La Patrie dei famosi di serie C


Altre braccia rubate!

Abbiamo sempre criticato le scelte turistico-culturali quando queste sono facili scimmiottature della volgarità televisiva. Abbiamo sempre sottolineato la contraddizione fra queste scelte e l’intenzione di valorizzare l’identità legata al territorio. Quindi valutiamo come l’ennesima cretinata quella di voler ospitare il cast del programma televisivo L’isola dei famosi. Le motivazioni dell’assessore Aurelio Marguerettaz al riguardo sono le motivazioni di un commerciante, ma un uomo pubblico ha doveri verso la collettività che non sono propriamente quelli di un commerciante. Che razza di testimonials sono quelli dell’isola? Di quali valori culturali sono portatori? A quale target si rivolgono? Che immagine della Valle d’Aosta contribuiscono a diffondere? E quell’immagine ci piace? Queste domande il nostro Marguerettaz avrebbe dovuto porsele, perché prima di promuovere una qualsiasi cosa occorre avere un’idea chiara del prodotto che si vuole offrire. Idea che lui non ha. Un prodotto di eccellenza, tanto per citare un termine da lui usato spesso, per essere tale necessita di scelte mirate e coerenti. Ma nel suo cervello non alberga un ben che minimo concetto di turismo che sia sinonimo di qualità, piuttosto di caciara che fa numero: BASTA CHE ARRIVI GGENTE! “«La funzione specifica dell’Assessorato del turismo è quella di promuovere l’immagine della Valle d’Aosta, cercando di diversificare l’offerta, sulla base degli andamenti del mercato turistico, per consentire al maggior numero di persone possibile, compreso il pubblico del programma L’Isola dei famosi, che raccoglie una media di 5 milioni di spettatori, con punte di 7 milioni a puntata, di conoscere ed apprezzare le bellezze della nostra regione». Non lo sfiora l’ipotesi che la Valle non è cibo per abbuffate, ma raffinato e delicato piatto da gustare. No, non è nel suo stile! Una volta sui nostri sentieri passeggiava il fior fiore della cultura italiana, oggi verrà sostituito dai vip televisivi di serie C e dai loro fans. Ve l’immaginate a godere della bellezza dei monti?

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13 commenti su “La Patrie dei famosi di serie C”

  1. teddybear Says:

    La profondità di pensiero é una dote di Marionettaz che traspare ad ogni uscita pubblica. Potrebbe candidarsi a concorrente del programma e non sarebbe male se tutto il cast raggiungesse Pré Saint Didier in treno, come qualcuno gli ha suggerito in Consiglio Valle. Così potrebbero davvero provare l’ebbrezza dell’avventura.
    Mi sa che il nostro ha di nuovo toppato, ma tanto la valle sta diventando la vigna di tanti personaggi “illustri” (Toscani,Mogol, ecc.) che uno più uno meno a chi importa?

  2. Frank Says:

    Come dice giustamente l’articolo, un tempo erano i vari Carducci, Shelley ecc… a soggiornare nella nostra Valle scrivendo poesie (“l’ardua Grivola bella”) e scalando montagne…

    Oggi, al posto del Carducci, ci ritroviamo Mogol e Simona Ventura…

    Siamo caduti proprio in basso…

  3. ledagored Says:

    “Una volta sui nostri monti passeggiava il fior fior della cultura italiana”? Una volta in Italia c’era un fior fior di cultura, ora abbiamo solo una cultura di serie C. I migliori di noi sono in C1, ma le serie superiori sono deserte. Se dovessimo fare promozione tramite personaggi della levatura del Carducci oggidì i nostri operatori turistici perirebbero di fame, e a lungo andare tutti noi con loro.
    Quella che noi riconosciamo come intellighentia italica ancora viene a godere dei nostri monti e delle nostre passeggiate. Molti, proprio come il compianto Carducci, scelgono ancora la ridente Courmayeur, e non ci costano di meno della carovana trash dell’Isola venturiana, basta un tonfo della singora intelligencija, appesantita da lasagne e cultura alta e paff, al comune (e quindi alla collettività) spariscono quasi 100 mila euro (le lasagne sono elemento fantasiaoso, ma l’evento si è verificato).
    Certo, vuoi mettere lo stile, la soddisfazione. Passeggiare guardando il Dente del Gigante e trovare Intelligencija e discutere con lei di Dante e di Catullo, di Sartre e di Camus, di Gadamer e di Popper, di Pasolini e di Welles,..
    Detto questo concordo con voi, non sono 45 mila euro ben spesi, anzi. Ma l’argomentazione che avanzate regge poco, perché anche noi valdostani costiamo molto alla collettività, e non siamo poi meno zoccole di cicciolina o meno ridicoli di sandra milo. Il patentino per risiedere in questo posto raffinato e delicato davvero non ce lo meritiamo (figuriamoci se possiamo darlo o negarlo a terzi), e non solo per i 45 mila euro, ma per i mille suv che sfoggiamo e con i quali violentiamo un posto raffinato e delicato, per le brutture edilizie con le quali abbiamo ucciso un posto raffinato e delicato, per le inutili rotonde con le quali abbiamo ridicolizzato un posto raffinato e delicato, e chi più ne ha più ne metta.

