Dietro l’immagine 2
Com’era prevedibile, dopo la lettura critica dell’icona del presidente dell’Union, Ego Perron (immagine in due versioni sostanzialmente uguali), ecco la nuova proposta editoriale del Peuple. L’immagine è più striminzita della precedente, il soggetto è chiuso per non lasciare troppo spazio alla verve critica, ma occhieggia, non vista dal fotografo, una abat-jour dal liscio corpo in ceramica, presumibilmente di color rosa, che ha sostituito la precedente stampante. Gli interruttori resistono al loro posto. Altri cambiamenti significativi sono: il cellulare che prende il posto del computer, la direzione dello sguardo che da diretto, si sposta di lato. Gli occhi, invece, permangono costantemente sbarrati in una sorta di rapimento liquido. Probabilmente Ego sta ascoltando, via web, esangui note alla radio. E il fondo che da piatto muro impallidisce in piatto manifesto con il logo dell’Union posticcio e in bella vista. L’ufficio del sottoscala di fantozziana memoria, si è così trasfigurato nello sgabuzzino di una desperate housewife!
Tag: Ego Perron, Le Peuple valdotain, Union Valdotaine
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29 novembre 2010 a 18:20
Secondo me sta ascoltando le istruzioni (o i cazziatoni) che il Caimano-de-nos-atre gli sta impartendo. Sarà per quello che il bell’Ego si sta stempiando sempre più e ha gli occhi sbarrati? Ah, se le poltrone potessero parlare!
29 novembre 2010 a 18:24
Lo sguardo è perso. Imbambolato, mi sa che ha ragione Teddybear, qualcuno al cellulare lo sta ramazzando di brutto, ma lui è così, così, così…
30 novembre 2010 a 10:53
A me ricorda le foto di quando si era bimbi, molti anni fa, a scuola. una volta all’anno arrivava un fotografo e faceva una foto di gruppo in cui il secchione della classe stava alla lavagna con un gesso in mano e faceva finta di scrivere, guardando peraltro, in modo assai surreale, verso la macchina fotografica … oppure le foto singole dove il bimbo di turno, seduto al banco di legno, teneva la penna sospesa sul foglio facendo finta di scrivere, anche lì guardando per aria… Qui Ego fa finta, anche lui, di far qualcosa, e l’oggetto di turno non può che essere il cellulare. Ma, (domanda) in ufficio, non è più professionale il telefono fisso, se non altro più economico?
30 novembre 2010 a 11:16
Bel commento signora Penelope! In effetti si tratta di un teatrino come quello che si recitava per la foro ricordo. Ma siamo nel 2010 e la società dell’immagine si è evoluta, ma non nella redazione del Peuple e all’interno del Mouvement. Noi siamo convinti che le ragioni siano principalmente due: la prima è la scarsa cultura generale dei politici unionisti, la seconda è la sicurezza che tale ignoranza serva. Sia funzionale al loro modo di fare politica.
30 novembre 2010 a 13:36
Vero, superzenta! le sue parole mi ricordano un testo di Umberto Eco, “Fenomenologia di Mike Bongiorno” che iniziava così: “Il caso più vistoso di riduzione del superman all’everyman lo abbiamo in Italia nella figura di Mike Bongiorno (qui da noi, l’UV, nota di Penelope) e nella storia della sua fortuna. […] quest’uomo deve il suo successo al fatto che in ogni atto e in ogni parola del personaggio cui dà vita davanti alle telecamere traspare una mediocrità assoluta. […] Mike Bongiorno non si vergogna di essere ignorante e non prova il bisogno di istruirsi” […].
2 dicembre 2010 a 07:10
cavete omnes, fate tutti attenzione: Idd…io, signore del cielo e della terra, signore buono e giusto, vede e sente tutto, tremenda è la sua ira, implacabile la sua giustizia.