Questa restitution…
Questa è la prima di una serie di performance sulla città a firma di Patrizia Nuvolari. Un’ingenua che ancora crede nel potere dell’arte intesa come azione sulla realtà. Un’utopia che ha accarezzato i cuori degli artisti negli anni settanta e che ancora pulsa.
Tag: Aosta, Restitution, Teatro romano
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30 ottobre 2010 a 07:29
Gran bella performance… Degna di un film dell’orrore di quart’ordine… Mi scusi Sig.ra Nuvolari, ma Lei non ha niente da fare tutto il giorno?
30 ottobre 2010 a 08:24
Ovvio: questa restitution fa schifo perchè è stata interpretata dall’UV che cancellerebbe tutto ciò che sa di romano.
Ovvio che Andrea Vuillermoz si esprima così: è dell’UV.
This is my last look to Patuasia before starting, 11 a.m., to Vietnam with my sons. My seventh time there, the first for them. I’ll stops also in other countries and will come back half december: surely I will not speak one word in french all the time because nobody oblige me to do it, but Vuillermoz loves UV… Patuasia, take it easy, and fight freely about bunga bunga restitutions !
30 ottobre 2010 a 10:22
Mi spiace Borluzzi, io sono e rimango unionista nell’animo e nelle convinzioni ma non appartengo più a questa union (quella di Ego Perron tanto per intenderci). Ho restituito la tessera già da qualche mese e conseguentemente mi sono dimesso da vice presidente della Section d’Aoste Ville.
30 ottobre 2010 a 11:04
Anche quella di Andrea Vuillermoz è una “restitution” (in attesa di quella di Dino Viérin!).
Tornando à nos moutons, la Sovrintendenza ai beni culturali e paesaggistici, di fatto, non esiste più.
Formalmente esiste ancora, ma solo per controfirmare i progetti che piacciono al padrone di turno (il quale non ha neanche bisogno di fare una telefonata al questore … pardon, al Sovrintendente). Per dimostrare la sua formale esistenza, si dilunga, alle volte, nel dettagliare inutili prescrizioni (tipo: “a condizione che non deturpi l’ambiente e salvaguardi il paesaggio …”), prescrizioni che ovviamente nessuno controlla se vengono rispettate o meno (per desiderio espresso degli stessi politici). Lo stesso dicasi per VIA, ecc.
Nulla da stupirsi da quando, con la riforma della pubblica amministrazione (spoil’s system), la Politica ha voluto mettere il becco dappertutto. E a tutti va bene così (maggioranza, opposizione e sindacati), diciamolo pure tranquillamente.
1 novembre 2010 a 09:36
@ Andrea Vuillermoz.
Alpino un giorno, alpino sempre.
Unionista un giorno, unionista sempre.
1 novembre 2010 a 10:02
Valdostano Borluzzi valdostano.
1 novembre 2010 a 15:36
Finalement il y a quelqu’un qui ose dire ce que pense: mes félicitations à Andrea Vuillermoz.
Finalement une prise de distance d’un mouvement qui n’est plus politique, il n’est qu’une “associazione a delinquere”
Dobbiamo ricordare a chi tace, che chi è complice è corresponsabile!!
Aggiungo: si vive benissimo senza tessera dell’UV, anzi la sensazione di liberazione e di libertà è fantastica!
3 novembre 2010 a 20:17
UV: un comitato di affari, come già diceva bettino craxi nel lontano 1984 del suo PSI e, più in generale, del mondo politico italiano. In questo momento l’UV ha proprio buttato alle ortiche la maschera. Sembra inconcepibile ed incompresibile che partiti a suo tempo contrari ideologicamente ad ogni comitato di affari, quali il PD, ora tengano bordone.
Non sono affatto d’accordo sull’assimilazione, più sopra adombrata, tra “valdostano” e “unionista”: così da sempre vuole l’UV, mouvement neonazionalista locale.