Lui chi è?
Si chiama Battistino Delchoz e fa il sindaco di Issogne, paese famoso per il castello dagli splendidi affreschi. Battistino vuole far felici tutti i suoi concittadini, tutti quei proprietari di un pezzo di terreno sufficiente per costruire una bella casetta di geometra. Questa la sua battaglia! Battistino è fermo nel tempo, è convinto di vivere negli anni settanta quando la speculazione edilizia divorava ogni palmo di terreno commestibile, creando le meraviglie di oggi. Vuole che Brissogne abbracci il suo gioiello medievale con sciami di villette sparse a macchia di leopardo, contravvenendo a una logica antica e oggi ripresa, di concentrare le costruzioni per evitare nuove strade, nuovi lampioni, nuovi e costosi servizi. Battistino mette però dei limiti: non si costruirà tutto subito, ma un po’ per volta. Che cambia? Fra dieci anni le casette saranno comunque raddoppiate. Senza dubbio sarà un paesino dalla forte attrattività turistica!
Explore posts in the same categories: Architettura, Degrado ambientale, Folclore valdostano, Mala Amministrazione, Turismo, Uomini politiciTag: Battistino Delchoz, Comune di Issogne, Piano regolatore
You can comment below, or link to this permanent URL from your own site.
21 Maggio 2011 a 10:52
Brissogne->Issogne
🙂
24 Maggio 2011 a 10:36
direi che non è proprio così. A Issogne, uno dei paesi più poveri della Valle, non c’è mai stata speculazione edilizia e con il Nuovo Piano non ci sarà. Non paragoniamo Issogne ad altre realtà (St-Christophe, Quart, collina di Aosta) dove il terreno agricolo è sparito. Da noi ce n’è ancora tanto e negli ultimi anni sono state costruite poche case, ma veramente poche (ANCHE PERCHE’ NON SI NAVIGA NELL’ORO).
Patuasia, dovresti uscire più spesso dai confini dell’odiata capitale della Vda, perché qui in Valle siete tutti aostacentrici. La realtà della Bassa, dove c’è ancora molta classe operaia e dove si sta patendo maggiormente la crisi, alla borghesia della Veulla è spesso ignota…
24 Maggio 2011 a 19:39
Signor Valencia, è vero che conosco bene la veulla, ma molto meno la realtà dei piccoli centri, detto questo mi sembra che, oggi, pensare allo sviluppo in termini di edilizia sia fuori tempo massimo. Che ognuno abbia il diritto di avere una casa è sacrosanto, ma che ognuno abbia il diritto di costruirsene una meno. Meglio fermarsi e discutere. Il territorio a disposizione non è immenso…
27 Maggio 2011 a 08:29
L’articolo mi pare quantomeno un po’ pressappochista… mi pare si stia facendo di tutta l’erba un fascio senza citare fonti o spiegare le motivazioni percui “pensare allo sviluppo in termini di edilizia sia fuori tempo massimo”… potrei essere d’accordo per casi lampanti come Courmayeur, Saint Christophe e la stessa Aosta… forse ho visitato troppo poco Issogne per averne un’idea precisa… ma il commento di Valencia mi sembra spieghi bene le cose… Questo blog, si sa, è a favore delle risorse naturali impiegate in maniera intelligente e non impattante… ma mi pare che spesso si abbiano dei preconcetti verso chi mira all’edilizia o allo sfruttamento economico delle risorse locali per fini economici… il signor Delchoz, che purtroppo non ho il piacere di conoscere, viene dipinto come l’ennesimo ideatore di ecomostri tanto cari alla nostra beneamata penisola… sarà davvero così? Basta la modifica ad un piano regolatore per etichettare una persona come “ferma nel tempo”? Io andrei un po’ più cauto a giudicare…
Buona giornata.
27 Maggio 2011 a 09:41
Signor Jeko, mi sembra che sia lei a esagerare, non credo di aver dipinto il sindaco di Issogne come un costruttore di mostri, ma che sia fuori tempo massimo sì. Fuori tempo perché nei paesi più evoluti del nostro il problema casa lo si affronta in modo più articolato da quello semplicistico proposto: tutti hanno il diritto di costruirsi una casa. Il fatto che Issogne sia un paese ancora ricco di prati lo si dovrebbe considerare come un privilegio e non come la possibilità di riempirli con il cemento anche in virtù di quell’auspicato incremento turistico. La soluzione non è semplice, ma quella veramente obsoleta ed elementare del signor Delchoz, lascia il tempo che trova.