Cammina e cammina


Nuovo percorso della legalità per gli studenti e per gli insegnanti delle scuole medie superiori. Per loro sarà possibile conoscere la realtà del carcere finalizzata alla prevenzione dell’illegalità. Saranno affrontate tematiche come l’abuso di sostanze alcoliche e di droghe, lo spaccio di sostanze stupefacenti, la microcriminalità. Nessuna voce come abuso di atti di ufficio, truffa aggravata, peculato, turbativa d’asta e tutto ciò che riguarda la carriera dei politici e degli amministratori, fa parte della didattica preventiva. No, ai giovani si insegna che la legalità consiste nel non farsi di droghe, di non ubriacarsi, di non spacciare e di tutte quelle azioni che hanno a che fare con l’immagine più classica della criminalità. Certo è giusto insegnare anche questo, ma sarebbe altrettanto giusto sommare all’elenco dei crimini altre voci che non sono meno gravi, anzi, forse lo sono di più, perché mandano in rovina un Paese. Disprezzando la morale e l’etica che sono i principali ingredienti per una società che funzioni.

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18 commenti su “Cammina e cammina”

  1. libero Says:

    Secondo me anche questo percorso della legalità è una distrazione. Si svolge per gli studenti delle scuole superiori, luoghi che non sono esattamente delle palestre di criminalità, il disagio in genere si ferma alle medie e prospera nelle periferie. Invece la furbizia criminale conferisce spesso il diploma e la laurea. Quanti nostri amministratori hanno avuto e hanno problemi con la giustizia? E non è anche questa criminalità? Eppure di questo non si parla. Il crimine indossa la pistola, quando invece, e sempre più spesso, indossa la cravatta.

  2. Penelope Says:

    Ci sono certi “curricula” (fedine penali) di certi amministratori, anche sindaci, che, a confronto, Totò Riina è un ingenuo dilettante. Il tutto sempre “lavato via” con l’oblazione di un po’ di soldini. Anche questo bisognerebbe insegnare agli scolaretti: fate pure abusi edilizi, danni ambientali, falsi, truffe, assegni a vuoto, ecc. tanto tutto si risolverà con una multarella e poi via di nuovo, liberi come il vento con un futuro radioso davanti!! WOW!!!

  3. bruno courthoud Says:

    concordo e sottoscrivo pienamente: le istituzioni, tutte, che organizzano questi pseudo “corsi della legalità” vogliono far passare il concetto, presso i giovani che stanno per entrare nel mondo del lavoro, o all’università, che le istituzioni siano “il tempio e i difensori della legalità”, cosa assolutamente falsa e quindi contraria al vero.

    In altre parole, quelle stesse istituzioni che organizzano questi corsi, NON hanno nessun titolo per organizzarli, perché NON sono esempio di legalità e NON la praticano. Basta aprire quotidianamente un qualsiasi giornale, locale o nazionale.

    A meno che non vogliano far credere ai giovani che la corruzione, l’abuso d’ufficio, le mafie, non siano criminalità, oppure che non esistono.

    In effetti, finché hanno potuto, le istituzioni ci hanno fatto credere che questi fenomeni non esistono, oppure che si trattava di casi marginali.

    Fino a quando, anche alcuni magistrati, hanno detto, anche in ssicilia, che la mafia non esisteva? Riina lo dice ancora.

    Fino a poco fa il questore stesso di milano affermava che la ‘ndrangheta in lombardia non esisteva.

    Non parliamo della valle d’aosta, dove prefetto e questore fanno a gara nel dire che viviamo nel migliore dei mondi possibili.

    Questo cercano di far credere ai giovani, nascondendo ed occultando la verità, che ben conoscono.

    Bisognerebbe organizzare corsi di legalità paralleli, gestiti ad es. da organizzazioni di volontariato, e smascherare queste falsità istituzionali dei corsi di legalità.