  4. moussechocolat Says:

    Lei è molto più cinico di noi, signor Ledagored. Noi, per scelta “filosofica”, manteniamo un cauto ottimismo sulle sorti del genere umano: crediamo che possa migliorare. Presentare le linee guida di uno sviluppo turistico in un post è impresa impossibile, ma, senza scomodare Carducci, Shelley…, pensiamo che un’alternativa all’imbecillità imperante si possa trovare anche senza risultare noiosi. Il mercato è ampio, si tratterebbe di scegliere quella fetta, neppur piccola, che ricerca, perché sa apprezzare, un prodotto coerente con le caratteristiche tipiche della montagna. Rincorrere i modelli televisivi perché fanno numero, è scelta facile e miope che può rivelarsi un boomerang. Come testimonial non crede che sia più appropriato Walter Bonatti alla Simona Ventura? Siamo zoccole, ha ragione, ma non tutti, lei per esempio.

  5. ledagored Says:

    Meglio Bonatti, non v’è dubbio, ottimo “testimonial” (orrenda parola, lo so) per la nostra Valle, uomo che conosce e ama come pochi la montagna, che l’ha raccontata al grande pubblico. Uomo che conosce il Monte Bianco come io conosco la mia cucina (forse meglio). Se parliamo della Podestà, meglio la Ventura.

  6. giancarlo borluzzi Says:

    @ moussechocolat e ledagored. Concordo su Bonatti. Ma c’è un commentaccio da fare, pro Bonatti e contro i valdostani micronazionalisti che, gelosi delle imprese alpinistiche del lombardo Bonatti anche su vie che avrebbero potuto essere aperte dai “locali”, gli crearono problemi nella società delle guide. Mi fu detto, e io non fui in grado di vagliarne la veridicità, che ufficialmente il motivo del contendere erano le ispezioni/cure ai rifugi, incombenza che ogni guida a turno doveva sobbarcarsi. Si può discutere se chi sale al Bianco non dal Gonella con un cliente, bensì aprendo vie sul Pilastro Rosso o sul Pilier d’Angle debba poi sobbarcarsi pure lui certi duties da colf in alta quota, ma un altro fatto, pietoso, è invece certo perchè l’ho visto io coi miei occhi. Il Grand Capucin fu salito negli anni’20 da Adolfo Rey per una breve via da ovest (da lì la cima si stacca poco da uno scivolo di neve) utilizzando una pertica da cui fuoriuscivano dei pioli di legno. Tecnica inaggettivabile oggi e pure allora, nonchè giammai confrontabile con quella che portò Bonatti ad aprire la lunga via sulla parete est nel’51, via che allora rappresentava il top dell’arrampicata. Bene, cioè male: il tariffario delle salite delle guide di Courmayeur ha riportato per tanti anni quale dizione per la salita al Grand Capucin ” ovest via Rey oppure est via Bonatti”, improponibile perchè a nessuno verrebbe in mente di ripercorrere la “via” della pertica. Ma inserire tale via Rey (considerata di trattativa privata come tariffa, al pari della via Bonatti!) sminuiva a suo modo la via di Bonatti dimostrando una gelosia figlia di una mentalità chiusa, quella che ha fatto scrivere lo Spirito di vittoria(?) a Chanoux. E’ passato tanto tempo da allora e ora due valdostani doc, come credo siano moussechocolat e ledagored, fanno piazza pulita di posizioni censurabili di valdostani d’antan. Anche se forse le due persone citate nulla sanno dei passati da me indicati, fa piacere vedere un Bonatti lodato, ma certe mentalità valdostane, di un tempo ma per qualcuno anche di oggi, sono sconcertanti. Potrei aggiungere un fatto montano incredibile a me successo, in linea con la critica precedente, ma poi qualcuno direbbe nuovamente che eccedo in sbrodolaggio.

