Aria di qualità?


Riceviamo da François Burgay e volentieri pubblichiamo.

Sono usciti pochi giorni fa i dati sulla qualità dell’aria nelle principali città europee e l’Italia, come al solito, si piazza ultima. Sulle 20 città più inquinate ben 11 sono italiane.  La palma di “polmone nero d’Italia” va a Torino che, delle 221 città analizzate, risulta penultima, prima solo di Plov Div (Bulgaria). A seguire Brescia, Milano, Modena, Bergamo, Padova, Reggio Emilia, Novara, Ravenna, Venezia e Napoli. La migliore posizione italiana raggiunta è quella di Palermo che si classifica al 49° posto, mentre la seconda è quella di Perugia che però si piazza in un desolatissimo 135° posto. Questo studio di fresca pubblicazione, ci permette di porci un interrogativo: che aria stiamo respirando in queste afose giornate estive? Se d’inverno ci preoccupano le polvere sottili, d’estate il nemico numero uno della salute  è l’Ozono, tanto fondamentale nella stratosfera per proteggerci dalle radiazioni ultraviolette, quanto cancerogeno se presente a quote più basse. Cosa succede ad Aosta? Ecco i dati delle ultime settimane. La centralina di Piazza Plouves ha registrato dal 25 Giugno al 4 Luglio un minimo di 112 µg/m3 (26 Giugno) ed un massimo di 138 µg/m3 (1° Luglio) come media oraria. Un dato mediocre, ma non allarmante visto che il valore limite è fissato a 180 µg/m3 . Se però andiamo a vedere una media sulle 8 ore, ecco che i risultati non sono più così confortanti: 3 superamenti del limite (che in questo caso è di 120 µg/m3) in 10 giorni con valori mai al di sotto di 103 µg/m3. Cambiando centralina (Montfleury) la situazione non migliora: i valori restano sempre al di sotto del limite (media oraria), ma se sullo stesso periodo (dal 25 Giugno al 4 Luglio) andiamo a vedere la media sulle 8 ore i superamenti del limite di 120 µg/m3 sono stati ben 8 (su 10 giorni presi in esame).

Come risolvere il problema? L’Ozono viene prodotto dall’azione dei raggi solari sul biossido di azoto (generato dagli scarichi delle automobili), pertanto la soluzione sarebbe diminuire il traffico veicolare con un blocco del traffico in alcune zone. Ma si sa, le statistiche non le guarda nessuno e allora, se al 60% degli aostani va bene così, così sia perché “non si può mica pretendere che la gente prenda la bicicletta”!

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