E usare il cervello?
Addio al verde di quella striscia che costeggia il Corso Battaglione Aosta e lo separa dal controviale. Anche in questo caso, secondo il parere di Alberto Follien, assessore comunale alle Opere Pubbliche, non è la scelta sbagliata del tipo di piante utilizzate, ma la maleducazione dei cittadini a imporre la drastica decisione. L’abitudine, la pigrizia e la scarsa educazione degli aostani sono da mettere sempre in conto quando si progetta qualcosa per la città: un disegnatore di giardini (Gilles Clément ?), prima di decidere il percorso di un parco lo lasciò a prato per un certo periodo, poi seguì i sentieri segnati dai passi. Quelle traiettorie erano le vie naturali e più comode, dettate dai bisogni e dalla quotidianità di chi quel luogo frequentava. Se voglio creare una barriera, barriera deve essere e, quindi, dal catalogo della natura sceglierò non ciò che piace a me, ma ciò che serve allo scopo: una siepe di piracanta con le sue spine, avrebbe dissuaso chiunque dall’oltrepassarla. Sarebbe stata bella con le sue bacche gialle e arancioni. (E noi paghiamo due per avere forse uno! In questo caso per un marciapiede in mezzo alla strada!).
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2 giugno 2011 a 13:30
A proposito di verde, mi viene in mente l’ambiente e quindi l’acqua.. quanti di voi hanno visto, magari in orario insolito (tarda sera, primo mattino) la Cogne scaricare grossi quantitativi di liquido nero nel fiume? A me spesso e dopo che alcuni passanti lungo avevano segnalato la cosa alle autorità forestali per qualche tempo il liquido è stato simil-trasparente. Ma non è sempre così. Non so che cosa sia ma non credo possa essere nulla di buono.
Ripenso ai risarcimenti economici che la Cogne ha fatto agli ex dipendenti che si sono ammalati, ora queste persona possono offrire opportunità in più alle loro famiglie, ma a che prezzo! (io credo che ogni figliolo avrebbe preferito un papà in salute con una pensione in meno).
Nessuno agisce perché la Cogne è l’unica grossa azienda, da lavoro a tante persone e da vivere a tanti altri… Ok. Ma siamo sicuri che quella robaccia che immagino anche illegale non farà ammalare un giorno il figlio di uno di quei lavoratori che ora difende a spada tratta l’azienda con omertoso silenzio?
Per non essere condannato dai colleghi, per non rischiare il posto, per non creare casino.. Tutte buone motivazioni ma intanto il fiume si inquina, l’ambiente muore e se non noi i nostri figli.
L’Arpa vigila sull’aria, chi vigila sull’acqua?
Perché interessi e paura vengono prima di tutto?
Finchè non si ammalerà qualcuno che conta..ma poi sarà tardi!
2 giugno 2011 a 14:24
Signora Giada, si procuri una macchina fotografica, fotografi i liquami in Dora e sporga denuncia: la politica e il cambiamento lo facciamo noi. Smettiamola di delegare che sappiamo come va a finire, prendiamoci la storia in mano e incominciamo a vigilare.
2 giugno 2011 a 18:08
Cara Giada, L’ARPA si occupa anche di monitoraggio acque come può facilmente apprendere clikkando su qs link:
http://www.arpa.vda.it/index.cfm?ambiente=1,23,0,0
3 giugno 2011 a 12:32
Grazie, non lo sapevo e ne sono felice, certa che porranno provvedimenti