Tutto da rifare!


Quello che mi indigna è che nessuno è mai responsabile e, conseguentemente, nessuno paga. Il tetto del palasport di Courmayeur è da rifare dopo soli quindici anni dalla sua inaugurazione. Ma le magagne non si esauriscono con le infiltrazioni d’acqua, pare infatti che anche l’impianto di riscaldamento e la pista di pattinaggio debbano essere rivisti. Sembra proprio un’abitudine valdostana quella di costruire sperimentando: piazza Narbonne è da rifare: la vasca perde acqua; piazza Caveri è da rifare: fa schifo; la pedonalizzazione dell’Arco d’Augusto è rinviata nonostante il nuovo ponte; il trenino di Cogne è tutto sbagliato, insomma si continua a pagare doppio per avere il minim0. E chi paga sono sempre i contribuenti.

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3 commenti su “Tutto da rifare!”

  1. Ugo Says:

    E i contribuenti sono ben contenti di pagare, pagare e pagare, dal momento in cui vincono sempre gli stessi…
    A questo punto la responsabilità non è più di chi governa, ma di chi li manda a governare… Loro sono incapaci, lo stanno dimostrando da diversi anni, lo sanno tutti… Evidentemente però piace così!

  2. Fabrizio Says:

    C’è la soluzione: lavori affidati con procedura negoziata (fino a 500.000 euro) a nota impresa di fiducia.
    State tranquilli, lasciateli lavorare 😉

  3. cesara pavone Says:

    Il tetto del palasport chiamato anche palazzo del ghiaccio ha già subito un importante intervento di manutenzione straordinaria alcuni anni fa, il tetto “perdeva acqua”…..
    Ora che gli é stata costruita accanto la nouvelle télècabine, l’UFO navicella spaziale di cemento acciaio e vetro, proprio in fondo al villaggio di Dolonne, il “Palasport” sembra un po’ meno fuori scala come invece appariva al suo nascere ma, rimane pur sempre un’opera pensata dai ns amministratori in un tempo in cui si pensava che il progresso sarebbe stato inarrestabile, che le nuove masse si sarebbero fuse alle vecchie e nuove borghesie e tutte insieme avrebbero “fatto sport” in ogni modo ed in ogni tempo a coprire le spese di gestione che un’opera del genere porta in dote. Già la scelta del luogo aveva creato notevoli problemi: la zona non è chiamata Plan de Lizzes a caso, essa era la più importante zona umida di Courmayeur dove una volta si macerava la canapa da tessere …. ma l’eco della Conferenza di Ramsar (1971) sulle zone umide non era ancora giunta ai nostri amministratori. I costi di costruzione del palasport lievitarono , camions e camions di materiale da riporto dovettero essere versati a consolidare le fondamenta per separarle dall’acqua che lì s’impluvia. Ciò nonostante da allora quella piana, già alveo della Dora Baltea,é stata completamente urbanizzata…. Ora apprendo che deve essere rifatto nuovamente il tetto…. quell’opera era e sembra essere ancora, un vero pozzo di San Patrizio! Vista la dimensione del tetto, una superficie importante, potrebbero i ns amati decisori,almeno coprirlo di pannelli fotovoltaici, o no?


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