c’è la copertura della regione, e allora tutto è concesso. Sempre dal citato sito: “2002 – Il Presidente della Giunta Regionale firma il decreto che riconosce ufficialmente e “pienamente” l’esistenza dell’organizzazione.”
13 luglio 2011 a 17:26
@ Bruce.
Io ho scritto “ante-medioevo”, che è tutt’altra cosa rispetto al ” anti-medievale” che mi attribuisci.
13 luglio 2011 a 17:42
Stia pure tranquillo che seguo le battaglie non solo come spettatore ma anche direttamentecon bovine di mia proprietà. Posso solo dire che come hanno già detto altri che in natura queste battaglie avvengono per stabilire la sovranità sullà mandria. In seguito si è passati ad una forma organizzatadi questi scontri però salvaguardando sempre la buona salute delle bovine. Chi segue questi combattimenti non si annoia certamente è in molti casi conosce la genealogia delle bovine e la provenienza.
13 luglio 2011 a 17:53
Wow!! la genealogia delle bovine! Appassionante!!! Siete in grado di ricostruire anche le vie del seme importato illegalmente dalla Svizzera?
13 luglio 2011 a 18:02
Si,penso che i più informati sappiano anche quello! Ma quel’aspetto lì non mi interessa! Penso che l’incrocio con le svizzere fortifichi solo la razza.
13 luglio 2011 a 18:12
Signor Chamen, ogni post ha un suo argomento specifico e non si somma agli altri, in questo non si parla di tradizione, ma di sfruttamento degli animali per la felicità non loro, ma degli esseri umani. Dunque non c’è alcuna contraddizione in quello che ho scritto. Io credo che lo sforzo di emancipazione porti anche alla rinuncia di questo genere di intrattenimento. Una volta non c’era altro per distrarre dalle fatiche quotidiane, oggi abbiamo anche troppo. E poi non credo che le Batailles siano una manifestazione così bucolica come la si vuol far credere: una reina vale molto di più di una semplice vacca e di conseguenza anche i suoi vitelli. Non è un caso che in Valle le castane siano cresciute di numero rispetto al passato. E poi ci sono i contributi all’associazione… . E il giro di scommesse, ne vogliamo parlare? Le vacche combattono fra loro spontaneamente è verissimo, ma non nell’arena della Croix Noire. Sono diventata vegetariana per rispetto e vi confesso che sarà un sacrificio: a me la carne piace, ma non sopporto più l’utilizzo vergognoso e crudele a cui gli animali sono sottoposti. La bataille non è cruenta, ma sempre finalizzata al piacere umano e non a quello animale. So che il mio gesto è una goccia nel mare, ma intanto…
13 luglio 2011 a 18:16
Michel: fortifica la razza per fare cosa? Latte o scommesse?
13 luglio 2011 a 18:19
Quindi solo perché non piace a lei e perché c’è altro da fare bisogna eliminare la bataille? Quindi anche tenere un animale in casa sacrificato in un alloggio non andrebbe bene! Lasciamo gli animali liberi e mangiamo tutti erba! Una visione veramente bucolica certamente!
13 luglio 2011 a 18:22
Non certo il latte! La lobby degli allevatori fa riferimento soprattutto sulle mucche di combattimento, un bel giro di affari altro che tradizione montana! Non solo la lobby ha un potere molto forte in quanto mucchio di voti che si spostano o lì o là. Nelle fotografie con la propria mucca il proprietario è sempre associato a un politico spessissimo dell’union valdotaine, chissà come mai! l’associazione ogni anno viene ben rimpinguata di denaro pubblico proprio perchè serbatoio di voti. E mi venite a parlare di natura, per favore evitate il ridicolo.
13 luglio 2011 a 18:30
Signor Chamen, leggere con attenzione aiuta a capire meglio il concetto dell’altro, io non ho detto che le Batailles debbano essere eliminate, io ho scritto che mi auguro un superamento evolutivo di questo genere di spettacolo. Abbiamo fatto passi avanti verso il riconoscimento del diritto degli animali, spero che questa sensibilità prosegua nella direzione giusta e renda i nostri figli o nipoti più responsabili ed esigenti in fatto di ricreazione.
