Bruno Sindaco!


E' Bruno Giordano il candidato Sindaco della corazzata di destra!

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12 commenti su “Bruno Sindaco!”

  1. bruno courthoud Says:

    alias milanesio. Ma state scherzando?

  2. bruno courthoud Says:

    dimenticavo, è il 1° di aprile!

  3. michel Says:

    pesce d’aprile spero!!!!!!!!

  4. freeOliver Says:

    Destra o sinistra? La terza via.

    Ho pensato a lungo prima di mettere mano alla penna per scrivere questa lettera. Ci ho pensato molto perché so che alcuni tra i miei conoscenti saranno sinceramente stupiti di fronte a queste riflessioni e che sicuramente ci sarà (soprattutto tra le mie amicizie politiche) chi condannerà senza possibilità di appello le mie parole.
    Con l’appropinquarsi delle tornate elettorali, questa volta amministrative, in ogni cittadino avente diritto al voto si ripresenta puntualmente il dilemma di cosa fare. Personalmente sono convinto che la struttura giuridica elettorale e la delega insita nella pratica del voto rappresentino l’esatto opposto di ciò che dovrebbe essere una sana possibilità di partecipazione politica agli espletamenti della cosa pubblica, ma anche ammesso che nell’ambito di questo sistema vi possano essere margini di miglioramento della nostra fragile democrazia credo che le rare persone di fiducia che si potrebbero eleggere si troverebbero come sempre imbrigliate in meccanismi istituzionali tali per cui di fatto potrebbero fare ben poco deludendo di conseguenza le aspettative di chi li ha votati.
    La situazione, come sempre, non è univoca. Per operare una riflessione onesta non si può non tener conto dei diversi tipi di elezione.
    Per quelle politiche, dato come da tempo si stanno conformando i giochi e i meccanismi che le distinguono, le speranze di una capacità d’incisione, anche infima, da parte dell’elettorato sono veramente una pia illusione. È sufficiente pensare alla fine che ha fatto la cosiddetta sinistra radicale che, da sempre ossequiente al gioco parlamentare, è stata di fatto estromessa dal parlamento, resa silente e inesistente dal sistema, costretta nolente a diventare ex ed extra parlamentare. A livello nazionale, secondo me, qualsiasi voto non può che sperdersi nel marasma autoritario della politica politicante.
    Almeno teoricamente, invece, le elezioni amministrative sembrano offrire un’opportunità maggiore. Siccome sono funzionali alla costituzioni di governi e assemblee locali possono far supporre di poter avere una qualche incidenza nelle scelte e nel funzionamento delle istituzioni territoriali. Non è un caso che, in seguito alle continue disillusioni cui da decenni vengono sottoposti i sostenitori dei partiti tradizionali sembri sempre più di moda formare liste locali indipendenti (grillini, girotondini, pensionati, stambecchi, meloni, e chi più ne ha più ne metta). Ammesso, e non concesso a priori, che riescano ad eleggere qualcuno, difficilmente più di uno o due, il ruolo di questi “poveri pellegrini” nei maneggi e nei corridoi del palazzo non potrebbe poi che essere del tutto marginale e inconsistente, quindi impossibilitato a portare avanti ciò che avevano promesso e di cui avevano illuso.
    Ad Aosta si gioca una partita importante: due gruppi di potere (uno effettivo ed uno potenziale) si contendono la possibilità di gestire il capoluogo regionale per i prossimi 5 anni, per la prima volta caratterizzando lo scontro in modo politicamente bipolare allineando la realtà locale alla tendenza nazionale ed internazionale che va verso l’estromissione dalle assemblee rappresentative delle forze minori a favore della crescita di due fronti antagonisti ed alternativi destinati a raccogliere la maggior parte dei consensi. La virata a destra della coalizione delle forze autonomiste e il coagularsi a sinistra dell’unionismo scissionista con le forze tradizionalmente de gauche sembrano configurare una competizione che, per la prima volta dopo anni, ha anche il sapore della battaglia ideale oltre a quello della gara per occupare i posti di potere.
    Ma è veramente così? L’asse UV-FA-SA-PDL-Lega ha veramente una connotazione di destra, liberale e liberista? L’alleanza ALPE-PRC-PDCI-IDV-Radicali ha veramente una fisionomia di sinistra, socialista, solidale e popolare? Ho i miei dubbi.
    A me pare che queste due corazzate che si scontreranno nel mar di Cordela abbiano in realtà molte più caratteristiche comuni che opposte e che quella a cui assisteremo sarà in realtà una battaglia per il potere tra due realtà abbastanza simili.
    Il grosso della coalizione di centrodestra è composto da persone che provengono dai vivai dei movimenti dominanti che si troveranno al fianco personaggi, già noti sulla scena locale, che aspirano a divenire parte della nomenclatura egemone; lo schieramento avverso si presenta invece come una raccolta di scontenti dell’area autonomista, carichi di motivazioni personali anziché politiche, conditi da una presenza non pericolosa di personalità provenienti dall’area della sinistra antagonista che con ogni probabilità non avranno le preferenze sufficienti a farli accedere alle stanze dei bottoni e faranno quindi solamente i portatori d’acqua per il fiume in piena dello scissionismo rossonero.
    E allora: “che fare”? Ecco tornare, puntuale come l’allergia stagionale, il leniniano quesito. Personalmente non ho ancora deciso però mi stuzzica particolarmente la terza opzione: quella di starne fuori. Sono fortemente tentato dalla possibilità di astenermi. Non un’astensione qualunquista, frutto del disinteresse, della pigrizia o dell’indolenza, ma un’astensione motivata, ponderata, scelta e praticata in nome di quella stessa democrazia che lo strapotere delle burocrazie politiche ha ridotto ad uno squallido mercato.
    Rifiutarsi di scegliere tra le due armate che si affronteranno nelle prossime settimane recandosi al seggio e scrivendo sulla scheda “Io canto fuori dal coro” potrebbe essere, questa volta, una scelta politica di grande dignità e, se condivisa da molti, un messaggio forte per coloro che guideranno il vapore e per coloro che, dall’opposizione, faranno loro da cornice.
    E’ solo un’idea. C’è ancora tempo per pensarci. Saluti a tutti. Corrado Olivotto

