Cultura come favore


Noi di Patuasia, consideriamo i soldi spesi per la cultura un investimento sempre! Ma, come per tutti gli investimenti, si rendono necessarie le verifiche che, in questo caso, non sono il ritorno economico, anzi questo è sempre secondario rispetto a quello dell’arricchimento culturale e, di conseguenza, comportamentale di una collettività. Abbiamo spesso fatto notare come le ingenti somme elargite dall’assessorato alla Cultura, tramite la successione dei vari assessori, non abbiano creato un humus culturale stimolante e vivo: eravamo e rimaniamo dei paesani piuttosto rozzi. La cultura ha bisogno di un progetto che segua un obiettivo; da noi così è stato fatto ai tempi dell’assessore al Turismo Liborio Pascale e del prof. Janus, quando questi voleva creare e aveva creato, una vetrina nazionale sull’arte contemporanea. Dopo di lui la politica o meglio i politici, si sono accaparrati senza competenze della cultura utilizzandola come arma di potere per obiettivi clientelari. Le sedi espositive che avevano il loro genius loci, divennero luoghi anarchici dove si è esposto di tutto. La situazione oggi non è cambiata. Riconosciamo all’attuale assessore, Laurent Viérin, uno sforzo che condividiamo, per la salvaguardia della cultura di tradizione, ma al tempo stesso identifichiamo in lui il provincialismo di chi si lascia facilmente tentare dalle sirene del-successo-che -fu. Non abbiamo bisogno di personaggi come Forattini o Mogol o Toscani e neppure della Fondazione Re Rebaudengo, abbiamo bisogno di un progetto unico, straordinario, nostro, capace di rivitalizzare il nostro pensiero e darlo in pasto al mondo. Inseguendo le celebrità facciamo solo i loro interessi, a loro non importa nulla della Valle d’Aosta, sono attratti solo dai suoi soldi.

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2 commenti su “Cultura come favore”

  1. libero Says:

    Mogol direttore artistico della Cittadella: che ha fatto? Forattini ogni anno una mostra: ha senso? In una regione poi dove la satira politica è vissuta come un mal di pancia, non è ipocrisia oltre che offerta di terzo tipo? Ha ragione patuasia non abbiamo bisogno di pensionati eccellenti che trovano ospizio da noi, piuttosto di giovani capaci e coraggiosi che sappiano proporre qualcosa di veramente sensato per conferire quella dignità culturale che abbiami perso in tanti anni di caos.

  2. Augusta Praetoria Says:

    Qui va avanti una cultura di “partito” e forse l’assessorato alla cultura potrebbe chiamarsi Assessorato alla propaganda. In confronto era una amatore il buon Starace, durante il ventennio.

    In tempi di crisi questi soldi spesi in questa maniera sanno proprio di schiaffo alle persone che tirano avanti con stipendi molto bassi. Pensassero meglio a tirar su le sorti dell’università, visto che si sta relegando a colonia esclusivamente valdostana di studenti. Visto che si parla di Cultura, tante manifestazioni nel 2011, ma poco e niente che vada a interessare il 150° anniversario dell’unità d’Italia. Oooops è vero il nostro assessore pensa di essere in Francia.


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