Chiamalo sonno
“I tentacoli della ‘Ndrangheta? In Valle non arrivano, secondo il questore Maurizio Celia: «La mafia per alimentarsi ha bisogno di mafiosità. In Valle d’Aosta non trova terreno fertile perché la popolazione di montagna è vigile e poco incline a questi fenomeni». Antonio Nicaso, nel saggio «’Ndrangheta, le radici dell’odio» riportando il giudizio del procuratore Piero Grasso scrive che «la mafia calabrese va lì dove domanda e offerta si incontrano. In Valle d’Aosta gli interessi sono rivolti al turismo e all’industria alberghiera». Secondo Celia i fenomeni legati alla ‘Ndrangheta «sono circoscritti ad alcuni soggetti, non ad un gruppo organizzato». Tratto da La Stampa 29/07/2010
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30 luglio 2010 a 07:13
anche il questore di milano, fino a un paio di mesi fa, affermava che la ‘ndrangheta nel milanese praticamente non esisteva: tutto va bene, anzi benissimo, non bisogna allarmare i cittadini, secondo gli insegnamenti di berlusconi. Io personalmente appartengo ad un’altra scuola: meglio prevenire (e diagnosticare in tempo), piuttosto che cercare di curare (quando è troppo tardi).
30 luglio 2010 a 08:02
Se non sbaglio anche a Bordighera si sberciava di sicurezza, poi i fatti hanno smentito tanta spavalda imbecillità. Anche noi apparteniamo alla scuola della prevenzione e della diagnosi, convinti che la consapevolezza di una qualsiasi cosa sia la prima mossa per porvi rimedio.
30 luglio 2010 a 09:17
misericordia cosa ci tocca sentire!! “In Valle d’Aosta la mafia non trova terreno fertile perché la popolazione di montagna è vigile e poco incline a questi fenomeni”. Questa è bella, davero! Denaro publico in quantità illimitata, imprenditori (o meglio, come dice qualcuno, “prenditori”) amicissimi di politici con cui gozzovigliano orgogliosi ad ogni pie’ sospinto (vedere foto dei servizi sulla festa dei Santi Giò&Già sui fogli locali), camion che vanno a fuoco, adesso anche narcotraffico. Cosa ci manca? il traffico di armi e le stragi. Et voilà, il piatto è servito.
30 luglio 2010 a 11:08
La mafia c’è dove c’è lo scambio di favori, dove la politica e l’imprenditoria cercano scappatoie, dove il potere è in mano a pochi, dove si sa tutto di tutti, dove si sa chi vota per chi. La mafia c’è dove non c’è controllo, dove si ragiona per pregiudizi e generalizzazioni («la popolazione di montagna è vigile e poco incline a questi fenomeni»). La mafia c’è dove funziona la logica degli «amici» e degli «amici degli amci». La domanda da porsi è: «Perché la mafia non dovrebbe attechire in Valle d’Aosta?». Sarebbe una domanda complessa che richiederebbe una risposta complessa. Una risposta semplicistica è solo demagogia.
6 agosto 2010 a 09:10
stanotte hanno dato fuoco all’auto di un imprenditore edile di pont-saint-martin. Qualcuno lo faccia presente al questore di aosta (e al nostro prefetto, nonché presidente).
6 agosto 2010 a 10:37
Ma no! è il solito caso isolato! “la popolazione di montagna è vigile”, no?. Non l’hai ancora capito, Bruno? il fuoco della notte scorsa fa solo parte dei rimasugli dei fuochi d’artificio dei santi giò&già, nulla di più.
11 agosto 2010 a 15:08
Stiamo parlando di mafia o di altro?
Qualcuno ha il tempo di cogliere la differenza tra l’art. 416 bis ed il 416 del codice penale?
Quando si parla di fenomeni così gravi un pò di documentazione non guasta.
Certo si può chiamare la criminalità con altri nomi, si può fare, ma ancora (neanchè a livello internazionale si è fatto).
A proposito di mafiosità necessaria ad alimentare il fenomeno; qualcuno si è chiesto perchè sia partita proprio da Milano una delle più importanti operazioni contro la Ndrangheta?
Qualcuno pensa che ogni rapporto illecito tra economia e politica sia classificabile sempre come mafia? Il peculato, la corruzione, l’interesse privato,l’abuso d’ufficio, li cancelliamo dal codice e li chiamiamo tutti reati mafiosi.
Stiano tranquilli gli amici internauti, le forze dell’odine sono molto più vigili di quanto si pensa nel bar del paese.Difficilmente la mafia viene contrastata con le chiacchere ma con le azioni investigative.
A proposito o visto che sapete molte cose, magari qualche denuncia, ci sarebbe molto utile. Cordialità
11 agosto 2010 a 16:35
@ Maurizio.Non sempre quando si parla di mafia si intende l’azione criminosa in sé, ma un atteggiamento, una propensione verso il favore, l’aiutino, il ricatto, la corruzione. Comportamenti umani, ma che si iscrivono in un codice che può dirsi mafioso. Gli italiani sono propensi per forma culturale a questi comportamenti e non è un caso che le associazioni criminose siano nate qui. Fare i burbi fa parte del nostro DNA, con questo non voglio sostenere che siamo tutti mafiosi, me ne guardo bene, però l’allergia alle regole è patologia diffusa nel nostro paese più che nel resto dell’Europa. Vero che la Mafia non si contrasta con le chiacchiere, ma con le azioni investigative; le chiacchiere hanno il senso di rendere pubblico il problema, di sollecitarlo, le investigazioni quello di risolverlo. Non è compito nostro fare né le investigazioni né le denunce, ma nel caso, non ci tireremo indietro.
11 agosto 2010 a 18:34
c’è un piccolo rischio a sottilizzare troppo, come invita a fare maurizio.celia. Che si finisca per concludere che la mafia e il comportamento mafioso non esistono. Personalmente, al di là della definizione penale e giuridica della mafia e dei reati ad essa connessi, non tollero il cosiddetto comportamento “mafioso”, a partire dalla classica strizzatina d’occhi, così comune tra i politici. Certo che una strizzatina d’occhi non è un reato.