  7. bruno courthoud Says:

    non so se bonatti accetterebbe, come non so se i valdostani se lo meritino (a mio avviso, NO, visto come a suo tempo lo hanno trattato), bonatti fa parte di un altro pianeta. Soggiorna regolarmente a courmayeur presso amicizie, ma nel più stretto incognito e riserbo. Ogni tanto si reca nel rifugio che porta il suo nome, nemmeno il gestore lo sa, lo avverte una mezz’oretta prima, mentre stà già arrivando a piedi e pregandolo di non darne informazione a nessuno. Si concede, malvolentieri, solo nelle occasioni ufficiali a cui non può sottrarsi. Da ultimo: non credo abbia bisogno di soldi e tantomeno di quelli di questa regione.

  8. moussechocolat Says:

    Signor Borluzzi, sono valdostana doc come chiunque sia nato qui. Non sono alpinista e non conosco bene quel mondo, il post parlava di turismo in senso ampio. Questo per dirle che non ho censurato nessuno: sono solo ignorante. Lei invece conserva quella rabbia sorda che fatica a contenersi, non deve essere facile per lei vivere. Mi dispiace.
    Signor Courthoud, non credo neppure io che ci meritiamo un Bonatti, ormai la politica squallida e incapace ha fatto di questa terra un posto per vip di serie C.

  9. giancarlo borluzzi Says:

    @ moussechocolat. Non capisco mai il lei, meno che mai qui. Cosa significa che non hai censurato nessuno? Non capisco. Rabbia sorda? Se uno cita fatti e questi non sono laudativi allora è rabbia sorda? La mia vita è facile, non capisco cosa dici. Sui doc: io sono nato in zona più alpina ancora di Aosta, seppur nel nord Friuli verso l’Austria; inoltre adoro la montagna e quindi, anche se rigetto qualunque regionalismo di qualunque regione Friuli compreso, sono più doc io nato a 700 km da Aosta di un nato in Valle da genitori calabresi o liguri che adora il mare. Il tuo definire valdostani doc chiunque nato qui è per me incomprensibile. Bonatti: la mia digressione, un pò OT, voleva sottolineare che finalmente Bonatti non è più visto come una volta, forse perchè non fa più ombra a dei locali. Tutto qui.

  10. fausta Says:

    Certo che pare davvero demenziale e offensiva la spesa di 45.000 euro, dei nostri, per una veloce comparsata di protagonisti di un programma, che preferisco non aggettivare, che comunque si svolgerà altrove. Dopo un giorno nessuno si ricorderà nulla della Valle. Ma qui tutto va un po’ così…alla random… A proposito di qualità dell’offerta turistica, vorrei citare un esempio illuminante: il Museo dell’artigianato valdostano, aperto di recente, ha già chiuso al pubblico dal 1 novembre 2009 al 15 gennaio scorso, per non ben chiari motivi (allestimento di un’altra mostra…?! perché? non si può allestire senza chiudere?). E poi si parla di turismo culturale,proprio quando si chiude nel periodo di maggior afflusso turistico uno dei musei che dovrebbe essere un fiore all’occhiello della nostra offerta? che tristezza vedere che si lanciano cose anche intelligenti (ricordo l’entusiasmo che provai quando aprì!!) e poi si abbandonano per strada con decisioni incredibili come questa (tra l’altro neppure comunicata agli operatori turistici).
    Davvero sarei contenta se i “famosi” dell’isola desssero prova di sopravvivenza viaggiando sull’ampia gamma di treni che Ferrovie dello stato s.p.a. ci offre quotidianamente, con il loro lerciume, i loro ritardi (o soppressioni), il gelo, i freni fuori uso, le lunghe fermate in galleria, ecc., almeno nella tratta da da Torino a Pré. Sarebbe già un bell’allenamento per l’Isola.

  11. superreina Says:

    Il senso dell’ospitalità valdostana a l’isola dei famosi è proprio questo: riusciranno i nostri eroi a sopravvivere…

  12. Frank Says:

    Ma poi vengono in montagna d’inverno per allenarsi ad andare in un’isola caraibica? Mi pare un controsenso…

  13. Diego Says:

    Ma no, quelli dell’ isola sono venuti per veder atterrare l’airbus A380 sulla pista dell’aeroporto Corrado Gex. Resisi conto che mai nessun superliner sarebbe arrivato in valle e non avendo apprezzato piu’ di tanto lo sperpero di denaro per la lunghissima, illuminatissima e fredda pista hanno cercato la stazione metro piu’ vicina per rientrare nel caotico centro città, restando pero’ molto delusi dalla mancanza della stessa.
    I 45mila euro non sono altro che il giusto risarcimento per aver deluso questi grandi personaggi, a cui è stato garantito che la prossima volta che verranno a trovarci troveranno anche la metro, con le stazioni e tanto di personale ma come nella migliore tradizione dell’inutile senza treni.


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