13 luglio 2011 a 18:30
Senza le bataille molti piccoli allevamenti sarebbero già chiusi e quindi molti mayen e alpeggi sarebbero abbandonati. Senza bataille il prezzo delle bovine sarebbe bassissimo. É un incentivo per molti giovani che si avvicinano all’allevamento. Non è che allevare bovine sia una passeggiata.gli sforzi sono notevoli ed è certamente un lavoro più duro di altri
13 luglio 2011 a 18:37
Ogni tradizione ha un suo atto di nascita più o meno nobile e più o meno lontano nel tempo.La “tradizione delle batailles” é iniziata negli anni 50 da parte di alcuni allevatori della media valle,allevatori con buon cheptel e con stretti e continui rapporti con i vicini allevatori svizzeri, le cui vaches d’Hérens presentavano forte attitudine ai combats. Gli allevatori dell’alta valle, con un più ridotto numero di capi , preferivano le pie rouges e qualche noire meno combattive ma più lattifere e più facile da governare. una neire o castana, spesso disturba la mandria tanto che alcuni allevatori non le portano neppure in alpeggio.Quanto alla tradizione é vero che negli alpeggi le bovine instaurano brevissime lotte per la dominanza soprattutto perché proveniendo da stalle diverse devono “riposizionarsi” rispetto al turno all’abbeveraggio ed all’entrata nella stalla, ma qs è cosa diversa dall’organizzazione delle Batailles che ora viene spacciata come tradizionale.Organizzazione quasi completamente sovvenzionata da maman Région , quindi da noi tutti con un lautissimo contributo annuale di cui non ho trovato traccia sulle pagine del sito des Amis des batailles de reines (che non pubblica il suo bilancio), ma che ammonta per il corrente anno a ben 325.735 euro
http://www.regione.vda.it/amministrazione/delibere/ui/documento.aspx?vis=vis&tipo=d&id=576286
Delibera da cui apprendiamo anche che l’Associazione ha previsto per l’anno in corso altre ulteriori entrate pari a 140.000 euro.
Mi chiedo: senza i contributi regionali, les amis continuerebbero ugualmente ad organizzare qs circo, pardon tradizione?
13 luglio 2011 a 18:38
Allora è come allevare i cani da combattimento!
13 luglio 2011 a 18:44
In tutto questo se c’è qualcosa di veramente tradizionale è chiedere il contributo alla regione e cioè vivere sulle spalle degli altri. In Spagna la Corrida è davvero tradizionale eppure ha sollevato un movimento di opinione fortissimo contro di essa, questo perché se c’è una tradizione orrenda non è detto che debba essere per sempre. Incentivare l’allevamento allevando mucche per i combat mi sembra tutto fuorché natura e agricoltura e più prossimo al gioco d’azzardo.
13 luglio 2011 a 18:47
Beh quindi si può dire che per organizzare un anno di eventi spendiamo quanto la regione per fare 3 giorni di festa della Valle d’Aosta.
13 luglio 2011 a 20:08
Cesara Pavone, che conosce bene il mondo contadino (o, diciamo meglio, quello che era il mondo contadino, ormai defunto), ha perfettamente ragione nel ricordare che di tradizionale, o meglio di naturale, ci sono solo le scaramucce tra le bovine per la supremazia nella mandria, punto e basta. Le batailles organizzate sono più giovani di me, quindi chiamarle una tradizione mi pare una enorme forzatura pubblicitaria ed interessata. Vero è che ormai viviamo in un mondo in cui non è vero quello che è vero, ma è vero quello che il “mercato” riesce ad instillare nelle menti dei consumatori, e questo è valido per qualsiasi “prodotto” che il mercato vuole mettere in vendita.
Verissime anche le considerazioni di Cesara circa il poco amore che il vero contadino ha sempre nutrito per un certo tipo di mucca, piantagrane e poco redditizio in quanto a latte.
13 luglio 2011 a 21:40
La bataille sarà pure criticabile, di tradizione recente nella sua attuale veste organizzata e sponsorizzata e usata furbescamente dai politiciens de inque che si fanno votare all’infinito dagli allevatori, anche se non sono poi in grado di offrire loro una politica che davvero li aiuti, e li lasciano chiudere le stalle una dopo l’altra.
Sarà tutto questo, ma non sarà mai neppure lontanamente paragonabile alla crudeltà di certi delinquenti travestiti da allevatori che fanno morire le loro vacche per strada (è successo a inizio luglio che una mucca sia stramazzata in mezzo a una strada regionale, sfinita ) facendo fare loro un’inarpa di 25 km in un giorno di pieno sole, facendole camminare dalla pianura (500 m. slm) sino alla montagna (1400 m.) in 12 ore di cammino… E non si capisce perché a questi criminali sia sempre consentito allevare animali e andare in alpeggio, nonostante le numerose vicende di maltrattamento di cui sono protagonisti da anni. Chi ha delle reines, mi risulta che di solito non maltratti le proprie mucche…
13 luglio 2011 a 21:50
Con tutto il disprezzo che ho per l’etnia valdostana, questa volta mi schiero contro questo articolo e Patuasia.
La bataille non ha mai prodotto vittime tra la vacche (smentitemi), cosa che nel palio succede e nella corrida pure.
Dopo aver letto: “Allora è come allevare i cani da combattimento!”, penso proprio che Patuasia potrebbe chiudere la bocca (o la tastiera) per un po e farsi prima uno studio sul campo di cosa sono tutte queste attività umane.
