La piazza di Patuasia 2
Avevano il naso rosso perché il freddo lo aveva preso a morsi. Saltellavano, ma parlavano basso. L’aria rapprendeva il fiato, meglio stare zitti. Poi il via con il battere di tamburo e nacchere a dare il ritmo di un passo non così aggressivo. Occhi-azzurri li fermò subito, neanche il tempo di farli sentire un po’ caldi, di lasciarli avvolgere nel tepore degli slogans familiari. La ragione attraversò i loro cuori come lama d’acciao. Più fredda del freddo inverno.
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30 novembre 2010 a 08:09
Non ho seguito la protesta, ma un dato mi pare certo. La Gelmini ha fatto delle scelte piu’ o meno opinabili nell’ambito di una politica di rigore.Trovo sia da vecchi protestare in Valle per un discutibile tema nazionale quando nella nostra regione domina un integralismo scolastico d’antan contro il quale sarebbe invece stato piu’ doveroso marciare. Da vecchi, e pigramente, e’ stato scelto di accettare un tipo di protesta altrove pianificata e per fini che non toccano l’anacronistico sistema scolastico valdostano, totalmente slegato dalla realta’.
2 dicembre 2010 a 11:48
ah si? ma la valle d aosta non fa forse parte dell italia? e dove credi che vadano all università, i giovani che escono dalle superiori?
2 dicembre 2010 a 16:05
Sì, Borluzzi, in effetti lei dovrebbe essere felice che i giovani si interessino di questioni italiane.
3 dicembre 2010 a 14:13
Mi pare un bene aderire alle proteste giuste anche se non toccano i nostri interessi. Le proprità lasciamole decidere ai ragazzi che erano in strada e, se fosse questo il caso, lasciamoli anche sbagliare perché, alla loro età, non è richiesto di essere saggi, ma di essere partecipi.