  5. raz-les-bolles Says:

    viva i due bruni!

  6. poudzo Says:

    Signor Olivotto, la sua è un’analisi spietata, ma per alcuni aspetti condivisibile. Detto questo le differenze fra le due armate esistono. E se uno va a leggersi i programmi passati le trova e non sono poche. Pensi alle posizioni assunte sui temi dell’ospedale, dell’aeroporto, dell’inceneritore, della gestione delle mostre, ecc ecc… Ci si incaponisce sul fatto che gli autonomisti dell’attuale area di sinistra stiano lì per malumori personali, può essere e allora? Avrebbero potuto contrattare qualcosa all’interno dell’UV, formare una corrente, dare fastidio per rimediare favori, vedi alla voce Viérin che ha piazzato il figlio, l’amico e l’amica, ma hanno preferito uscire e rischiare. Nessun eroismo, ma una scelta politica che, oltre agli interessi individuali, può offrire delle opportunità a tutta la collettività. Si tratta di scegliere con maturità la coalizione che più è vicina ai comuni interessi: meglio un inceneritore o un sistema a freddo? meglio un aeroporto commerciale o uno sportivo per il volo a vela? meglio un amministratore capace e onesto o uno che non lo è tanto? Se si vogliono cercare tutti i difetti di questo e di quello non ne verremo mai fuori: siamo esseri umani pertanto peccatori.I puri della Val di Susa hanno consegnato il Piemonte nelle mani di Cota che sicuramente se ne farà un baffo delle loro richieste e i loro due seggi non conteranno un tubo! Dunque era meglio votare per la Bresso che al dialogo non si è mai sottratta e ha effettuato aperture che Cota già pensa di eliminare.


  7. poudzo Says:
    “I puri della Val di Susa hanno consegnato il Piemonte nelle mani di Cota che sicuramente se ne farà un baffo delle loro richieste e i loro due seggi non conteranno un tubo! Dunque era meglio votare per la Bresso che al dialogo non si è mai sottratta e ha effettuato aperture che Cota già pensa di eliminare.”

    Certo che questa stanca litania dell’attribuire agli altri i propri insuccessi ormai è diventata un luogo comune per giustificare ben altre mancanze.

    Quando l’alternativa (ma quale!) si chiamava Mercedes Bresso: SI TAV, SI PROGETTO MEDIAPOLIS, SI LEGGE SULLA DISTRUZIONE DEI BOSCHI ecc., c’è poco da stupirsi.

    Ecco che allora le considerazioni finali del Sig. Olivotto sono tutt’altro che qualunquistiche, anzi largamente condivisibili.
    Perchè dover comunque essere costretti a scegliere tra due schieramenti la vecchia Union e la nuova Union, che, pur essendo formalmente contrapposti, hanno una matrice culturale comune, troppi interessi passati e presenti condivisi?
    Sfogliando le deliberazioni delle Giunte regionali degli ultimi quindici anni in cui gli attuali leaders ex unionisti dell’ALPE hanno rivestito ruoli di primaria importanza si ritrovano posizioni ben diverse da quelle ora sostenute.