    Forse che il nostro prefetto (e i suoi amici) non si ricordano questi fatti, risalenti ormai agli anni ’70/80, quindi 40 anni fa, che di seguito elenco solo perché si rinfreschino la memoria, scusandomi con i lettori ai quali probabilmente non diranno quasi niente (sono parte di un iceberg rimasto quasi interamente nascosto)?

    …, operazione Ciel Bleu a Pila, con precedente “favore” agli eredi Chanoux, operazioni immobiliari diverse a Breuil-Valtournenche, lottizzazioni al col di joux con falsificazione di atti che hanno ingannato addirittura la giunta regionale e che mai sono stati denunciati, lottizzazione, mai portata a termine, nel cuore di la-magdeleine, operazioni immobiliari a la-thuile, operazioni immobiliari a pré-saint-didier, ….. solo per ricordare i casi più evidenti.

    Chi oggi ci governa ed altri che hanno il compito di gestire affari colossali in valle d’aosta conoscono benissimo questi ed un’infinità di altri mali affari della pubblica amministrazione, di ieri e di oggi. Eppure sono sempre lì. Si sono solo evoluti.

    E questi principi del malaffare vorrebbero insegnare la legalità ai nostri figli, appalesandosi come custodi e difensori della legalità medesima?

  4. bruno courthoud Says:

    Il silenziatore (de profundis)

    Pensavo che potesse essere il Prefetto, che conosco personalmente, a risentirsene e, eventualmente a pensare di essere stato da me direttamente chiamato in causa.

    Invece no, almeno formalmente, è stato il questore.

    Mi ha querelato per diffamazione in relazione a due brevi mie lettere apparse su Gazzetta Matin e La Stampa che volevano solo evidenziare, e addirittura in forma dubitativa,la pericolosa vicinanza, in questa valle di lacrime, tra questura e prefetto, essendo il prefetto anche un politico. Nessun riferimento personale al questore, che non ho il piacere di conoscere e che può anche essere la miglior persona di questo mondo, e neanche all’attuale prefetto. Ma la diffamazione non è a titolo personale? Che colpa ne ho se questa “zona grigia” è prevista dallo statuto?

    A meno che si tratti di vasi comunicanti, il che avvalorerebbe i dubbi miei e di tanti, che non osano esprimersi, e convaliderebbe quelle che erano solo mie supposizioni.

    Ho scritto le stesse cose su questo blog, ma pare che questo non costituisca, ad avviso del questore, diffamazione.

    Non ho alcuna intenzione di difendermi, anche perché non saprei proprio da cosa dovrei difendermi. Se mi chiederanno dei soldi pagherò (mi dispiace, ho due figli alle soglie dell’università).

    Passando in biblioteca, ho notato casualmente il titolo di un libro: “L’arte di uccidere”. Ho poi visto cartelloni enormi relativi ad una mostra: “Il coraggio”.

    Stanno uccidendo un uomo morto, probabilmente qualcuno starà dicendo: “obiettivo raggiunto” ed avrà già stappato una bottiglia di champagne.

    Grazie a tutti e scusate.

  5. patuasia Says:

    Siamo pochi, siamo deboli, ma siamo presenti almeno per te.

  6. bruno courthoud Says:

    grazie, spero nel buon senso.

  7. Clotilde Says:

    Signor Coutrthoud, può dirci di più, p.e. il testo della querela?
    Patuasia, una colletta pubblica da lei promossa via il blog per aiutare (ne avrà bisogno, questi picchiano duro) uno che, fatto rarissimo in Valle, parla e non si piega, è immaginabile?
    ALP, è possibile che il blog di Grillo, prese le debite informazioni, dia la giusta risonanza a questo fatto? Una querela a uno che sottolinea che il prefetto è anche il presidente della giunta, fatto unico (persino) in Italia?!

  8. bruno courthoud Says:

    Sono stato convocato in questura stamattina dal commissario Vicino della DIGOS che mi ha comunicato di essere sottoposto ad indagini preliminari per i reati di cui all’art. 595 (Diffamazione), comma 3, codice penale, commessi in Aosta in data 01 e 08 n0vembre 2010.

