Veterinart!


Opera astratto-simbolica, logo della nuova corrente artistica valdostana: Veterinart!

Sgarbi diceva il vero. Oggi, al Forte di Bard si inaugura la mostra “Nuove forme nello spazio della tradizione”. Un’esposizione caduta dal cielo, privata di un comunicato stampa che ne anticipasse i disegni, le modalità e i costi. Eppure l’amministrazione regionale abbonda nella comunicazione: qualsiasi scemenza viene propagandata, ma non in questo caso, facile domandarsi il perché. Almeno per Patuasia, perché nessun altro, a dire il vero, se lo è chiesto (vedi il post: sono circondata da conigli!). Forse perché le scelte fatte sono tipiche di un regime che preferisce, in quanto tale, muoversi nell’ombra per poi presentare il fatto compiuto? Scelte fatte da chi? Per un artista contemporaneo essere selezionato da un veterinario non crea curriculum, se poi il veterinario è anche presidente del luogo espositivo e presidente della Regione che caccia i soldi, più che l’onore  si adatta meglio la vergogna. L’amministratore delegato del Forte di Bard, Gabriele Accornero, abbozza una linea selettiva che è quella che privilegia i linguaggi non figurativi “segni e tratti nuovi”. Fra gli artisti del contemporaneo valdostano troviamo l’illustrazione classica, appropriata per i libri dedicati all’infanzia, di Francesco Nex. Il segno figurativo di Franco Balan e quello grottesco di Dorino Ouvrier.  Salvatore Cazzato, specializzato in mobili, vinse l’anno scorso alla Mostra Concorso con una copia lignea dello schiavo di Michelangelo. Di Giulio Schiavon e Bobo Pernettaz non si può dire che i loro frammenti scomposti e ricomposti non siano legati alla realtà e neppure Chicco Margaroli se ne smarca con i suoi libri di foglie e cuori imbottiti e neanche Roberto Priod con i suoi espliciti riferimenti alla natura, già perché il non figurativo è tutto ciò che rimanda al linguaggio puro, all’essenza dell’espressione che trova in se stessa le ragioni del suo esistere e cioé: il piano, la superficie, il colore, il segno, la materia, il pigmento, la luce, le vibrazioni di ogni ordine e tipo…, insomma gli artisti che hanno intrapreso questa strada non sono certo fra quelli selezionati. La giustificazione di Accornero cade così nel vuoto e conferma l’unica volontà espressa: quella di un veterinario che di arte contemporanea e di arte in genere, non ne capisce un tubo!

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14 commenti su “Veterinart!”

  1. libero Says:

    Mi sembra che abbiano fatto il solito minestrone senza nessun criterio che non sia quello degli artisti amici o perlomeno accondiscendenti. Sperare in qualche dignitoso no è pura fantascienza, qui anche l’arte si mette a 90°.

  2. bruno courthoud Says:

    No rollandin/sgarbi, acchiappafarfalle per citrulli: mi rifiuto di andare a vedere questa mostra ed inviterò a fare altrettanto.

  3. gloria84 Says:

    Già Bruno, l’accoppiata Rollandin-Sgarbi fa rabbrividire!

  4. giancarlo borluzzi Says:

    Sbagli, Patuasia.
    Ci sono veterinari che colmano le inesistenti conoscenze di arte contemporanea e arte in genere con la sperimentazione della vita carceraria.
    Non trovi che i due aspetti si pareggino?
    Le variegate esperienze dell’esistenza, e segnatamente questa che purtroppo manca a te e a me, forgiano il carattere e quindi possono fornire un insospettabile know-how interiore utile per giudicare i percorsi artistici altrui pur senza inserirli in collocazioni canoniche.

  5. marburg Says:

    E’ veramente curioso che si sia tenuto un profilo così basso per una iniziativa che a Torino, per esempio, ha fatto parlare molto, pur tra le polemiche. Che si tratti di una ulteriore marchetta politica al centrodestra per favorire il critico (?) di regime (quello italiano)? Qiuanto alla scelta è proprio da piccoli provinciali selezionare per un evento collegato alla Biennale di Venezia DI ARTE CONTEMPORANEA soprattutto degli artigiani oltretutto di valore molto diverso. L’unico che avrebbe potuto ben figurare è François Cerise, ma forse è troppo indipendente e quindi non c’è.

  6. patuasia Says:

    Sono d’accordo con il signor Marburg. La scelta degli artisti risulta priva di equilibrio e offre un’immagine molto provinciale. Anch’io avrei visto bene François Cerise, magari solo lui a rappresentare la nostra realtà. Una presenza forte, insolita, vera. Le pippe intellettuali dei nostri contemporanei locali non lo sfiorano di un millimetro e neppure le fatiche di un Nex o di un Balan, ma lui è un grande davvero e avrebbe detto no, grazie. Che dire poi di illustri sconosciuti che si affacciano sul balcone grazie ai parenti e agli amici? Siamo la provincia di una provincia, dove si usa posizionare i bidoni dell’immondizia là dove la storia ha lasciato le migliori tracce.

