La famiglia degli amici
Ci va bene che non siamo in Sicilia! Già, siamo in Valle d’Aosta dove le minacce contro chi la pensa in modo poco consono alla maggioranza dei valdostani, al momento, si limitano a frasi minatorie come quelle che sono state rivolte a Enrico Martinet, giornalista della Stampa. Il cronista, presente all’assemblea dell’associazione “Amis des Bataille de reines” per il rinnovo del direttivo, è stato aggredito verbalmente da alcuni delegati a causa di alcuni articoli scritti riguardo allo scandalo bestiame che ha coinvolto diversi allevatori e quindi invitato dal vicepresidente, Giuseppe Balicco, ad allontanarsi. Per rincarare la dose, lo stesso rieletto presidente, Bernard Clos, ne ha giudicata provocatoria la presenza. Questa intolleranza nei confronti di un giornalista, evidenzia il lato oscuro di un ambiente malsano, chiuso in se stesso, geloso dei propri privilegi e della sua capacità di condizionare il potere. Anni fa Qualcuno trovò davanti all’uscio di casa un vitello morto, si trattava solo di un vitello… già, è vero, per fortuna non siamo in Sicilia!
La redazione di Patuasia news dichiara la propria solidarietà al giornalista Enrico Martinet e denuncia come gravissimo atto contro la libertà di stampa, l’atteggiamento aggressivo e intollerante dimostrato anche dai vertici dell’associazione “Amis des Bataille de reines”.
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Tag: "Amis des Batailles de reines", Bernard Clos, Enrico Martinet, Intolleranza, La Stampa, libertà
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14 dicembre 2009 a 20:37
bagues de nos atres
io, caso vuole, sono stato minacciato di morte (per telefono con messaggio registrato), così come i miei figli, che avrebbero dovuto saltare in aria, mia moglie, che avrebbe dovuto essere sgozzata; caso vuole, ripeto, che uno dei “minacciatori” fosse un allevatore dei dintorni, che con ogni probabilità era presente alla riunione degli “amis des batailles des reines” di cui al post.
Ormai mi vergogno di essere valdostano (bagues de nos atres) ed italiano (mafia e dintorni) e, come me, credo, tutte le persone oneste.
Tutta la mia solidarietà a martinet.
14 dicembre 2009 a 21:23
Tutto questo è avvilente. L’isola felice non è altro che un fedele pezzo di quell’Italia mafiosa a cui purtroppo corrisponde l’idea che il mondo si è fatto di noi.