    Il comma 3 recita:

    “Se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a euro 516”.

    In tali date, su Gazzetta Matin, sono state pubblicate due mie lettere(la prima integralmente, la seconda parzialmente) in cui avanzavo dubbi ed interrogativi sul fatto che in una regione dove il prefetto è, per statuto, anche un politico, ci potessero essere “zone grigie” nell’applicazione della giustizia. Tra l’altro citavo anche i carabinieri, ed in genere gli ordini inquirenti, oltre alla questura. Nulla di personale contro nessuno e tutto espresso in forma dubitativa (ho fatto una certa esperienza in materia anche di diffamazione, essendone stato oggetto alla vigilia di andare in pensione).

    Tra l’altro, la prima lettera è stata pubblicata anche su La Stampa, sempre a mia firma, ma quella non è stata, stranamente, ritenuta diffamatoria.

    Il tutto ho pubblicato, integralmente, anche su questo blog, ma pare che la cosa non sia rilevante.

    Mi dispiace per il sig. Mercanti, direttore della Gazzetta matin.

    Personalmente, non vi vedo nulla di diffamatorio, a meno che si voglia tirare in ballo il comma 4 (che non è citato nel verbale):

    “Se l’offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate”.

    Porsi dei dubbi e delle domande è reato?

    Mi pare che, in sede politica, altri si siano già posti e abbiano sollevato il problema dell’anomalia del nostro Statuto che prevede che il prefetto sia un politico (ilPresidente della Giunta regionale), unico caso in Italia. Da parte della politica mi aspetto, ovviamente, un silenzio assordante.

    Personalmente credo sia un modo come un altro per cercare di “silenziare” una persona. Posso ovviamente sbagliarmi.

    Confido nel buon senso del questore, da poco ad Aosta, che non conosco nel modo più assoluto e che potrebbe essere la miglior persona di questo mondo.

    Grazie di tutto.

  9. bruno courthoud Says:

    “Ecco i falsi della Questura
    dopo le pressioni del premier”
    “Il funzionario non volle firmare verbali. Nella relazione di servizio dell’assistente di polizia si capisce che le normali procedure sono state impedite. Nascosta al magistrato del tribunale dei minori l’identità della ragazza per la quale chiedeva un ricovero sicuro”
    di PIERO COLAPRICO e GIUSEPPE D’AVANZO

    Chissà quante denunce per diffamazione si sono beccati i giornalisti Piero Colaprico e Giuseppe D’Avanzo, nonché il direttore di Repubblica, giornale a tiratura nazionale, per questo articolo!

    O c’è più libertà di stampa in italia che non in valle d’aosta?

  10. poudzo Says:

    Non credo proprio che la cosa possa andare avanti, c’è stata una denuncia e ci sarà un’archiviazione perché non c’è reato.

  11. Michel Says:

    tienici informati Bruno….e se la cosa va avanto
    i qualche bell’articolo possiamo firmarlo anche noi con te!!!

  12. bruno courthoud Says:

    a me sembra impossibile che possa andare avanti. Il contrario mi farebbe pensare veramente male!

  13. bruno courthoud Says:

    grazie michel.

  14. Michel Says:

    beh,sarebbe proprio una cosa preoccupante e allucinante se andasse avanti…

  15. bruno courthoud Says:

    spero di no, tanto più che se il questore, che non conosco assolutamente, si è risentito per affermazioni espresse tra l’altro in forma dubitativa e impersonale sul possibile rapporto tra politica, magistratura e organi inquirenti in questa valle in cui, unico caso in italia, il Prefetto è anche un politico, sono disposto a chiedergli pubblicamente scusa, anche su questo blog. Non era infatti assolutamente mia intenzione diffamare chicchessia. Volevo unicamente porre l’attenzione su di un problema sul quale, anche se in sordina, si sono già soffermati, in passato, esponenti vari della politica.

