Ricchi e ignoranti!

Arrivata ultima!
Sempre secondo il prestigioso quotidiano Il Sole 24 Ore, nella classifica sull’efficienza dei servizi, la Valle d’Aosta si piazza al decimo posto su venti. La misurazione delle performance della Pubblica Amministrazione su dieci settori strategici: ambiente, giustizia, istruzione, sanità, lavoro, mobilità, sicurezza, welfare, competitività, qualità della vita, ci boccia là dove ci crediamo più sicuri e cioé nell’istruzione! Il ritardo, l’abbandono scolastico, la scarsa alfabetizzazione informatica, sono le principali voci che fanno crollare il mito, evidentemente, fasullo, di una scuola di eccellenza. Quella calabrese è migliore della nostra! E noi abbiamo i libri gratis e un reddito di molto superiore. Un reddito che avrebbe dovuto posizionarci, su tutti i settori, entro i primi tre posti, cosa che si è verificata solo per la salute, il welfare e la sicurezza, per il resto dobbiamo solo vergognarci! Cosa dice Laurent Viérin? Basterà lo studio del patois per dare qualità alla nostra scuola? E cosa dice Manuela Zublena dell’ottavo posto dato all’ambiente? L’inceneritore ci aiuterà a risalire la china dell’impietosa statistica? Domande che un giornale come La Stampa avrebbe dovuto porre, data l’importanza dell’argomento, ma il quotidiano ha preferito far finta di nulla. Qualcuno sa dirci il perché?
Explore posts in the same categories: Commenti vari, InformazioneTag: Il Sole 24 Ore, Laurent Viérin, Manuela Zublena, Valle d'Aosta
You can comment below, or link to this permanent URL from your own site.
14 Maggio 2009 a 18:12
Il patois non è insegnabile se non dai genitori (lingua materna); ogni altra operazione diventa una misera operazione di omogeneizzazione tra i cento patois esistenti in valle, già in buona parte impoveriti nel lessico e italianizzati.
Come “dice” Viérin, serve però, strumentalmente e politicamente, per creare (o meglio ricreare) un’identità Valdostana che non c’è più. Un’operazione che ci ricorda il defunto Ventennio.