  7. lamontanara Says:

    leggendo quanto riportato su aostasera.it, sembra proprio che abbia ragione Patuasia e cioè il critico Sgarbi non ha scelto, ma ha fatto scegliere e dal momento che non c’è un critico ufficiale che lavora da noi è facile pensare che sia stato il veterinario che abbia detto questo sì e questo no, perchè questo deve essere stato fatto e non per il merito degli artisti, ma piuttosto dalla loro simpatia. Sempre sgarbi dice che i portavoce della Valle d’Aosta sono stati scelti in base al loro riconoscimento pubblico, ma io non ho mai sentito parlare di Bruno gabrieli o di Mognol o catalano o Pernettaz e poi conosco appena Cazzato ma come realizzatore di mobili e qualcuno conosce cosa fa bettoni? ammetto che non sono molto informatissima sull’arte valdostana e in genere, ma Nex so chi è e anche Balan, anche se non mi sembrano moderni per niente. Ho l’impressione che a livello generale abbiamo fatto l’ennesima figura di cacca.

  8. bruno courthoud Says:

    Il veterinario è:
    – presidente della Giunta regionale per “libere” elezioni
    – prefetto per una anomalia incomprensibile del nostro statuto
    – presidente del forte di bard per legge
    – presidente di quella che chiamano “università valdostana” sempre per legge
    Che cosa gli manca?
    – la presidenza di Finaosta
    – la presidenza di CVA
    (e forse poche altre cose)
    a meno che, se non formalmente, abbia già anche queste due cariche.
    Propongo di attribuirgliele anche formalmente, per legge.
    Prima del plebiscito prossimo venturo del 2013.
    p.s. ieri a biella, una persona seria mi ha detto seriamente: “perché non abbandoni la valle d’aosta?”. Di fatto, mi sento già un esiliato, un “bandito”, anche se ormai i banni non si fanno più, ovvero si fanno con modi molto più sofisticati, quasi “democratici”. Nel mio piccolo sento come fratelli dante alighieri, federico chabod, PPP, e tanti altri. Ogni tanto rileggo le poesie friulane di PPP, in particolare “poesie a casarsa” e relativa riscrittura di trent’anni dopo. Cito a memoria. A vent’anni scriveva ” Non c’è acqua più chiara di quella della fontana del mio paese”, trent’anni dopo “Non c’è acqua più amara di quella della fontana del mio paese”.
    E’ pur sempre divertente leggere discettazioni sul patois da parte di chi non lo conosce o, quantomeno, lo orecchia soltanto. ma è vomitevole vederne l’uso strumentale che ne fanno i politici con concours cerlogne, creazione di neolingua, corsi di patois, e via discorrendo. L’unico paragone che mi viene in mente è il lavaggio di cervello a suo tempo effettuato con balilla, giovani italiane, ecc.
    ma il passaggio dal nazionalismo al micronalismo è talmente breve che quasi nessuno se ne accorge.
    Sono il patois, lasciatemi morire in pace, senza accanimenti terapeutici, vi supplico.

  9. libero Says:

    Anch’io conosco meno della metà degli artisti rappresentativi di questo ameno luogo, ma credo che se si deve rappresentare qualcosa di nostro è giusto e sacrosanto che sia la mediocrità posta a 90°. Niente può ritrarci al meglio.

  10. marburg Says:

    La commissione, altamente qualificata, delegata a scegliere gli “artisti” era tutta direttamente (2 persone) o indirettamente (1) legata alla Fondazione forte di Bard e precisamente era composta da :1 marito di una figlia (già ben piazzata) di una ex assessora regionale, 1 figlia di un presidente del consiglio regionale, 1 collaboratrice della fondazione che, in assoluta autonomia intellettuale, hanno selezionato i partecipanti alla mostra.

  11. marburg Says:

    Altra cosa divertente: la mostra si svolge nei prestigiosi spazi dell’Hôtel Cavour et des Officiers, “classificato 4 stelle. L’albergo non è aperto al pubblico ma ad uso foresteria.” (dal sito del forte). Utile giusto per cacciarci delle mostre peregrine.

  12. la bricolla Says:

    …La critica è un’imposta che l’invidia percepisce sul merito.

    (Pierre-Marc-Gaston de Lévis)

  13. marburg Says:

    Non dipingo, non scolpisco e non ho le fette di salame sugli occhi, né me le metto! (marburg)

  14. carcarpi Says:

    Come dice libero, tutto ciò è molto rappresentativo della realtà locale….


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