  16. bruno courthoud Says:

    Apprendo oggi che, com’era inevitabile, è stato querelato per diffamazione anche Luca Mercanti, direttore di Gazzetta Matin. Invece, stranamente, non è stato querelato il direttore locale de La Stampa, che, analogamente a Gazzetta Matin, aveva pubblicato la prime delle due mie lettere.
    Confido nel buon senso, ma non sono molto ottimista, anzi.
    Se veramente sono stato offensivo o diffamatorio, se cioè tanto mi da tanto, devo ora aspettarmi analoghe querele da parte del Prefetto, del responsabile della Guardia di Finanza, di quello del Corpo dei Carabinieri, di quello del Corpo regionale forestale, tutti indirettamente chiamati in causa dalle lettere incriminate.
    Personalmente mi sento tranquillo con la coscienza, perché non avevo intenzione di diffamare nessuno, ma solo di evidenziare un problema, tenuto anche conto di avvenimenti in campo nazionale.
    Ripeto: se le cose dovessero andare avanti non ho nessuna intenzione di difendermi, né di presentarmi davanti ad un tribunale, tanto meno davanti ad un giudice di pace che, a suo tempo, prima di andare in pensione, mi ha espressamente invitato a ritirare una mia analoga querela per diffamazione, perché “la valle è piccola, ci conosciamo tutti” (mi si qualificava come “latitante” sul lavoro, quando non avevo un solo giorno di assenza non giustificata; le virgolette hanno comunque salvato la mia dirigente che MAI ha pensato a chiedermi scusa).
    Ho chiesto pubblicamente scusa al questore e al direttore Mercanti, con lettera che la Gazzetta Matin non pubblicherà domani, per mancanza di spazio, ma lunedì prossimo.
    Comunque vada a finire, mi pongo molte domande.
    Meglio restare o meglio andare via? Forse è meglio andare via. Vedremo, non vorrei dover concludere che c’è meno libertà di stampa in valle d’aosta che non nel resto d’italia, addirittura.

    p.s. spero abbiate seguito Report sulle energie alternative. Avrei voluto commentare (tutto si tiene, in questo paese), ma proprio non ne ho più l’animo.

    Grazie comunque a tutti.

  17. patuasia Says:

    Patuasia è con te, forza Bruno! Invitiamo tutti gli amici del blog a sostenere il signor Courthoud con un segno di amicizia, in questi tempi così cinici sembrerebbe facile sentimentalismo, ma sappiamo che non è così.

  18. bruno courthoud Says:

    Grazie infinite, fa bene non sentirsi soli. Trascrivo copia della lettera che ho trasmesso al Direttore di Gazzetta Matin e che verrà pubblicata lunedì prossimo.

    “Egregio direttore,
    in seguito alle lettere mie personali pubblicate da questo settimanale rispettivamente in data 01 e 08 novembre 2010, sono ora oggetto di indagini preliminari per diffamazione, ai sensi dell’art. 595, comma 3, c.p., da parte del questore di Aosta. Con tali mie lettere, espresse tra l’altro in forma dubitativa ed impersonale, non era assolutamente mia intenzione diffamare chicchessia, né tanto meno il questore di Aosta, che addirittura non conosco. Volevo unicamente evidenziare una anomalia dello statuto regionale che, unico in Italia, prevede che il relativo Prefetto sia anche Presidente della Giunta regionale, quindi un politico, e mi chiedevo, tenuto conto anche di recenti avvenimenti in campo nazionale, se tale anomalia non potesse essere fonte di pericolose vicinanze tra la politica e la giustizia. Un problema non nuovo nel dibattito politico regionale. Non ho pertanto nessuna difficoltà a chiedere pubblicamente scusa al questore di Aosta se, a suo giudizio, ha ritenuto che le mie parole potessero essere diffamatorie nei confronti suoi personali o della struttura che dirige, il che non era assolutamente nelle mie intenzioni.
    Chiedo scusa anche al dott. Mercanti, responsabile del settimanale, per averlo involontariamente coinvolto in questa vicenda.
    Distinti saluti.”


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