Dopo che avrà visto qualche combattimento tra cani da presa, può tornare qui e scrivere se pensa ancora che sono come i combats tra vacche.
Non entro nel merito dei finanziamenti perché mamma regione finanzia moltissime cose, perché non dovrebbe finanziare la bataille?
Se poi é un pretesto per sventolare la bandiera vegetariana… su, siamo seri!
13 luglio 2011 a 22:41
vero raz , ci sono allevatori che coccolano le loro reines e le amano, e persino si indebitano pur di avere una regina! Mi è capitato però di vedere durante una finale rinforzare una combattente con la somministrazione di 6 litri di vino zuccherato….
Quanto all’allevatore che ha costretto le sue bovine ad un’inarpa sotto il sole, quindi con crudeltà, come hai raccontato, mi auguro sia stato denunciato per maltrattamenti. Quando penso alle inarpe ed alle désarpe riconsidero diversamente le strade interpoderali ed anche i mezzi meccanici che ora vengono usati per il loro trasporto. Il mondo contadino che amiamo, meglio, taluni amano a volte rappresentare carico di valori positivi é stato ed è ancora brutale, come ci ricorda bene Bruno Courthoud.
13 luglio 2011 a 22:42
325.735 Euro destinati all’Associazione Amis des batailles des reines..mi sembrano un po’ tantini, onestamente..calcolando che le eliminatorie sono 22, a cui poi si aggiunge la tanto ambita finale..oltretutto mi pare ci sia una tariffa di iscrizione delle bovine..
Capisco perfettamente la gloria e il successo che un allevatore può ottenere dal possedere una reina regionale, ma credo sia arrivato il momento di smetterla di mungere la vacca di mamma regione…
La tradizione è l’anima di un popolo, ma attenzione a non perdere d’occhio il futuro: il passato è lì, nessuno ce lo tocca, ma il futuro non torna indietro a recuperare chi si è smarrito…è ora di uscire dalle stalle e inarpare verso il progresso!!
14 luglio 2011 a 07:52
Che bella la natura, libera e incontaminata. Che bello un mondo pulito senza inquinanti. Che bello, tutti gli animali liberi di esprimere liberamente il loro istinto senza condizionamento alcuno. Che bello!!! Seduta alla mia scrivania, con i miei 50.000 €. (misero stipendio dirigenziale) garantiti, con il mio seno rifatto e il botulino che mi dà un pò noia perchè oggi soffia il vento, elucubravo su queste cose e mi convincevo che il mio non era troppo “buon tempo”. Nooooo!!!! Le mie sono libere riflessioni in un mondo che democraticamente mi paga le voglie e mi lascia la libertà di buttarle nel cesso, qualora non mi soddisfino.Il mio pensiero frutta alla comunità circa 1€. al minuto e così sono felice di mettere a disposizione di tutti queste mie competenze. Auguri per il mio futuro e quello dei nostri figli.
14 luglio 2011 a 07:57
14 luglio 2011 a 15:48
Signor Graziano Binel, a chi si riferisce? Sono curiosa, chi è la dirigente che prende 50.000 euro e si culla nel suo buon tempo?
14 luglio 2011 a 16:01
Signor Geppo, il mio riferimento ai cani da combattimento non prendeva in esame la crudeltà, ma l’economia, vedi alla voce scommesse ecc ecc… So benissimo come si svolgono le lotte fra i cani, e non ho mai detto che la Bataille sia cruenta, ma innaturale questo sì. Quella spontanea non si svolge in arene e tantomeno è organizzata dagli uomini. All’invito da lei suggeritomi di chiudere la bocca rispondo con l’invito di rileggere con attenzione e senza pregiudizi quanto ho scritto sull’argomento.
14 luglio 2011 a 21:09
Cesara, hai ragione, c’è davvero chi coccola le sue reines: ricordo ancora con grande simpatia un’intervista fatta qualche anno fa, la sera della finalissima delle Batailles, a un giovane proprietario di reines di cui mi sfugge il nome (ma deve essere un componente di una delle grandi famiglie di allevatori di Gressan ) la cui mucca era arrivata prima in una delle categorie di peso.
Con le lacrime agli occhi, e dopo aver abbracciato e baciato la sua bovina, disse, in patois, al giornalista del TG3: “sì, certo, io voglio bene a tutte le mie mucche. ma con questa….. (non ricordo più il nome neppure della reina vittoriosa) “l’ei un feeling …..” (“ho un feeling”). Ecco: lì vidi davvero la raffigurazione dell’amore per un animale e rivalutai in un attimo la categoria degli allevatori (almeno di alcuni).
11 febbraio 2013 a 14:34
http://firmiamo.it/basta-alla-battaglia-delle-reines-in-vda
Aiutateci a dire BASTAAA a questa tradizione antica