Nuti alla meta!


Nuti alla meta!

Nuti alla meta!

Il Signor Gianni Nuti non poteva sperare di meglio! La signora politicamente supercorretta, Dina Squarzino, gli ha fornito l’alibi per poter rendere note, non tanto le ragioni del suo attuale incarico nell’assessorato regionale alla Sanità, piuttosto lo straripante amore per se stesso che non riesce a contenere nella lettera pubblicata sul numero uno di Informazione. L’amico-sincero dell’assessore ci sviolina così il suo curriculum smisurato, non pago aggiunge che di notte scrive pure dei romanzi (scopare mai?). Gianni è uno che impara in fretta, è sensibile ai bisogni della comunità, “si adatta e fornisce risposte complesse e modulari a esigenze sociali in continua evoluzione”, non ha bisogno di consulenti, necessita di encomio. Ma chi è in realtà costui? Cita il confronto umile, ma non riesce a reprimere l’incontenibile bisogno di autoaffermazione: dopo soli tre mesi di insediamento è perfettamente capace di fare tutto e di più.  In grado di intrattenere a lungo santa Dina sulle politiche sociali in Valle,  “in perfetta armonia con il Presidente che ha avuto l’ardire di nominarlo per il bene dei valdostani (sic!)”. Ma chi cavolo è costui? Chi è questo alacre lavoratore che ci vuole così tanto bene? Da come scrive si direbbe un vecchio sborone.

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One Comment su “Nuti alla meta!”

  1. bruno courthoud Says:

    non ho il piacere di averlo conosciuto. Ma ho capito che è il perfetto prototipo del dirigente regionale post riforma 45/95: fidélité lige al suo seigneur, di medioevale memoria. Ho capito che ha anche altre caratteristiche richieste al dirigente “nouveau régime”:la prepotenza, l’arroganze e la saccenza.
    Povera regione e poveri enti locali! non hanno mai brillato per la qualità dei loro quadri dirigenziali, ma, dopo la riforma 45/95, sono diventati un “refugium peccatorum”, un luogo di asilo politico per tutti gli (in)competenti che circolano sul nostro territorio, per i politici più o meno falliti e per i portaborse di ogni tipo.
    Ma sembra che a tutti vada bene così, a partire dai sindacati. D’altronde i politici e i sindacati sono le due facce, interscambiabili, della medesima medaglia e formano un’unica casta.


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