Non cresce un filo d’erba!
«Il rispetto per l’ambiente, la tutela delle risorse naturali e il risparmio energetico sono nel Dna della Valle d’Aosta, terra da sempre votata al confronto con il territorio e dalla forte tradizione agricola». Così si esprime dalle pagine della Stampa il nostro Presidente, Augusto Rollandin, già premio Attila per la sua sensibilità verso l’ambiente. La Green Economy è il nuovo businnes, perché noi non crediamo in una conversione al paesaggio di chi il paesaggio ha, in passato, massacrato (torrenti cementificati, tralicci dappertutto e in contesti paesaggistici di estrema bellezza, strade, seconde case… ), siamo più propensi a credere in nuove aree di sfruttamento (anche la camorra si occupa di rifiuti e la mafia di parchi eolici). Con la scusa dell’energia pulita, cofinanziata dall’Europa, ecco moltiplicarsi a vista d’occhio le centrali idroelettriche. Un bel giro d’affari del quale non si capisce il ritorno che avrebbe sul territorio. A parte i 9/10 delle tasse, cosa ci portano direttamente questi investimenti? Il danno ambientale è così sostenibile? Se così fosse perché la raccolta di firme da parte di alcuni sindaci e cittadini che chiede di smetterla con lo sfruttamento delle acque? E perché il vicino Piemonte si comporta esattamente all’incontrario, elargendo contributi ai Comuni virtuosi che lasciano scorrere i loro ruscelli?
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27 settembre 2010 a 19:56
Fa strano immaginare l’Attila ambientalista. tutte le volte che vado al Piccolo san bernardo mi viene da bestemmiare a vedere quei tralicci-mostro e quando vedo i torrenti ingabbiati in modo assurdo anche. Adesso l’Attila scopre gli affari verdi e naturalmente ci mette le zampe. Mi viene male.
28 settembre 2010 a 07:17
la mafia delle centrali idroelettriche è viva e prospera felice senza più nessun fastidioso intoppo tipo Valutazione d’impatto ambientale. Ora pare voler mettere le mani anche sui parchi. Evviva.