    E ancora:
    “Se si vogliono cercare tutti i difetti di questo e di quello non ne verremo mai fuori: siamo esseri umani pertanto peccatori.”

    Per i difetti non è necessario fare grandi sforzi: una opposizione che nell’ultima legislatura è stata, con alcune eccezioni ben inteso, inconsistente e alle volte muta.
    E allora volendo sposare il ragionamento di Poudzo potremmo affermare che:
    uno o due seggi in più “non conterebbero un tubo” nemmeno per l’ALPE.
    Se la scelta continua ad essere tra il vecchio che rimane (ovviamente è incluso meritatamente il PD)e il nuovo che “è avanzato dal vecchio” la scelta dell’astensionismo ha una sua logica e soprattutto una sua dignità come afferma il Sig. Olivotto.

    Scelta amara ma legittima e giustificata

  8. frecciarossa Says:

    Anch’io sono amareggiata e delusa, ma do ragione a Poudzo, meglio Carlo Curtaz sindaco che Bruno Giordano, per dirne uno di quelli là, oppure per voi è la stessa cosa? E poi ancora, l’Alpe non è solo composta da ex unionisti, ci sono persone della società civile, verdi, ex ds o Pd, e da quello che ho capito, è un partito aperto. Insomma io alle primarie voterò per Curtaz e alle comunali per l’Alpe. Vi invito ad andare a votare e se l’Alpe non vi va ci saranno altre liste che sosterranno il candidato sindaco del centrosinistra. L’astensionismo aiuta gli altri! Poi non vi lamentate.

  9. Lorella Vezza Says:

    Disertare le urne, non andare a votare, in questo preciso momento è la scelta peggiore che un cittadino possa fare. Questa scelta favorisce solo ed esclusivamente chi è già al potere. Lo abbiamo visto nelle elezioni appena concluse. Sono d’accordo con Stefano quando afferma che non si può attribuire ai duri e puri l’insuccesso della Bresso. I Grillini hanno raccolto il voto delle persone che non sarebbero andati a votare se non avessero avuto questa opportunità. La Bresso ha perso e avrebbe perso comunque Grillo o non Grillo.

  10. raz-les-bolles Says:

    Poudzo lei dice “Dunque era meglio votare per la Bresso che al dialogo non si è mai sottratta e ha effettuato aperture che Cota già pensa di eliminare”.
    Ma la conosce la Bresso? E’ben nota la sua spocchiosità e la saccenteria con cui interloquisce con il prossimo. Tu parli e lei pensa ai fatti suoi, poi ti saluta e ti accompgana alla porta. Si legga la famosa lettera di Luca Mercalli di 5 anni fa, appunto, alla Bresso,lettera aperta e ampiamente pubblicizzata prima delle elezioni, e la relativa risposta della Mercedes… Poi sulla TAV cosa ha mai detto per meritarsi uno straccio di fiducia? Mah… anch’io se avessi votato in piemonte avrei votato i Grillini, francamente…

  11. marburg Says:

    @ raz, e ti saresti beccata Cota che comincia ad opporsi alla RU486… Bel risultato! E poi gli atteggiamenti personali (v. Bresso) e la politica sono due cose diverse. Ci siamo così abituati agli indegni spettacoli televisivi della politica-personale, da non saper più fare la differenza? Io la Bresso l’ho conosciuta in Provincia di Torino e posso dire tranquillamente che ha dato un’impronta forte a questo ente che mi sembrerebbe difficile definire oggi “inutile” (come fa Veltroni.. e non commento). I NO-TAV possono aspettarsi il battaglione Padova, altro che i tavoli di discussione e i Piani di compensazione, ma contenti loro… Noi molto meno.

  12. buzzobuono Says:

    Un po’ di senso della realtà non guasterebbe, purtroppo invece ci si sofferma sulle osservazioni inutili: la Bresso è spocchiosa. Ma chissenefrega, mica ci devo andare a cena! Cinque anni di Cota e poi come sarà rimpianta!. La politica è altra cosa, ma noi ne abbiamo perso il senso, siamo più sensibili e attenti alle stupidaggini e così brava la Polverini che canta e balla sul palco come una ragazzetta!!! Fate attenzione, cari grillini, che di questo passo avremo la Trota, alias figlio di Bossi, a governare.


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